NBA, lo chiamavano "Superman": Dwight Howard entra nella Hall of Fame degli Orlando Magic
NBAOtto stagioni a Orlando (e più di 620 partite, solo di regular season) danno l'idea del contributo dato da Dwight Howard alla franchigia della Florida, che ha voluto tributargli il massimo onore. Tre volte difensore dell'anno, sei volte All-Star, cinque volte nel primo quintetto NBA, Howard ha trascinato i Magic fino alla finale NBA nel 2009, solo cinque anni dopo essere stato la prima scelta assoluta al Draft
Il nome di Dwight Howard ora si unisce a quelli di Shaquille O'Neal e Penny Hardaway, piuttosto che a quelli di Tracy McGrady e Nick Anderson o Dennis Scott, ovvero tra i grandi giocatori che hanno fatto la storia dei Magic. L'ex centro di Orlando, infatti, è stato inserito nella Hall of Fame della franchigia della Florida, riconoscimento che negli anni ha premiato anche dirigenti e allenatori che hanno dato un grande contributo alla storia della squadra. "Quelle che vedete sono lacrime di gioia", ha detto il giocatore soprannominato (non tra mille polemiche, soprattutto con Shaquille O'Neal, "Superman"). "Lacrime di gioia per quel bambino di 10 anni che diceva a tutti di voler diventare la prima scelta assoluta al Draft. Per quel ragazzo di 18 anni a cui sono state date le chiavi di una franchigia e di una città. Lacrime per gli alti e bassi di questo mio lungo viaggio nella NBA. Ma il cerchio ora si è chiuso e voglio ringraziare ancora una volta questa società per avermi voluto includere nella loro Hall of Fame", ha dichiarato Howard alla cerimonia di induzione. Il suo posto nella storia dei Magic non è in discussione: terzo per gare disputate, è primo all-time per punti (11.435), rimbalzi (8.072), stoppate (1.344) e minuti (22.471), oltre che per liberi tentati ma anche segnati (nonostante i tanti errori).
Nella sua carriera a Orlando, dove ha trascinato i Magic in finale NBA nel 2009 (perdendola con i Lakers, la squadra con la quale poi - nel 2020 - vincerà l'unico titolo NBA della sua carriera), Howard è stato votato per tre anni consecutivi miglior difensore della lega (nel 2009, nel 2010 e nel 2011), ha ricevuto sei convocazioni per l'All-Star Game e per cinque volte è stato incluso nel primo quintetto NBA. E dopo quella di Orlando, un'altra Hall of Fame, ancora più prestigiosa, protrebbe aprirgli le sue porte: il suo nome è anche tra quelli dei candidati a entrare nell'arca della gloria di Springfield, massimo onore per qualsiasi giocatore di basket.
