La stagione di Phoenix è finita male, anzi malissimo, e le voci sul malcontento di Kevin Durant hanno cominciato a filtrare subito dopo l'eliminazione subita per mano di Minnesota. Il resto della NBA ha preso nota, perché anche a quasi 36 anni l'ex Nets e Warriors rimane un giocatore con pochi eguali nella lega. E in caso di rottura con i Suns, "Bleacher Report" ha provato a ipotizzare cinque approdi possibili per KD
- Arrivato a Phoenix a febbraio dello scorso anno, Durant ha un contratto che lo lega ai Suns fino al termine della stagione 2025-26. Come già successo in passato, però, subito dopo la sconfitta in gara-4 contro i T'Wolves e l'eliminazione dai playoff sono cominciate a circolare voci circa il suo malcontento e la sua scarsa fiducia nel progetto tattico della squadra
- Per strapparlo a Brooklyn meno di un anno e mezzo fa i Suns hanno smontato la struttura del loro roster e ceduto quattro prime scelte al Draft e uno swap. Intuibile quindi come a Phoenix l'intenzione sia quella di tenersi Durant e provare a far fruttare un investimento costosissimo per il futuro della franchigia, ma nel caso in cui il giocatore puntasse i piedi la decisione di scambiarlo potrebbe diventare quasi inevitabile
- Una squadra dal formidabile gruppo di giovani, che ha già chiuso la regular season in testa alla Western Conference e che potrebbe vedere nel super veterano il tassello mancante per fare il salto di qualità definitivo
- Il fascino di un ritorno a OKC dopo quasi dieci anni e la prospettiva di poter agire in un contesto dove il grosso del lavoro su entrambi i lati del campo spetterebbe ai compagni più giovani e Durant potrebbe rappresentare il valore aggiunto nei momenti cruciali della stagione
- A Miami, finché c'è Jimmy Butler a South Beach, non dispiacerebbe tentare un all-in per il titolo. E dal punto di vista tattico Durant sarebbe un innesto pressoché perfetto per le esigenze degli Heat
- Per Durant la scelta di Miami potrebbe essere per certi versi suggerita da motivi simili a quelli che l'aveano spinto a Golden State nel 2016: una guida tecnica di altissimo valore, una squadra dall'identità solidissima e una franchigia che gli permetterebbe di pensare solo a giocare a basket
- Un matrimonio che si poteva consumare già nell'estate del 2019, quando Durant scelse l'altra squadra della città. Recuperare non sarebbe impossibile, anzi
- Giocare accanto a Jalen Brunson e provare a far fare il salto verso lo status di contender a tutti gli effetti alla squadra, magari prendendosi anche una rivincita nei confronti dei "cugini" Nets, con cui Durant non si è lasciato benissimo
- A proposito di ritorni, la Baia era già stata considerata una destinazione possibile in uscita da Brooklyn e potrebbe tornare d'attualità. Entrambe le parti difficilmente direbbero di no se si presentasse davvero l'occasione
- C'è poco da discutere: nei tre anni a Golden State Durant ha giocato la sua miglior pallacanestro, riempiendo la sua bacheca personale fin lì abbastanza vuota. Certo, di tempo ne è passato e né lui né Curry, Green e Thompson sono più gli stessi, ma la tentazione di provare un reboot della celeberrima Super Death Lineup potrebbe essere forte
- Ai Sixers, costruiti attorno a Joel Embiid e Tyrese Maxey per dare la caccia al titolo, servirebbe giusto un'ala dalla buona versatilità e in grado di mettere punti a tabellino, magari sapendo anche crearsi un tiro da solo
- A Philadelphia Durant troverebbe forse le maggiori chance di vincere un altro titolo, agendo da terzo violino di super lusso accanto alle due stelle della squadra