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NBA, Paolo Banchero, 20 anni da fenomeno: "Ora voglio i playoff e diventare un All-Star"

NBA
©Getty

Quando in Italia è nata Sky, 20 anni fa, a Seattle è nato Paolo Banchero. Che di italiano ha il nome e le origini, liguri. L'ex prima scelta assoluta al Draft NBA, votato matricola dell'anno a fine stagione, è stato nostro ospite speciale proprio per celebrare i primi 20 anni di Sky. Ci ha raccontato tutta la sua storia, dall'inizio fino a oggi, a partire da una certezza: "Sto vivendo il mio sogno"

Il titolo del panel che ha visto Paolo Banchero ospite di Sky dice già tutto: "Paolo, 20 anni come noi". Una curiosa coincidenza, che avvicina ancora di più la giovane stella NBA - che in Italia ha le sue origini, come evidente fin dal nome di battesimo - al nostro Paese. E pazienza se non giocherà con la nostra nazionale ("Non sarà mai una scelta contro una squadra o l'altra - aveva detto proprio ai microfoni di Sky durante le finali NBA il suo agente, Mike Miller - ma solo una decisione presa nei suoi migliori interessi"): Paolo Banchero rimane una delle giovani stelle più promettenti della pallacanestro mondiale e non capita tutti i giorni di poter avere come ospite nei propri studi una prima scelta assoluta al Draft NBA capace di vincere il premio di rookie dell'anno al termine della sua stagione d'esordio nella lega. "A star in the making" - un campione in rampa di lancio - dicono negli Stati Uniti, e allora ai microfoni di Sky (intervistato da Federica Masolin), Banchero ci ha raccontato proprio gli inizi della sua traiettoria verso le stelle, e la persona a cui più di tutte deve dire grazie: sua madre, Rhonda Smith: "Mi ha sempre ispirato molto. Era un'allenatrice di basket, e da quando sono nato fino a quando avevo 13, 14 anni ha sempre continuato ad allenare. Da ragazzino ogni giorno mi portava in palestra con sé, era il suo modo per potermi tenere d’occhio. Mi portava agli allenamenti, mi permetteva di stare in giro e vedere come allenava la squadra. È sempre stata severa con me e mi ha insegnato molte cose sia sul basket che sulla vita. No, nè stato facile - ricorda - io ero solo un ragazzino e vedevo mia madre essere molto dura con me; ma quando diventi più grande e ti guardi indietro realizzi che molti di quegli insegnamenti di allora mi sono utili ancora oggi e per questo non posso che esserle eternamente grato. Nel basket è stata sicuramente lei la fonte d’ispirazione più importante".

Duke scuola (anche) di vita: grazie a coach Krzyzewski

Tanto la vita di un ragazzino quanto la carriera di un giovane talento necessitano di modelli, di maestri, di inseganti. E se mamma Rhonda è stata una figura fondamentale, altrettanto si può dire di Mike Krzyzewski, l'allenatore di Duke University che nel 2021, a 19 anni, accoglie Banchero al campus di Durham. "È stato davvero importante nel mio sviluppo come giocatore e come uomo. Forse non tutti riescono a capire quanto la sua figura sia fondamentale anche fuori dal campo. Ti aiuta a crescere come persona. Il suo obiettivo principale è crescere delle brave persone. È stato molto duro con me. Non mi ha mai concesso un giorno libero. Voleva tirare fuori il meglio da me. Tutti motivi per cui mi sono sempre fidato di lui e che mi hanno spinto a voler giocare per lui. Sapevo che da lui non avrei certo ricevuto solo pacche sulle spalle e complimenti, anzi: mi ha detto cose che non volevo sentirmi dire, ma mi ha sempre aiutato a dare il massimo. Una lezione che dico sempre a tutti di aver imparato da lui è quella di mostrarsi sempre forti, dentro e fuori dal campo. Non mostrare debolezze, non mostrare frustrazione, ma essere sempre forti, addirittura stoici nel modo di comportarsi e di presentarsi, perché non vuoi che gli altri capiscano quali sono le tue debolezze e le sfruttino". 

La magica notte del Draft: "Ho pianto di gioia per la prima volta"

Da quell'unico anno con i Blue Devils, chiuso oltre i 17 punti di media, con quasi 8 rimbalzi e più di 3 assist a partita, la reputazione di Banchero esce rafforzata. Viene dato come una delle prime tre scelte al Draft NBA 2022, ma ci si aspetta sia la n°3 dietro a Jabari Smith e Chet Holmgren. Invece gli Orlando Magic lo scelgono alla n°1, e le pressioni salgono ancora. "Quella serata me la ricordo come se fosse ieri - racconta - non la dimenticherò mai. Essere selezionato, sentire il commissioner pronunciare il mio nome: è stata la realizzazione di un sogno. Ho pianto di gioia per la prima volta. Non avevo mai provato emozioni del genere. Se mi aveste detto a 13 o 14 anni che sarei diventato la prima scelta al Draft probabilmente mi avrei guardato come se foste pazzi e vi avrei riso dietro - ammette - perché anche solo pensarlo mi sarebbe sembrata una cosa fuori da questo mondo. Da allora sono successe tantissime cose, ho imparato molte cose in un solo anno. Sto vivendo il mio sogno", dice. Un sogno che per lui ha voluto dire il premio di rookie dell'anno al termine della sua prima stagione in maglia Orlando Magic (a 20 punti di media con quasi 7 rimbalzi e 4 assist), la firma con Jordan Brand (voluto proprio da Michael Jordan in persona) e ora anche l'inserimento nei 12 che indosseranno la canotta di Team USA nelle Filippine per provare a conquistare il Mondiale

"Costruirmi un tiro da tre per diventare un All-Star"

La caccia alla medaglia d'oro è allora il primo obiettivo del suo futuro più immediato; gli altri, ce li racconta lui stesso: "Di sicuro l'obiettivo di tutti, squadra e società, è di disputare i playoff. Personalmente voglio diventare anche un All-Star: a inizio stagione stavo giocando ad altissimo livello, poi gli infortuni mi hanno rallentato un po', ma sono convinto che la prossima stagione potrò giocare a livelli da All-Star", dice sicuro. L'asticella, guardando alla prossima annata, si alza ancora: "Ora ho una stagione d’esperienza alle mie spalle e devo compiere il passo successivo", afferma Banchero. "Posso e devo migliorare in tutto. Una cosa che sicuramente mi aiuterebbe sarebbe diventare un grande tiratore, e sto già provando a lavorarci. Voglio migliorare il mio tiro, soprattutto dalla linea da tre punti, ma voglio continuare ad aggiungere altre armi al mio gioco". Paolo Banchero ha 20 anni ("come noi"): ma già le idee molto chiare.