La stella dei Sixers - che non ha ancora debuttato in stagione per i problemi al ginocchio - sbotta contro tifosi e addetti ai lavori che lo criticano. "Quando sento qualcuno che dice che non voglio giocare penso di aver fatto troppo per questa città, mettendo a rischio me stesso, perché la gente parli così"
La stagione a Philadelphia non è certo inziiata nel migliore dei modi. Joel Embiid e il nuovo big Paul George devono ancora scendere in campo per i rispettivi guai fisici, e i Sixers languono nella parte bassa della Eastern Conference con una sola vittoria in quattro partite. I due non giocheranno neanche questa notte nella sfida interna con Memphis, e il clima intorno alla squadra inizia a essere pesante. Il camerunese, reduce dall'oro olimpico vinto con la maglia di Team USA, non ha più toccato il campo dopo i Giochi, saltando tutta la preseason e le prime gare di regular season. A tenerlo fuori i problemi al ginocchio sinistro, che lo avevano già costretto a saltare buona parte della passata stagione.
La dura reazione alle critiche
Le parole di Embiid avevano già fatto discutere a inizio stagione. L'MVP 2023 aveva infatti dichiarato che non avrebbe mai più giocato un back-to-back in carriera, e questo atteggiamento era stato visto da alcuni come un modo di 'tirarsi indietro', invece di impegnarsi e dare il 100% per la squadra. Da lì sono arrivate molte critiche da alcuni addetti ai lavori - su tutti Charles Barkley - ma anche da una parte dei tifosi dei Sixers. Attacchi che a Embiid non sono andati eveidentemente giù. "Se il tuo corpo non reagisce bene ti manda un messaggio, quello di fermarti. Mi sono rotto due volte la faccia, rientrando prima con il rischio di compromettere la vista. Mi sono rotto le dita, e sono di nuovo tornato. Quando sento la gente dire che non voglio giocare penso di aver dato troppo per questa città, mettendo a rischio me stesso, per sentire la gente parlare così".