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Banchero sull'Italia: "Sognavo Team USA fin da bambino, circostanze cambiate col Covid"

NBA
©Getty

In un'intervista con Associated Press, Paolo Banchero ha parlato per la prima volta della sua decisione di unirsi alla nazionale statunitense, venendo meno alla parola data a quella italiana: "Ho visto la foto di mia madre in nazionale ogni giorno a casa mia, giocare per gli USA era uno dei miei sogni più grandi. Avevo 17 anni quando l'Italia mi ha contattato, senza il Covid sarebbe stato tutto diverso. Ma ho avuto le farfalle nello stomaco per tutto il mio viaggio in Italia"

Impegnato in una serie di apparizioni e interviste durante la Summer League di Las Vegas, Paolo Banchero per la prima volta ha parlato anche della sua decisione di unirsi alla nazionale statunitense per i Mondiali del prossimo mese (da seguire in diretta sui canali di Sky Sport dal 25 agosto), venendo meno così alla parola data a quella italiana nel recente passato. "Ogni giorno a casa vedevo la foto di mia madre [Rhonda Smith, ndr] con la maglia di Team USA appesa in taverna. Quello era letteralmente uno dei miei sogni più grandi: giocare per la nazionale americana" ha detto in un’intervista con Tim Reynolds di Associated Press. Un sogno che però non si è concretizzato per tutta la sua adolescenza, aprendo la porta per quella italiana — l’altra metà del suo albero genealogico, legata alla famiglia di papà Mario e dello zio Angelo. "Avevo 17 anni quando mi è stato chiesto [di giocare con l’Italia] ed era un momento nella mia vita in cui sentivo di non poter rinunciare ad un’opportunità del genere perché la mia famiglia da lato di papà è italiana. Non sapevo molto delle mie origini, perciò pensavo che fosse un modo perfetto per avvicinarmi a quella parte del mio lignaggio, cosa che ho comunque fatto negli ultimi anni". A cambiare la vita di Banchero è stata però la pandemia, visto che la positività di un membro della sua famiglia nell’autunno del 2020 gli ha impedito di salire sull’aereo che lo avrebbe portato a esordire con gli azzurri in una gara di qualificazione ai Mondiali, legandolo all’Italbasket per il resto della sua carriera internazionale. "Il Covid mi ha tolto l’opportunità di giocare lì, e ripenso sempre a quanto sarebbe stata diversa la mia vita se non fosse successo. Dopo non aver giocato lì sono andato a Duke, ho avuto un grande anno, sono stato prima scelta assoluta e le circostanze sono cambiate".

Il peso di Coach K nella decisione di Banchero

Ad avere un peso sulla sua decisione è stata anche la figura di Mike Krzyzewski, leggendario allenatore di Duke e della nazionale statunitense negli ultimi anni. Quando Banchero era al college aveva ribadito la sua intenzione di giocare con l’Italia anche a Coach K, il quale però lo ha convinto a scegliere Team USA citando l’esempio di Kyrie Irving, che era a sua volta combattuto sulla possibilità di indossare la maglia dell’Australia (dove è nato, visto che suo padre giocava lì) in ambito internazionale. Anche in quella occasione Krzyzewski ha però convinto Irving a scegliere Team USA, vincendo insieme un oro olimpico. "Tutti quei fattori hanno avuto un peso nella mia decisione, avevo in testa tutte queste cose quando mi sono fermato a pensare al mio futuro" ha detto Banchero.

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Se non altro, il viaggio in Italia nel mese di giugno — durante il quale è passato anche negli studi di Sky per il 20ennale della nostra azienda — ha lasciato un grande segno su di lui, portandolo a dire a suo padre Mario (che non è ancora mai venuto in Italia) di far diventare i viaggi in Italia una tappa fissa per lui e per la sua famiglia. "Sapete quando vai in un posto e hai le farfalle nello stomaco per le sensazioni che ti dà? Per me è stato così, senza esagerare. Sono orgoglioso di aver potuto fare un viaggio nelle zone da cui viene la mia famiglia" ha detto Banchero. Purtroppo non lo vedremo con la maglia azzurra della nazionale, ma nei prossimi anni il volto di Paolo Banchero continuerà a essere visto anche dalle nostre parti.

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