Solo 8 partite nella sua stagione da matricola, ma mentre tutti parlano di Victor Wembanyama (o di Chet Holmgre) a Detroit sono già convinti di aver pescato un tassello importante per costruire la squadra del futuro. E Monty Williams non ha avuto dubbi a lanciare in quintetto fin dal via il suo rookie solo ventenne
Detroit non è partita bene, ha una squadra giovane e tanti progressi da fare. Ma nella Motown (pur solo con 2 vittorie nelle prime 8 gare) hanno anche motivi per sorridere. Il più evidente di tutti è la definitiva consacrazione di Cade Cunningham, che ha iniziato l'anno alla grande. Poi c'è l'ottimo avvio di stagione di Jalen Duren. Ma a guardare un po' meglio, quanto fatto vedere fin qui dalla 5^ scelta assoluta all'ultimo Draft, Ausar Thompson, è forse il segnale più interessante per il futuro dei Pistons. Monty Williams, l'allenatore di Detroit, l'ha capito subito. Tanto da fare di Thompson, 20 anni, uno dei suoi cinque titolari, fin dal primo giorno. E nelle prime 8 gare NBA il gemello di Amen (ai Rockets) ha collezionato fin qui 12.0 punti, 9.0 rimbalzi, 3.7 assist, 1.9 stoppate e 1.5 recuperi a sera. Le cifre però, come spesso accade, non dicono tutto. La difesa di Thompson è quello che più di tutto sta impressionando allenatori, compagni o semplici osservatori. "Può difendere sui migliori attaccanti della lega", diceva di lui il GM dei Pistons Troy Weaver la notte del Draft. Aveva ragione.
Il modo in cui resta davanti a uno dei penetratori migliori della lega, contestandogli il tiro (Shai Gilgeous-Alexander, limitato a 2/8 al tiro quando marcato da Thompson), è uno dei migliori esempi. "Il suo impatto difensivo sarà determinante fin dal primo giorno", assicurava Cade Cunningham, liberato dall'incombenza di doversi occupare del miglior attaccante avversario. Oggi ci pensa già Thompson (come dimostra qui contro Phoenix, dove - nel matchup diretto - ha forzato all'errore Durant nei primi 4 tiri della sua gara).
E poi ci sono le doti di rimbalzista e di stoppatore. "Alcuni rimbalzi che prende ti fanno dire: 'Hai visto cos'ha fatto?'", racconta coach Williams. "L'anno scorso eravamo una delle peggiori squadre a rimbalzo di tutta la lega - dice lui dei Pistons (27° per percentuale di rimbalzi difensivi catturati) - per cui provo a contribuire a migliorare questo dato". E oggi Detroit è sesta per percentuale di rimbalzi totali catturati e settima per quella difensiva. Gli istinti di Thompson fanno il resto, come dimostrato già in Summer League a Las Vegas (chiusa con 1.8 stoppate e 2.3 recuperi di media).
Difesa. IQ. Capacità di anticipare le giocate, sia in attacco che in difesa. Atletismo. Già in tre occasioni, dal via della stagione, ha rifilato almeno tre stoppate in singola partita: tre contro OKC, quattro contro i Phoenix Suns, addirittura cinque contro Miami.
In attacco poi non esige né tanti palloni, né tanti tocchi - ma non per questo non sa essere pericoloso. Non ha (ancora) tiro da tre ma compensa con il resto: taglia, attacca il ferro, ama scatenarsi in transizione, anche portando direttamente palla lui: "Per come la vedo io, ogni mio rimbalzo è un contropiede", dice. "Si dovrebbe parlare di più delle sue doti nel creare gioco, perché sa passare la palla", dice il suo compagno Cade Cunningham, e coach Monty Williams è d'accordo: "La sua abilità nel passare il pallone rende subito ogni suo rimbalzo difensivo un'arma offensiva". Insomma, a Detroit magari quest'anno non vedranno (ancora) tantissime vittorie, ma la strada sembra quella giusta. E il futuro, oltre che da Cunningham, passa di sicuro anche da Ausar Thompson.