La polizia spara, carica ed esulta: tutto tranquillo

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Domenica di violenza a Papua Nuova Guinea dopo il match perso dalla nazionale di casa contro l'Australia: ma gli incidenti, secondo le forze dell'ordine, non hanno portato a ferimenti né ad arresti

Tifosi che scavalcano per entrare allo stadio, cariche della polizia prima e dopo la partita e un buon numero di colpi d'arma da fuoco esplosi in area per disperdere la folla. La solita domenica di violenza nel calcio? No, è la normale amministrazione del rugby a XIII a Papua Nuova Guinea. Normale al punto che la polizia stessa, dopo la sconfitta patita dalla nazionale di casa contro l'Australia, brinda a una domenica tutto sommato tranquilla e rimanda a casa i supporter più agitati con una pacca sulla spalla: perché, parola degli agenti e della squadra ospite, tutto sommato sono bravi ragazzi.

Questi i fatti. Durante e dopo il match vinto dall'Australia a Port Moresby contro i padroni di casa di Papua Nuova Guinea, la polizia ha dovuto disperdere con cariche e colpi di pistola esplosi in aria un gran numero di tifosi. Spari necessari, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Australian Associated Press, per convincere gli appassionati a desistere dal tentativo di scavalcare le recinzioni, protette da filo spinato, del Lloyd Robson Oval.

Gli incidenti, secondo le forze dell'ordine, non hanno portato a ferimenti né ad arresti. Tutto bene, dunque, secondo la polizia, che attraverso l'ispettore Andy Bawa ha espresso soddisfazione per la gestione dell'evento sportivo, definito "più controllato del solito".