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NBA, Riccardo Fois a Sky: "Ai Knicks servivano accorgimenti, non stravolgimenti"

NBA

Zeno Pisani [video: Sheyla Ornelas]

Riccardo Fois, assistente allenatore di Mike Brown ai New York Knicks, ai microfoni di Sky Sport ha fatto il punto sul suo trasferimento nella Grande Mela, sulla combinazione tra Karl-Anthony Towns e Mitchell Robinson, e su una Eastern Conference più competitiva che mai, senza dimenticare l’esordio di coach Luca Banchi sulla panchina della nazionale, di cui è assistente

Per la prima volta in carriera vieni a allenare sulla East Coast: com'è stato il passaggio da Sacramento a New York?

"Sono molto contento di essere qui con Mike Brown. C’è stata l’opportunità di poter continuare a lavorare con lui, e non capita spesso di poter essere con uno dei migliori allenatori della storia di questa lega. Sono contento per l'opportunità di venire a lavorare in una piazza storica, in una città come New York e in un'organizzazione da così tanto cerca di arrivare a quel titolo che è riuscita a raggiungere solo due volte nella storia".

 

A livello tecnico e tattico, cos'è cambiato da Thibodeau a Mike Brown, su cosa avete insistito?

"È difficile da dire perché io non ero qui con Thibodeau, quindi è chiaro che la squadra è diversa , più che altro perché ogni annata è diversa. Mike ha i suoi principi ed è su quello che lavoriamo. È chiaro che la base della squadra era già buona, perché comunque è da tanti anni che fanno bene e vanno ai playoff, e l'anno scorso sono riusciti ad arrivare in finale di conference, quindi non c'era da stravolgere da capo tutta la squadra. Serve fare degli accorgimenti: bisogna ancora arrivare al punto in cui i giocatori riescono a fare le cose richieste a Mike, però poco a poco penso che quello non sia un problema quando si ha una base così positiva, anche fatta dal grande lavoro di Thibodeau prima di noi".

 

State giocando molto con Mitchell Robinson e Karl-Anthony Towns insieme: ovviamente ne guadagnate dal punto di vista difensivo, faticate un po' di più dal punto di vista offensivo. Su cosa state lavorando?

"Sì, penso che è il trend su cui sta andando la NBA in questo momento: dopo il periodo dello small ball sta tornando ad essere una lega molto fisica e molto lunga, e quindi uno deve essere preparato a giocare con diversi quintetti. Abbiamo la fortuna di avere un giocatore come Towns che può giocare sia da 5 che da 4, l'ha fatto in carriera benissimo anche quando era a Minnesota, quindi non penso ci siano problemi dal punto di vista della squadra, è solo una questione di adattamento. L’anno scorso hanno giocato insieme ai playoff ma durante l'anno Mitchell era infortunato quindi non hanno potuto probabilmente trovare quella chimica se non solo all'ultimo momento. La loro combinazione è qualcosa su cui assolutamente costruiamo perché sono due dei giocatori più importanti della nostra squadra e quindi farli giocare insieme può essere una carta importante".

 

Nel vostro inizio siete stati penalizzati un po' dagli infortuni, ma tra le varie Toronto, Miami, Cleveland, chi è che ti ha più impressionato nella Eastern Conference?

"In questo momento bisogna dire Detroit perché sono i primi. Stanno giocando molto bene, hanno un giocatore come Cade Cunningham che è eccezionale, hanno un giocatore come Jalen Duren che forse è il più migliorato in questo momento della lega. L’Est è molto equilibrato: vuoi per gli infortuni di Boston e Indiana e vuoi per una crescita interna, ma ci sono tante squadre che quest'anno hanno fiutato la possibilità di poter arrivare alla finale, e quindi tutte quelle che stiamo affrontando sono partite super competitive. Cleveland, Detroit, Miami e Toronto stanno facendo benissimo: secondo me il livello della Eastern Conference è il più alto degli ultimi anni. Gli infortuni sono una cosa che capita a tutti, a noi come agli altri, quindi non sono una scusante. Poi è chiaro che per vincere il titolo devi sempre passare ad Ovest, che sia Denver o OKC piuttosto che i Lakers o Houston, però ad Est mi sento di dire che c'è veramente molta competizione".

 

L'ultima battuta sulla Nazionale con Banchi, visto che farai parte del suo staff. Cosa ne pensi delle ultime partite e dei giovani che sono stati convocati?

"Seguo da diretto interessato da lontano, ovviamente ho sofferto per le due partite di qualificazione, ma i ragazzi hanno fatto una partita straordinaria per vincere in Lituania, una partita decisiva già per il nostro girone. Per molti di loro era la prima volta veramente da protagonisti in Nazionale: andare a vincere una partita di quel peso è stato un gran bel segnale. Abbiamo tanti ragazzi giovani e tanti giocatori che stanno facendo benissimo nel campionato italiano, quindi per loro è stata un'occasione che sono riusciti a cogliere a pieno, soprattutto nella partita con la Lituania. Sono curiosissimo di vederli adesso nelle prossime due partite con la Gran Bretagna e non vedo l'ora di aggiungermi anche io a tutti i ragazzi la prossima estate".

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