Olimpiadi, Marcell Jacobs in conferenza: "Vinto da outsider, posso rifarlo da campione"

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Il campione in carica dei cento: "Tre anni fa ero una persona completamente diversa, arrivare qui da campione in carica mi dà tanta autostima. Tutti si aspettano tanto e c'è pressione, ma in questi primi giorni al villaggio ho avvertito vibrazioni positive". E sui rivali: "Lyles non in pole, mi spaventa di più Thompson"

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"Tre anni fa ero una persona completamente diversa, arrivavo da outsider ed ero alla mia prima Olimpiade, oggi ci arrivo da campione olimpico e questo mi dà tanta autostima. Penso che come l'ho fatto una volta posso farlo di nuovo". Lo ha detto Marcell Jacobs, oro olimpico di Tokyo, in conferenza a Casa Italia in vista della gara principe dell'atletica leggera alle Olimpiadi, i suoi cento metri. Il 3 agosto, in mattinata, sono previsti i turni preliminari, poi l'appuntamento da cerchiare in rosso sul calendario è per domenica 4 agosto: alle 20.05 per la semifinale e alle 21.50 per la finalissima.

"Vibrazioni positive"

"C'è pressione, tutti e in primis me stesso, si aspettano tanto - ha aggiunto Jacobs in conferenza -. Ma la sto usando come spinta e non come peso". Poi sugli obiettivi dell'anno: "Ne avevo tre, stare in salute e lo sono, vincere gli Europei e poi le Olimpiadi, tocchiamo ferro… ma in questi primi giorni al villaggio ho vibrazioni positive. Come sto? Fisicamente sto molto bene, le sensazioni sono ottime. Sono sereno e ho tanta voglia di divertirmi. Le semifinali saranno la parte più complicata, in quindici o sedici atleti possono puntare alla finale, sarà una questione di dettagli. Vince chi sbaglia meno". E sull'essere al centro delle attenzioni mediatiche da re dei cento e campione in carica: "Tanti atleti mi vengono a chiedere le foto? Sì, è già successo e fa molto piacere, se incontrassi LeBron James nella mensa del villaggio gli chiederei di corsa una foto… anche se non succederà mai. I giornali esteri mi hanno tutti chiesto di quanta pressione io stia avvertendo, ho risposto che ho lavorato molto anche su questo aspetto mentale". 

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"Lyles non in pole, mi spaventa di più Thompson"

Sugli avversari: "Lyles non lo vedo in pole, non è quello che ha corso più forte, mi spaventa di più il giamaicano Thompson. Noah arriva però con la mentalità da campione, inoltre è campione del mondo nei 100, 200 e staffetta ma non vuol dire che sia imbattibile. Quando hai tanta pressione sulle spalle diventa tutto più difficile". E quanto ai tempi per il podio: "Penso servirà stare sotto i 9.85, l'obiettivo non è il tempo, ma correre forte e andare in finale. Non penso si faranno tempi stratosferici, poi da quando ho vinto io a Tokyo nessuno ha mai vinto con meno di 9.80". Infine una domanda sul grande sogno olimpico: "Cosa direi al me stesso bambino? Nulla, credo che tutto quello che mi è successo mi è servito per arrivare dove sono oggi. Ho sempre sognato ad occhi aperti".