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NBA, il caso Bailey anima il Draft: lui voleva Washington, ma l’hanno scelto i Jazz

NBA

Dato a lungo come terzo in comodo dietro solo a Cooper Flagg e Dylan Harper, Ace Bailey ha visto le sue quotazioni scendere sensibilmente negli ultimi giorni prima del Draft. Anche a causa del suo rifiuto di fare dei provini con le singole squadre, strategia che avrebbe dovuto portarlo all’obiettivo sperato: essere scelto da Washington con la 6^ chiamata. Solo che i Jazz, titolari della 5^ scelta, hanno deciso lo stesso su di lui

Per molto, molto tempo i vari Mock Draft che accompagnavano l’attesa verso l’ingresso dei nuovi talenti pronti a mettersi alla prova in NBA hanno avuto in comune una, anzi tre certezzeCooper Flagg, Dylan Harper e Ace Bailey. Era questo l’ordine con cui sarebbero stati chiamati i primi tre giocatori al Draft 2025, senza grandi margini di discussione. Nelle settimane precedenti al Draft, però, pur restando inamovibili i primi due nomi, su Bailey sono cominciati a emergere diversi interrogativi. Interrogativi, va detto, alimentati anche dal rifiuto opposto dal giocatore alla richiesta di effettuare dei provini individuali con le squadre che avrebbero potuto sceglierlo, a partire da Philadelphia, titolare per l’appunto della 3^ chiamata. Una strategia, quella di Bailey e del suo agente Omar Cooper, il cui obiettivo è emerso chiaro solo dopo il Draft stesso. Già dal momento delle dichiarazioni subito dopo la scelta che l’ha visto coinvolto (“Posso controllare solo ciò che posso controllare”), però, qualche segnale era arrivato. 

Bailey, Washington e il fattore Ainge

Secondo quanto riportato da ‘ESPN’, infatti, proprio Cooper avrebbe informato le squadre in topo-5 al Draftche il suo assistito non avrebbe accettato di essere scelto da una tra Dallas, San Antonio, Philadelphia, Charlotte e Utah. Il messaggio, però, considerato per l’appunto come Mavs e Spurs fossero già decisi a chiamare Flagg e Harper, era più che altro rivolto a Sixers, Hornets e Jazz. L’obiettivo? Finire in 6^ posizione, ovvero a Washington, destinazione gradita. E dopo che Philadelphia e Charlotte, chiamando rispettivamente V.J. Edgecombe e Kon Knueppel, avevano abbozzato, il piano di Bailey e Cooper sembrava poter andare in porto. Solo che sulla loro strada si è stagliato Danny Ainge, a capo del front office di Utah e noto per essere uno dei dirigenti più scafati di tutta la lega. Ainge, valutato il talento potenziale a disposizione, si è quindi bellamente fregato delle indicazioni più o meno palesi arrivate dal giocatore e dal suo entourage, e ha scelto lo stesso Bailey. E poco dopo la chiamata dei Jazz, lo stesso Cooper si è affrettato a smentire lo scarso gradimento del suo assistito per la nuova destinazione, anche se le parole e l’espressione dell’ormai ex Rutgers al momento della scelta non lasciano grandi dubbi in merito. 

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