Rugby, 6 nazioni femminile 2022: la Francia che sfiderà l'Italia

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Il primo avversario dell'Italia domenica a Grenoble è, con l'Inghilterra, la favorita principale per la conquista del torneo, con un occhio rivolto alla Coppa del mondo in Nuova Zelanda il prossimo autunno, dopo aver perso contro le Black Ferns l'oro olimpico a sette l'estate scorsa a Tokyo

Gli anni pari rappresentano da sempre nella storia del torneo femminile l'occasione più ghiotta per la Francia, che ha vinto in tali occasioni cinque dei suoi sei titoli complessivi, con l'unica eccezione nel 2005. Un risultato favorito naturalmente in primis dal calendario che, nell'atavica sfida contro le rivali dell'Inghilterra, pone lo scontro diretto tra le mura amiche. Il 2022, in tale senso, non farà eccezione e vedrà un'autentica finale all'ultima giornata allo Stade Jean Dauger di Bayonne sabato 30 aprile. Si affronteranno la numero 1 e 3 del ranking, ma in questo momento risulta impensabile non considerarle comunque le due squadre più forti al mondo, dato che la Francia ha sconfitto a novembre in due occasioni la Nuova Zelanda, seconda nella graduatoria. La prima il 13 a Pau per 38-13, la seconda il 20 a Castres per 29-7, rispettivamente la terza e quarta vittoria di sempre contro le Black Ferns, mentre in precedenza sempre a novembre era arrivata un'ampia affermazione sul Sudafrica per 46-3, che a onor del vero non rappresenta in campo femminile gli stessi valori di forza degli Springboks campioni del mondo nel maschile.

Argento olimpico

Ad aprile, invece, l'ennesimo test delle cinque volte vincitrici del Grande Slam contro l'Inghilterra campione in carica negli ultimi tre anni del torneo Sei Nazioni, si era concluso con la vittoria albionica di misura nel finale per 15-17, a testimonianza di come il gap si stia sempre chiudendo, così come confermato dalla finale dello scorso anno, vinta 10-6 dal XV della rosa con la meta decisiva della terza linea Poppy Cleall. Nel mentre, poi, le transalpine sono riuscite a conquistare pure una medaglia d'argento a Tokyo nel seven perdendo la finale 26-12 sempre contro la Nuova Zelanda. L'ultima edizione del Championship vinta è del 2018, mentre nel 2019 Les Bleues sono arrivate terze nelle inaugurali Super Series di San Diego in California, dietro ancora una volta a Nuova Zelanda ed Inghilterra, perdendo contro quest'ultime e contro il Canada, mentre erano riuscite a vincere 16-25 contro le Kiwis. Dallo stesso anno, il primo significativo cambiamento per cercare di affrontare ad armi pari la concorrenza inglese, mettendo sotto contratto con la federazione le prime 26 atlete e dando nuova linfa e riorganizzazione al campionato di Elite 1.

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Affamate di nome e di fatto

Il focus sarà, oltre che sul torneo di quest'anno, rivolto alla costruzione del gruppo che in autunno affronterà la Coppa del mondo down under. Inserite nella pool C con Inghilterra, Sudafrica e Figi, le francesi vorranno cercare di migliorare il terzo posto dell'edizione 2017 in Irlanda, conquistato con la vittoria 31-23 sugli USA. Il nomignolo Les Affamées è stato istituito dalla manager Annick Hayraud, che guida la nazionale dal 2016. Classe '67, ex mediano di apertura ritiratasi nel 2002 con all'attivo 65 caps in nazionale dal 1986, ha giocato nella sezione femminile del Clermont, il Romagnat, che ha poi allenato dal 2002 al 2015. Ha partecipato alla prima edizione della Coppa del mondo femminile nel 1991 e poi ad altre due nel 1994 e 2002, vinto due titoli nazionali nel 1994 e 1995, tre campionati europei (1996, 1999 e 2000) e due tornei Cinque Nazioni con tanto di Grande Slam con la Francia.

Hermet capitano, Tremouliere macchina da punti

Capitano da novembre 2017 è, invece, la terza linea di Tolosa, Gaelle Hermet, nata a Clermont dove ha giocato il padre, e studentessa di psicologia. Non sfuggono all'attenzione le due sorelle Menager, Romane e Marine, numero 8 e trequarti con fisici differenti ma grandi capacità, che giocano entrambe con Montpellier, mentre da limitare saranno soprattutto i falli, per non dare possibilità dalla piazzola a Jessy Tremouliere, estremo del Romagnat, votata da World Rugby miglior giocatrice del 2018 e un'atleta in grado di girare su percentuali ben vicine a quelle maschili quando si tratta di calci. Fortunatamente per l'Italia mancheranno, invece, causa infortunio la seconda-terza linea di grande esperienza Safi N'Diaye e l'ala miglior marcatrice con 5 mete dello scorso anno, Caroline Boujard.

Preparazione in Corsica e visita speciale

La preparazione è stata in parte cancellata a causa di alcuni casi di Covid a gennaio, ma la squadra si è comunque radunata in Corsica, a Bastia, per una decina di giorni, nei quali ha anche ricevuto la visita dell'ex capitano della nazionale maschile Thierry Dusautoir. Si è parlato soprattutto della prossima avventura iridata, con il terza linea che ha al suo attivo 80 caps con Les Coqs che ha parlato in particolare della sua esperienza alla Rugby World Cup 2011, persa di misura in finale contro gli All Blacks padroni di casa. Dopo la sfida a Grenoble con l'Italia, arriverà quella con l'Irlanda e poi la trasferta in Scozia, dove le transalpine cercheranno in qualche modo di rimediare al 13-13 con cui terminò la loro ultima visita nelle Highlands. Arbitro dell'incontro sarà l'inglese Sara Cox, prima donna a dirigere una sfida della Premiership inglese e che per noi evoca il dolce ricordo della vittoria per 31-12 a Padova nel 2019.