Castrogiovanni: "Speravo in un finale diverso"

Rugby
Il rugbita azzurro rompe il silenzio scrivendo un lungo post su Facebook
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Il pilone azzurro si difende dopo il licenziamento del Racing 92. “Avevo immaginato di finire con un giro di campo e il saluto dei tifosi. Purtroppo non sarà così”. Castrogiovanni paga per le foto che lo hanno immortalato a Las Vegas con Ibrahimovic e altri giocatori del Psg

 "Per la mia esperienza a Parigi avrei  voluto un finale diverso, è stato un anno speciale perché ho  dimostrato che si può tornare a giocare nella Top14 e in Champions Cup dopo un'operazione complessa, e per me scendere di nuovo in campo è  stato un po' come rinascere. Avevo immaginato di finire con un giro di campo e il saluto dei tifosi che mi hanno sostenuto nelle battaglie.  Purtroppo non sarà così". Martin Castrogiovanni esprime la sua delusione dopo il licenziamento da parte del Racing 92.

 

Il pilone azzurro paga per le foto che lo immortalano a Las Vegas, in compagnia di Zlatan Ibrahimovic e altri giocatori del Paris Saint  Germain, a festeggiare il successo della squadra in Coppa di Lega.  Secondo la stampa, Castrogiovanni avrebbe chiesto tre giorni di  permesso alla società per visitare un parente malato in Argentina,  cosa smentita dal rugbista.

"Sono molto amareggiato per essere stato subito condannato  pubblicamente dal club per il viaggio negli Stati Uniti, senza nemmeno avere la possibilità di discutere né di confrontarmi con loro -scrive  Castrogiovanni su Facebook-. Sono stato messo fuori squadra senza poter avere un chiarimento nello spogliatoio con compagni e allenatori.

 

"Stavo andando a Nottingham con la squadra -sottolinea il 34enne italo-argentino - per la sfida contro Leicester del 24 aprile, anche se non ero stato convocato, e il club all'ultimo momento mi ha  chiesto di non partire per motivi totalmente indipendenti dalla mia  volontà. Mi ha fatto male leggere che avrei mentito per non  partecipare alla semifinale di Champions Cup, io che ho sempre messo il rugby al primo posto e non mi sono mai tirato indietro, nemmeno quando i tacchetti degli avversari mi colpivano sugli zigomi".

 

"Alle parole ho sempre preferito i fatti. Ho sudato e ho fatto  sacrifici, tutto quello che ho ottenuto nella mia vita me lo sono  conquistato e credo che i traguardi che ho raggiunto possano parlare  per me. Alle chiacchiere ho risposto con il silenzio, ma ho letto  tante inesattezze che mi hanno ferito come uomo e come giocatore di  rugby, e adesso che non sono più un tesserato del Racing è arrivato il momento di fare alcune puntualizzazioni. Non sono quello descritto in alcune interviste e non ho mai voluto creare dei problemi al Racing  92, anzi ho dato tutto me stesso sin dall'inizio quando ho forzato i  tempi di recupero per tornare presto in campo, dopo la delicata  asportazione del tumore alla schiena", conclude Castrogiovanni.

 

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