L'attuale CEO degli Utah Jazz, con un passato importante a Boston e voce sempre ascoltata in città, non prende ostaggi nel valutare la situazione dei Celtics in panchina, appoggiando decisamente l'operato di Mazzulla senza risparmiare una stoccata importante all'ex coach dei biancoverdi, oggi accasatosi a Houston
Anche se oggi Danny Ainge è il CEO degli Utah Jazz, i suoi 8 anni come giocatore dei Celtics e i 18 passati dietro la scrivania nelle vesti di general manager fanno di lui una voce comunque importante e ascoltata a Boston. Per questo le parole uscite in queste ore dalla sua bocca non hanno lasciato indifferenti: "La durezza mentale, la cocciutaggine di una persona come Joe [Mazzulla] non possono lasciare indifferenti: è uno che non smette mai di lavorare", ha detto Ainge parlando dell'attuale allenatore dei Celtics. "Gli piace imparere ed è un leader naturale. È stato messo in una situazione difficile, in una squadra che aveva aspettative altissime", spiega. Boston, reduce dalla finale NBA dello scorso anno, ha abbracciato come slogan stagionale quell'unfinished business che la dice lunga sull'unico obiettivo considerato soddisfacente per la franchigia: finire il lavoro lasciato in sospeso la scorsa stagione, e vincere il titolo. Ma le parole di Ainge destinate a fare più discutere sono quelle a conclusione della sua analisi: "Non credo ci sia nessuno che non sia convinto che Joe sia meglio di Ime (Udoka) come allenatore", afferma l'ex giocatore e GM biancoverde. Da segnare sul calendario - appena sarà comunicato - la prima sfida stagionale tra Celtics e Houston Rockets, la nuova squadra dell'ex coach dei Celtics.