L'Italia sfiora l'impresa, a Firenze l'Australia vince 22-19
RugbyGli azzurri vanno vicinissimi alla rimonta contro i Wallabies al Franchi nell'ultimo test match. Gli uomini di Brunel, dopo un primo tempo disastroso, hanno infatti avuto l'opportunità del pareggio allo scadere con un piazzato fallito da Orquera
L'Italrugby sfiora l'impresa ma alla fine si arrende: l'Australia passa per 22-19 a Firenze nel test match che lascia l'amaro in bocca agli azzurri. La selezione del ct Brunel spaventa la terza potenza mondiale della palla ovale con una prestazione generosa ed efficace soprattutto nel secondo tempo ma fallisce l'aggancio allo scadere, quando Orquera sbaglia l'unico piazzato di una giornata fino a lì perfetta.
Le note positive, nonostante il ko, non mancano e sono legate ai secondi 40 minuti nei quali l'Italia non concede nemmeno un punto. E' evidente la crescita dopo la prima frazione saldamente controllata dai wallabies. L'Australia va a segno con una raffica di piazzati. Barnes fa centro al 6', al 15' e al 24'. Beale lo imita al 27' e al 29'. In mezzo, al 18', c'è spazio per la meta di Cummins (18') trasformata da Barnes. L'Italia, dopo aver aperto le marcature dalla piazzola con Orquera al 3', si inceppa. Il cartellino giallo sventolato a Barbieri al 29' complica il pomeriggio degli azzurri, che trovano i pali al 33' ancora con Orquera e vanno al riposo sotto 22-6. Il copione cambia all'inizio della ripresa, con l'Italia finalmente incisiva.
L'Australia abbassa la guardia e viene punita: Barbieri schiaccia l'ovale per la meta (40') che riapre il match grazie ai punti addizionali di Orquera. Al 50' il numero 10 azzurro ha un altro piazzato a disposizione: palla tra i pali 16-22. Il gap viene ulteriormente ridotto al 55' con il calcio che vale il 19-22. I Wallabies, in evidente difficoltà, faticano a riprendere in mano le redini del gioco dopo aver mollato la presa.
L'Italia, che perde Mirco Bergamasco per infortunio, prova a raccogliere le energie per l'assalto finale. Nel momento chiave, però, gli azzurri incappano in un paio di sbavature fatali: pesa soprattutto una touche gestita malissimo nei 22 metri avversari a 5 minuti dal termine, l'Australia può respirare e uscire dal guscio. Le ultime speranze tricolori sono affidate al piede di Orquera, che al 79' ha a disposizione un piazzato da 40 metri. La potenza c'è, la mira manca: l'unico errore, dopo 4 esecuzioni perfette, impedisce all'Italia di conquistare uno storico pareggio.
Le note positive, nonostante il ko, non mancano e sono legate ai secondi 40 minuti nei quali l'Italia non concede nemmeno un punto. E' evidente la crescita dopo la prima frazione saldamente controllata dai wallabies. L'Australia va a segno con una raffica di piazzati. Barnes fa centro al 6', al 15' e al 24'. Beale lo imita al 27' e al 29'. In mezzo, al 18', c'è spazio per la meta di Cummins (18') trasformata da Barnes. L'Italia, dopo aver aperto le marcature dalla piazzola con Orquera al 3', si inceppa. Il cartellino giallo sventolato a Barbieri al 29' complica il pomeriggio degli azzurri, che trovano i pali al 33' ancora con Orquera e vanno al riposo sotto 22-6. Il copione cambia all'inizio della ripresa, con l'Italia finalmente incisiva.
L'Australia abbassa la guardia e viene punita: Barbieri schiaccia l'ovale per la meta (40') che riapre il match grazie ai punti addizionali di Orquera. Al 50' il numero 10 azzurro ha un altro piazzato a disposizione: palla tra i pali 16-22. Il gap viene ulteriormente ridotto al 55' con il calcio che vale il 19-22. I Wallabies, in evidente difficoltà, faticano a riprendere in mano le redini del gioco dopo aver mollato la presa.
L'Italia, che perde Mirco Bergamasco per infortunio, prova a raccogliere le energie per l'assalto finale. Nel momento chiave, però, gli azzurri incappano in un paio di sbavature fatali: pesa soprattutto una touche gestita malissimo nei 22 metri avversari a 5 minuti dal termine, l'Australia può respirare e uscire dal guscio. Le ultime speranze tricolori sono affidate al piede di Orquera, che al 79' ha a disposizione un piazzato da 40 metri. La potenza c'è, la mira manca: l'unico errore, dopo 4 esecuzioni perfette, impedisce all'Italia di conquistare uno storico pareggio.