L'arbitraggio nella gara persa a Phoenix ha sollevato le voci di protesta di coach Darvin Ham e di LeBron James, sorpresi dai pochi liberi fischiati a loro favore e infastiditi dalla percezione nella lega che ai gialloviola sia riservato un metro di arbitraggio favorevole
Zero liberi tentati - di squadra - in tutto il secondo tempo. Anthony Davis mai in lunetta in tutta la partita (prima volta in stagione, addirittura prima volta in carrriera se si considerano solo le gare in cui è rimasto in campo almeno 40 minuti). Solo 8 liberi di squadra in 48 minuti, contro i 19 tirati dai Suns. Sono bastate queste cifre perché a Los Angeles si alzassero voci di protesta abbastanza forti - l'allenatore Darvin Ham, ma anche lo stesso LeBron James - per giustificare in qualche modo la sconfitta subita in Arizona o (forse) per influenzare in qualche modo i fischi futuri verso i gialloviola (all'orizzonte c'è il derby, sempre sentito, con i Clippers). Una protesta che però se si allarga la visione non alla singola partita - campione statistico troppo relativo, di certo insufficiente - ma almeno ai dati stagionali appare immediatamente poco fondata. Non solo i Lakers (avevamo trattato il tema qui) sono la squadra con il differenziale più alto tra liberi tentati e liberi subiti (+316 al momento) ma anche le parole di LeBron James sono smentite dai dati che riassumono proprio quelle situazioni di gioco a cui la superstar dei Lakers fa riferimento. "Attacchiamo il ferro", ha detto il n°23 gialloviola, quando la squadra di coach Ham è 29^ su 30 per numero di penetrazioni in area.
"Lottare sotto canestro è quello che facciamo meglio", dice, ma in realtà per tocchi in area i Lakers sono solo 13° nella lega, parecchio distanti dai Nuggets che capeggiano la particolare graduatoria. Insomma, vale esprimere qualsiasi opinione, ma poi è cosa giusta anche sottoporre i pareri espressi al vaglio dei dati. Che in questo caso non sembrano dare ragione ai Lakers.