Rugby a 7, Dupont ci mette la faccia e regala l'oro alla Francia

Olimpiadi
Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

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La decisione di dirottare il miglior giocatore del mondo dal rugby a 15 a quello a 7, altrettanto antico e nobile ma inserito nei Giochi solo dal 2016 non solo apre un nuovo fronte ma permette al campionissimo di completare il suo già incredibile palmares

OLIMPIADI 2024, IL SECONDO GIORNO LIVE

Monsieur Dupont ha una faccia da rugby, un nome molto francese, buono per entrare in un racconto di Simenon, e nella vita fa il mediamo di mischia a Tolosa. Lo vedi nelle pubblicità più che nei libri, lo vedi da capitano nel Sei Nazioni, 3 volte miglior giocatore del torneo, e miglior giocatore del mondo (esiste una classifica…World Rugby Player of the year) nel 2021. Tolosa per il rugby è come il Real Madrid nel calcio, per i trofei vinti, in questa stagione doppietta campionato (Top14) e Champions. Però nel Sei Nazioni 2024 Dupont non è stato usato, non l’hanno proprio convocato. Follia? No, anzi, strategia per un progetto chiaro: ci sono le Olimpiadi in casa, c’è il rugby, nella versione a 7, e ci serve qualcuno che possa riempire lo stadio e magari la casella medaglie.  Allora nelle finestre per le nazionali Dupont viene sì convocato ma per i tornei a 7.

 

 

 

L'importanza (non solo francese) del rugby a 7

Il rugby a 7, seven nella dicitura ufficiale, è uno sport diverso dal classico a XV, una versione liofilizzata che si gioca in 2 tempi da 7 minuti sullo stesso campo del XV con fasi di conquista (mischia e touche) “soft”. Esiste dal 1883, Melrose, Scozia, non un’invenzione contemporanea del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, che propone sport sempre più rapidi, facili, per i giovani, con una soglia di attenzione e sopportazione ridotta. Tipo skateboard, breakdance, arrampicata sportiva, tanto per fare nomi. Introdotto a Rio nel 2016 ha avuto anche a Tokyo 2020 lo stesso vincitore, le Isole Fiji.

Monsieur Dupont alla conquista di Parigi

Di nuovo in finale, anche a Parigi, con la novità della Francia, mai in zona medaglia, e di Monsieur Dupont. Primo tempo in panchina e secondo da risolutore: due mete, un assist e medaglia d’oro. Decisivo, come sempre. Ha spaccato la partita. E l’idea della FFR, la federazione francese di rugby, ha stravinto. Ma non aspettatevi adesso di vedere Lebron James nel basket 3x3, o anche più semplicemente Leon nel beach volley. I soldi non c’entrano, c’è il senso della sfida, e quel senso innato di essere decisivi e di riuscire a fare la cosa giusta nel momento giusto, e di capire che le Olimpiadi sono qualcosa di unico. Di inarrivabile per il rugby a XV, con squadre di più di 30 persone, staff enormi, analisti, medici, fisioterapisti, dirigenti. La versione di Bach, presidente CIO, prevede, nella cosiddetta Agenda 2020, sport snelli, ridotti all’osso. Poche persone per evitare il gigantismo. E poi il rugby tradizionale non consente di giocare un paio di partite al giorno, al massimo una ogni 5-6 giorni. I mondiali, infatti, durano quasi 2 mesi, e le olimpiadi potrebbero al massimo organizzare un torneo a 8 squadre con inizio prima della cerimonia inaugurale…insomma non si può fare. Ma da adesso si ragionerà in modo diverso: Monsieur Dupont, a 27 anni, non a fine carriera, nel Seven ci ha messo la…faccia!