BergaMirco ci crede: “6 Nazioni obiettivo realizzabile”

Rugby
Mirco Bergamasco, uno dei punti di forza dell'Italrugby in vista del 6 Nazioni 2012 (Foto Getty)
MILAN, ITALY - NOVEMBER 14:  Mirco Bergamasco of Italy (11) and his team-mates makes their way onto the pitch prior to the start of the international rugby match between Italy and New Zealand at the San Siro Stadium on November 14, 2009 in Milan, Italy.  (Photo by Paul Gilham/Getty Images) *** Local Caption *** Mirco Bergamasco

L’INTERVISTA. A meno di due mesi dal via del torneo, l’ala azzurra promuove il nuovo ct Brunel (“Mi è piaciuta la sua sicurezza”), ricorda l’ex tecnico Nick Mallett e confida nella rinascita italiana: "Ho fiducia in Monti e nel nostro Paese". LA GALLERY

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di Claudio Barbieri

Dal suo piede, lo scorso 12 marzo, è partito il calcio probabilmente più importante della storia recente del rugby italiano, quello che ha permesso alla Nazionale italiana di battere la Francia al Flaminio nell’ultimo 6 Nazioni. E pensare che Mirco Bergamasco, calciatore, lo è diventato per necessità. Lui, uno dei tre quarti/ala più forti d’Europa, si è messo a disposizione della squadra, e ha imparato a calciare in mezzo ai pali. Esattamente come i grandi Diego Dominguez o Johnny Wilkinson.

85 caps, personaggio mediaticamente tra i più noti del panorama della palla ovale, il 28enne padovano è in pianta stabile in maglia azzurra dal 2002, quando esordì, guarda caso, proprio contro la Francia. E Oltralpe Bergamirco ha trovato squadra (Metro Racing Paris) e amore. In questi giorni il più giovane dei fratelli Bergamasco, dopo la cocente delusione del Mondiale, è alle prese con la riabilitazione dopo l’operazione subita alla spalla sinistra a metà ottobre. Un recupero finalizzato al rientro in campo il prossimo 4 febbraio, quando l’Italia del nuovo ct Brunel debutterà nel 6 Nazioni 2012 (esclusiva Sky). Dove? A Parigi, naturalmente…

Il nuovo ct Jaques Brunel si è presentato affermando che “lotteremo per la vittoria del Sei Nazioni”. E' un'ipotesi realizzabile nel breve periodo?
Non è solamente un'ipotesi, ma un obiettivo realizzabile ed é molto positivo che Brunel ne sia sicuro.

E' Brunel l'uomo giusto per rilanciare ancora una volta il movimento azzurro?
Non penso che il movimento abbia bisogno di essere rilanciato; sicuramente ha bisogno di essere migliorato, ma esattamente come in campo, anche fuori deve esserci un gioco di squadra.

A mente fredda, a più di due mesi dall'eliminazione dai Mondiali, sei riuscito a capire cosa è mancato all'Italia per agguantare i quarti di finale in Nuova Zelanda?
Credo sia mancata la fiducia. E’ stato dato, con merito, molto peso al pacchetto di mischia, ma si è dimenticato che una squadra é formata da 15 giocatori. Come tre quarti mi sono sentito un po' messo da parte e credo che questa sia stata anche la sensazione di molti altri compagni. Ma credo che l'esperienza del Mondiale ci farà crescere.

La squadra sembrava molto unita intorno a Nick Mallett. C’è un aneddoto che ricordi del ct sudafricano?
In Nuova Zelanda mia moglie Ati aveva preso il raffreddore e salutando Nick con due baci sulla guancia lo aveva avvisato che poteva passargli i microbi. Lui allora si é messo a ridere ma l'ha salutata comunque. Il giorno dopo l'ho visto arrivare in sala fisioterapia chiedendo delle medicine al dottore per il raffreddore…

Vivi in Francia da ormai otto anni. Come vedi, da emigrato 'di lusso', la situazione del nostro Paese?
Anche se sono all'estero, mi interesso alla situazione politica e economica del mio Paese. Spero veramente che il premier Mario Monti possa far evolvere la situazione al meglio e, visto che di natura sono ottimista, positivo e combattivo, io ci credo!

Una recente inchiesta ha dimostrato che i rugbisti sono gli sportivi più desiderati dalle donne. Tu come spieghi l'evidente successo che riscontrate tra il pubblico femminile?
Penso che la risposta la si possa trovare nel libro "Andare avanti guardando indietro" che ho scritto con mio fratello Mauro insieme al medico, psichiatra e scrittore, Matteo Rampin. (nel testo si attribuisce il merito all'orgoglio, all'umiltà dei giocatori, alla disciplina, all'etica del rugby e alla sua filosofia, ndr)

Fisicamente come stai? Anche se mancano ancora parecchie settimane, pensi di essere disponibile per l'esordio nel 6 Nazioni con la Francia?
Fisicamente sto recuperando, ho la fortuna di lavorare in un centro di riabilitazione a Parigi con lo staff medico del club e della Nazionale. Ci vuole molta pazienza, ma sto raggiungendo gli obiettivi che mi prefisso settimana dopo settimana. Al 6 Nazioni non manca molto, ma spero di tornare presto in campo con il club per poter essere disponibile per la Nazionale.

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