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NBA, Jaren Jackson Jr. a Sky: "Obiettivo tornare al top, siamo più giovani di Denver"

NBA

Dario Vismara

Credit. NBPA

Presente a Milano per l’iniziativa della NBPA in Bocconi, Jaren Jackson Jr. ha parlato in esclusiva con Sky Sport della stagione appena conclusa, dei suoi obiettivi personali e di squadra per il prossimo anno e di cosa gli ha lasciato la serie di playoff contro LeBron James, oltre a una battuta sul nuovo coach dei Toronto Raptors Darko Rajakovic, assistente a Memphis: "Non vedo l’ora di rompergli il c…"

Dal punto di vista individuale, la stagione 2022-23 per Jaren Jackson Jr. è stata un grande successo. Pur avendo dovuto saltare il primo mese di regular season, il lungo dei Memphis Grizzlies è stato una forza della natura specialmente nella metà campo difensiva, meritandosi non solo la prima convocazione per l’All-Star Game, ma anche vincendo il premio di Difensore dell’Anno. Ai suoi risultati individuali non sono seguiti quelli di squadra, visto che i Memphis Grizzlies sono stati eliminati al primo turno dei playoff dai Los Angeles Lakers, concludendo così una stagione complicata sotto molti punti di vista — specialmente fuori dal campo. "JJJ" però è convinto che i giorni migliori dei Grizzlies siano ancora davanti a loro, che la continuità del roster che ha fatto le fortune dei Denver Nuggets campioni in questa stagione possa rivelarsi il segreto anche per la sua squadra, e che la loro gioventù (lui deve ancora compiere 24 anni così come Ja Morant e Desmond Bane ne ha solo uno in più) possa fare la differenza negli anni a venire per tornare ai primi posti della NBA. Di questo e di molto altro abbiamo potuto parlare con lui in esclusiva in occasione della sua visita all’evento One Court organizzato dalla NBPA nella splendida sede della SDA School of Management dell’Università Bocconi, nella quale 17 giocatori della NBA hanno potuto partecipare a tre giorni di lezioni e incontri con alcuni dei migliori professionisti nel campo della moda, della finanza e del branding.

Come mai hai scelto di partecipare a questo evento a Milano organizzato dalla NBPA?

"Considerando il mio coinvolgimento con l’associazione giocatori, essendo parte del comitato esecutivo, ho pensato che fosse importante partecipare a questo evento. Ne avevo già sentito parlare benissimo in passato: si ha l’opportunità di parlare direttamente con alcune delle persone più importanti nel mondo dei brand, c’è moltissimo da poter imparare. E poi siamo a Milano: è la seconda volta che vengo qui, ma non se ne ha mai abbastanza. Se vieni dall’altra parte dell’oceano, hai voglia di venire qui".

 

Hai già cominciato a pensare a quella che può essere la tua carriera dopo la pallacanestro?

"Mi piacciono i vestiti, perciò probabilmente qualsiasi cosa farò quando avrò finito sarà legata a quel mondo. Non so ancora di preciso come, ma mi interessa rimanere nel mondo del design e nella creazione di linee esclusive per continuare a spingere il limite. Mi interessa molto anche la musica e ovviamente lo sport: sono tutte importanti per me, la sfida è trovare il modo di farle convergere insieme in maniera coerente e sensata".

 

La tua ultima stagione è stata eccellente dal punto di vista personale, arrivando all’All-Star Game e vincendo il premio di Difensore dell’Anno: qual è il prossimo obiettivo?

"Vincere di nuovo quel premio. Vincere il titolo. Riprendersi il primo posto a Ovest. Tornare dove dobbiamo essere e continuare a divertirci nel frattempo. Sono stato fortunato a giocare a lungo con la stessa squadra: amo la mia franchigia, Memphis è casa mia. Dobbiamo solo tornare dove dobbiamo".

 

Una delle critiche al tuo gioco era la tendenza a commettere tanti falli, ma quest’anno sei migliorato molto sotto questo punto di vista: cosa è cambiato?

"Onestamente? Niente. Ci sono delle nuove regole nella lega, non si possono usare molto le mani in difesa. E allo stesso modo, avendo spesso la palla in mano in attacco, sono a rischio di finire nei guai. È raro che un giocatore abbia così tanti compiti sia in attacco che in difesa quanti ne ho io, quindi è facile commettere dei falli. Anche il rapporto con gli arbitri è buono: mi rendo conto che hanno un lavoro da fare, da parte mia è tutto ok".

 

Come cambia il tuo ruolo in campo giocando da 4 al fianco di Steven Adams o da 5 con altri tipi di compagni al tuo fianco?

"Steve-o è fantastico, ma anche quando sono in campo con BC [Brandon Clarke, ndr] è bello in maniera uguale. Adams è fortissimo fisicamente e io posso pensare più ad aprire il campo per i miei compagni, perciò la combinazione funziona alla grande, con lui che mi porta dei blocchi e io che lo cerco in post. E poi è un grande passatore: la gente non se ne accorge, ma è stato uno dei nostri migliori assistman in stagione pur essendo un lungo. Si integra molto bene al mio gioco, permettendomi di pensare solo a segnare o ad altri aspetti, sapendo di avere sempre le spalle coperte da lui".

Jaren Jackson Jr. in Bocconi
Credit: NBPA

Vedendo i Denver Nuggets vincere il titolo con un nucleo di giocatori che è rimasto insieme a lungo, ti fa pensare che possa accadere anche a voi a Memphis?

"Sicuro. Bisogna colpire mentre il ferro è ancora caldo, quando hai tutti i giocatori assieme sotto contratto a lungo e ancora negli anni migliori della carriera. I Nuggets non sono giovani come noi, ma sono riusciti a rimanere assieme per tante stagioni. È speciale riuscire a vincere in questo modo, ma in qualsiasi maniera tu ci riesca va bene pur di arrivare al top".

 

Siete giovani ma avete già due anni di esperienza ai playoff: ti aspetti di contendere per il titolo già dalla prossima stagione?

"Certamente. Abbiamo avuto il Covid tre anni fa, ma saremmo stati da playoff già nel 2020 se non fosse arrivata la pandemia e poi la bolla. Ma l’obiettivo è andare oltre al secondo turno che abbiamo raggiunto due anni fa e al primo che non siamo riusciti a superare quest’anno: dobbiamo trovare il modo di raggiungere la vetta".

 

Cosa hai imparato dall’affrontare LeBron James in una serie di playoff?

"Conosce davvero il gioco in ogni suo aspetto. Mette i suoi compagni di squadra nelle giuste posizioni per avere successo, dando loro le istruzioni giuste per giocare bene. Ci hanno uccisi nel pick and roll soprattutto per la fiducia che instilla in tutti gli altri. E lo fa davvero da tantissimo tempo".

 

Darko Rajakovic è stato assistente a Memphis e ora è il nuovo allenatore dei Toronto Raptors: cosa devono aspettarsi i tifosi da lui?

"È il mio uomo! Sono contentissimo per lui: è fantastico, è uno che ti spinge sempre a dare il massimo, anche a costo di farti arrabbiare. Ma lo fa apposta, è una sua tattica per tirarti fuori il massimo perché ha sempre un piano in mente. Sono davvero felice: sapevo che lo voleva fortemente e ha tutti i mezzi che servono per avere successo. Ci si può aspettare di essere sempre al limite con lui, ma la nella giusta maniera: ama il gioco con tutto se stesso e dà tutto quello che ha. Sarà davvero grande, ma non vedo l’ora di rompergli il c…".