NBA, la zona di Miami può essere un'arma contro Boston? La lavagna tattica. VIDEO

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Prendendo spunto da una gara di play-in (quella contro Philadelphia), Matteo Soragna analizza la peculiarità della difesa a zona degli Heat, per tutto l'anno la squadra che ha utilizzato maggiormente questa soluzione difensiva. Spesso molto bene, con meno fortuna in gara-1 contro Boston, che ha punito la scelta di Spoelstra con i tiri da tre punti (22 triple in totali, 4 contro gli Heat schierati a zona). Ma in gara-2 potrebbe tornare d'attualità

Sotto 1-0 e ancora senza Jimmy Butler e Terry Rozier, Miami si prepara a una gara-2 contro Boston che sa tanto già di disperazione. Travolti dalle 22 triple subite in gara-1, coach Spoelstra dovrà inventarsi qualcosa per provare a rallentare il miglior attacco NBA, e una soluzione potrebbe essere la difesa a zona, specialità degli Heat già in stagione regolare (sono la squadra che l’ha usata di più) e utilizzata con molto successo anche nella prima gara di play-in (seppur persa, di un solo punto) contro Philadelphia. Come evidenzia Matteo Soragna in questa lavagna che sottolinea i meriti degli uomini di Spoelstra (insieme alle lacune nella lettura da parte dei giocatori dei Sixers). Nelle 44 azioni difensive in cui Miami si è presentata con uno schieramento a zona, in ben 30 occasioni Philadelphia non è riuscita ad andare a punti (il dato dei punti per possesso dei Sixers contro la zona degli Heat è stato un misero 0.773). 

Contro Boston, invece, utilizzata in nove possessi in tutta gara-1, la zona di Miami ha avuto poco successo nel provare a fermare l’attacco dei Celtics, che in quei nove possessi è sempre arrivato al tiro, segnando cinque volte (in 4 occasioni da tre punti) e sbagliando quattro, per un’efficienza offensiva spaventosa (più di un punto e mezzo per possesso). Dati che devono cambiare se Miami vuole avere una speranza in gara-2. 

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