I Celtics avevano di fatto già rinunciato al miglior sesto uomo NBA in carica in una trade per Porzingis organizzata con i Clippers, e poi abortita. Ma gli strascichi di quell'operazione di mercato, e i guai fisici al gomito del giocatore, potrebbero condizionare la presenza in squadra di Brogdon ai Celtics
Prima che Boston mettesse le mani su Kristaps Porzingis sacrificando Marcus Smart (in una trade a tre con Memphis e Washington) lo scambio che pareva già concluso per arrivare al lèttone era quello (sempre a tre) con i Clippers, che avrebbero ricevuto dai Celtics Malcolm Brogdon. Solo che i problemi al gomito del sesto uomo dell'anno hanno spaventato la franchigia di L.A., che all'ultimo ha scelto di annullare la trade, convinta che il giocatore di Boston non sia integro fisicamente al 100%. E come quasi sempre accade in questi casi, un giocatore che resta in una squadra che aveva già scelto di rinunciare a lui rischia di diventare un problema per lo spogliatoio. È quello che Gary Washburn, penna storica del Boston Globe, pensa stia accadendo a Boston: "È infuriato con la società, e non credo che il dialogo tantato tra giocatore e squadra sia stato fruttuoso". Tanto che, secondo Washburn, ora Brogdon potrebbe tenere "in ostaggio" i Celtics, rifiutandosi di operarsi al tendine del gomito che continua a dargli problemi.
"Potrebbe preferire un lungo riposo, per far guarire il gomito in maniera naturale, senza dover ricorrere a un intervento chirurgico". Neppure a Boston sanno se questa sarà la posizione del giocatore, e si attende l'inizio del training camp per capirlo: coach Mazzulla aveva parlato di un "processo di guarigione necessario", non riferendosi al gomito quanto all'ego del suo giocatore. Che potrebbe essere più danneggiato del previsto.