La stagione di Golden State si è conclusa con la netta sconfitta patita per mano dei Kings al play-in, ma tutta la regular season dei ragazzi allenati da coach Steve Kerr è stata caratterizzata da continui alti e bassi. Gli Warriors per come li conosciamo, quelli vincenti costruiti attorno a Curry, Green e Thompson, potrebbero essere arrivati alla fine della loro corsa. E il futuro riserva decisioni complicate da prendere al più presto per provare a tornare competitivi
- In un'annata all'insegna dall'incertezza, gli Warriors sono sembrati continuamente alla ricerca di una identià sempre sfuggita tra cambi di quinetti e momenti in cui l'equilibrio complessivo appareva vicino. seguiti da improvvisi tonfi che davano l'impressione di una squadra destinata a ricominciare da capo nel percorso di crescita dopo ogni passaggio a vuoto
- Il record ha portato due vittorie in più rispetto alla stagione precedente, ma laddove le 44 mandate a referto nella regular season 2022-23 erano bastate per aggiudicarsi il 6° posto a Ovest, le 46 di questa hanno portato solamente il 10° posto. Facile intuire come tutta la Conference, nell'arco di un anno, abbia alzato non di poco il livello medio di competitività
- I momenti in cui la squadra è sembrata trovare la coesione giusta sono stati troppo brevi e se si deve trovare uno spunto nella stagione di Golden State è forse necessario appellarsi alla promettente seconda parte di regular season giocata dai rookie Brandin Podziemski e Trayce Jackson-Davis, che si sono guadagnati sul campo la promozione nello starting five
- La batosta patita nel play-in è una ferita destinata a sanguinare per lungo tempo. Sulla carta Golden State aveva tutto ciò che serviva per fare il colpaccio a Sacramento e quindi lanciarsi in una possibile avventura da mina vagante a Ovest, ma l'attitudine mostrata nel corso della partita è risultata disarmante tanto quanto, se non addirittura più del risultato negativo
- La stagione, per quanto riguarda Steph Curry, ha fornito due risposte abbastanza chiare: il due volte MVP non è più in grado di trascinare da solo la squadra ai massimi livelli, ma allo stesso tempo può ancora essere la punta di diamante di una squadra con ambizioni. Scontato che Golden State riparta da lui
- Per molti motivi di carattere tecnico e contrattuale il futuro di Draymond Green e quello degli Warriors appare per forza di cose intrecciato. Dopo una stagione caratterizzata da intemperanze costate carissime, a lui e alla squadra, il suo valore sul mercato è al minimo storico e da un punto di vista tattico Green rimane il secondo giocatore più importante negli equilibri di Golden State
- Negli occhi rimangono gli zero punti e lo 0/10 dal campo nel play-in contro i Kings, ma tutta la stagione di Klay Thompson è stata un lungo passo indietro rispetto al passato, anche recente. L'impressione è che l'altro Splash Brother abbia infine cominciato a pagare i postumi dei tanti anni ad altissimo livello e i due pesantissimi infortuni patiti tra il 2019 e il 2020
- Molte delle speranze degli Warriors di restare ad alto livello passavano da un possibile salto di qualità da parte di Jonathan Kuminga. Un salto che però non si è visto, perché al netto di qualche singola prestazione notevole la continuità è rimasta un miraggio e i limiti già noti, in primis relativi alla capacità di leggere il gioco, non sono affatto spariti
- Il contratto di Thompson è in scadenza, mentre gli Warriors hanno tempo fino al 24 giugno per usicre da quelli di Chris Paul e Kevon Looney per la prossima stagione. Le decisioni che verranno prese su questi tre giocatori influenzeranno lo spazio salariale disponibile in estate e, considerate le nuove regole entrate in vigore in merito alla struttura salariale delle frachigie, anche la possibilità di poter usare le loro future scelte in eventuali trade
- Steve Kerr ha rinnovato fino al 2026, che poi sarebbe anche la scadenza del contratto di Curry. Coach e stella dovrebbero quindi essere i due punti fermi attorno a cui costruire una squadra che con ogni probabilità sarà sostanzialmente diversa da quella che ha appena chiuso la stagione in maniera così deludente
- L'unica via per tenere la propria scelta da parte di Golden State consiste nella possibilità, in verità piuttosto remota (3.5%) che la Lottery li premi con una posizione in top 4. Viceversa a chiamare con la scelta degli Warriors saranno i Blazers, come risultato della trade per Gary Payton II dello scorso anno
- Le chance di poter scegliere nelle posizioni alte del Draft è davvero remota, ma in caso di colpo di fortuna clamoroso non è da escludere che Golden State, la cui priorità sarà costruire una squadra da subito competitiva attorno a Curry, possa usare la scelta in eventuali trade