Anche questa notte Darius Garland è risultato decisivo per i Cleveland Cavaliers, risolvendo con 40 punti una partita complicata contro i Toronto Raptors. Già dopo la vittoria nel big match contro Oklahoma City il playmaker aveva messo in chiaro le sue idee: "Cerco di essere il più umile possibile, ma dovrei andare all’All-Star Game. Anzi, dovremmo andarci in quattro"
I Cleveland Cavaliers stanno viaggiando a un ritmo da record, vincendo 33 delle prime 37 partite stagionali e tenendo in vita, in proiezione, la possibilità di raggiungere i Golden State Warriors delle 73 vittorie nel 2015-16. Una marcia che passa anche da partite come quella di questa notte contro Toronto: privi di Donovan Mitchell, i Cavs avevano poche energie da spendere, dopo il grande sforzo profuso nel big match contro Oklahoma City solamente 24 ore prima. Quella contro i canadesi aveva tutte le caratteristiche per diventare una "partita trappola", come l’ha definita coach Kenny Atkinson, complice un avversario in grande serata offensiva (quasi il 60% al tiro e il 45% da tre punti, 42 punti nel solo terzo quarto) e poche energie nel serbatoio. Anche stavolta però i Cavs hanno trovato il modo di vincerla, affidandosi a un giocatore fin troppo sottovalutato per il suo rendimento quest’anno: Darius Garland. Il playmaker ha infatti scelto un gran momento per realizzare il suo massimo stagionale da 40 punti e 9 assist, segnando 14 dei 22 tiri tentati di cui 4/7 dalla lunga distanza, con 14 punti nel solo quarto periodo giocato per intero. Porta la sua firma anche la tripla che ha portato i Cavs a +5 a 39.6 secondi dalla fine, di fatto mettendo fine alla sfida per il delirio della Rocket Mortgage Fieldhouse.
Garland: "Sono daAll-Star Game, dovremmo andarci in quattro"
Prestazioni come quella di stanotte sono il lasciapassare ideale per un posto all’All-Star Game, al quale Garland ha già partecipato nel 2021-22 al suo terzo anno in NBA. I successi di squadra e la qualità delle sue prestazioni però dovrebbero valergli un posto a San Francisco, e secondo lui non dovrebbe nemmeno essere l’unico: "Cerco di essere il più umile possibile, ma dovrei andare all’All-Star Game. Anzi, dovremmo andarci in quattro". Il riferimento è ovviamente a lui, Donovan Mitchell (secondo nelle votazioni dei tifosi tra le guardie per l’ASG), Jarrett Allen (che come lui era stato All-Star nel 2022) e Evan Mobley, per il quale anche Mitchell ha speso parole di elogio. Un inizio di stagione visto solo altre sei volte nella storia della NBA meriterebbe un riconoscimento del genere, considerando anche che diversi protagonisti come Paolo Banchero, Franz Wagner o Joel Embiid potrebbero non essere eleggibili per le poche presenze accumulate.