NBA, Denver sembra imbattibile, l'eliminazione è vicina: i Lakers con le spalle al muro
Quella arrivata nella notte per 112-105 è stata l'11° sconfitta consecutiva rimediata dai Lakers contro i Nuggets, e ha portato la serie sul 3-0 in favore dei campioni NBA in carica. Dopo il 4-0 patito nella finali della Western Conference un anno fa, lo spettro di un altro "cappotto" per mano di Denver si fa ora sempre più concreto. E in casa gialloviola si potrebbe già cominciare a pensare al futuro, con tante questioni ancora da risolvere per provare a tornare davvero competitivi
GARA-3: IL MICROCOSMO DI UN CONFRONTO IMPARI
- La sconfitta maturata durante la notte in gara-3 è il microcosmo del confronto tra Lakers e Nuggets delle ultime due stagioni. Non c'è poi molto da rimproverare a LeBron James e compagni, che hanno provato a fare ciò che potevano, mostrando anche buoni sprazzi soprattutto nella prima parte di gara, ma che sono comunque scivolati verso un esito negativo che sembrava quasi inevitabile
LA SINDROME DA STRESS POST-TRAUMATICO
- Gara-3, con il suo lento scivolare in direzione di Denver, è sembrata risvegliare nei Lakers l'incubo delle ultime finali della Western Conference. Una serie, quella giocata poco più di un anno fa, in cui i gialloviola si erano dimostrati competitivi, sfiorando in alcuni casi il colpaccio ma finendo comunque per perdere 4-0
UN FILOTTO DI 11 SCONFITTE
- Sconfitte consecutive in regular season: 4. Sconfitte consecutive ai playoff: 7. È questo l'impietoso ruolino di marcia tenuto dai Lakers, che contro i campioni NBA in carica non vincono una partita dal 16 dicembre 2022
NON BASTA NEMMENO UN ANTHONY DAVIS AL TOP
- Nelle tre partite giocate fin qui contro i Nuggets nella serie di primo turno, Davis sta viaggiando a 32.3 punti, 13.3 rimbalzi e 3.3 assist di media, alternandosi in maracatura diretta o in aiuto nel tentativo (al momento non riuscito) di risolvere l'enigma Jokic
LEBRON FA QUEL CHE RIESCE
- 26.3 punti, 9.7 assist, 6.7 rimbalzi di media, 56.4% dal campo e 41.2% da tre. Pure le cifre di James raccontano di una serie giocata a livello eccellente fin qui, eppure anche gli sforzi del super veterano sembrano essere vani
AUSTIN REAVES NON INGRANA
- I problemi, in casa Lakers, affiorano quando si guarda al cast di supporto per le due stelle. A cominciare da Reaves, autore di qualche buona giocata ma drammaticamente latitante al tiro dalla lunga distanza, dove agli scorsi playoff aveva colpito con il 44.3% di media. Nelle prime tre gare contro Denver la guardia gialloviola ha tirato con il 31.3% da tre
PLAYOFF D-LO: UN DISASTRO
- Per molti versi tra le sorprese più positive della regular season dei Lakers, D'Angelo Russell è passato dal segnare 18 punti di media con il 45.6% dal campo e il 41.5% da tre al segnarne 12 contro i Nuggets, tirando con il 32.6% dal campo e il 30.8% da tre. E in gara-3 è arrivato addirittura lo zero a tabellino con 0/7 dal campo
HACHIMURA, UN ANNO DOPO
- Ai playoff 2023 Rui Hachimura era stato spesso l'X Factor dei Lakers, adattandosi a diversi ruoli e facendosi trovare pronto nei momenti decisivi. Contro Denver, però, al giapponese è toccato spesso provare a marcare Jokic. Il risultato? Un plus/minus di -9.7 di media nelle prime tre gare della serie
DARVIN HAM, IL DILEMMA JOKIC E LE ARMI SPUNTATE
- Subito dopo la sconfitta di gara-3 coach Darvin Ham ha ammesso: "Non ci resta che pensare a gara-4, non abbiamo altro a cui aggrapparci ora come ora". A molti è sembrata un'ammissione di inferiorità nei confronti di Denver, e in effetti l'allenatore gialloviola ha provato a fare ciò che poteva, alternando per esempio Davis in marcatura su Jokic e in aiuto ogni volta che il serbo aveva il pallone tra le mani, ma con risultati davvero quasi inesistenti
IL FUTURO NON È SCRITTO
- La vittoria della NBA Cup prima e un buon finale di regular season poi avevano fatto maturare aspettative forse eccessive in casa Lakers, ma di certo un'eliminazione, magari per 4-0, al primo turno rappresenterebbe una delusione pesante. Ed è probabile che l'estate porterebbe inevitabili cambiamenti, magari in panchina e di certo nei nomi a roster. A cominciare da LeBron James, che non ha ancora deciso se avvalersi della player option e rimanere in gialloviola anche per la stagione 2024-25