Gli occhi 'azzurri' non avevano mai visto un Sei Nazioni così

Rugby
Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

L'Italia del rugby chiude con tre risultati utili consecutivi (due vittorie e un pareggio) un Sei Nazioni che è già storia: il nuovo ct Quesada ha alzato il livello della squadra, che stavolta lascia il 'cucchiaio di legno' al Galles (battuto 24-21 a Cardiff) e guarda al futuro con ritrovato entusiasmo. Dobbiamo pensare che non sia un punto di arrivo, ma soltanto l'inizio. E anche episodi come il palo allo scadere di Garbisi con la Francia aiuteranno a far crescere il gruppo azzurro...

GALLES-ITALIA: GLI HIGHLIGHTS

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Un Sei Nazioni mai visto, guardandolo con gli occhi "azzurri". Tre risultati positivi, un pareggio e due vittorie, oltretutto consecutivi, dopo anni di partite perse, di sconfitte che si accumulavano e che sembravano tendere all’infinito, arrivate persino a quota 36. Adesso parliamo del quarto successo sul Galles, il secondo in trasferta, con cucchiaio di legno lasciato a Cardiff, di una squadra equilibrata, con una difesa cattiva, con placcatori durissimi, con palloni recuperati nei punti di incontro, il cosiddetto breakdown, con una mischia che avanza e conquista calci di punizione, con la solidità di due centri, Menoncello e Brex, che si sono presi 3 man of the match nelle ultime 3 partite, con le gambe del triangolo allargato, anche quando non c’è Capuozzo. Si potrebbe dire: "la storia è fatta"... e certamente non sarebbe sbagliato, ma è meglio pensare che si sia solo all’inizio, che il meglio debba arrivare, che piedi per terra e testa pensante ci portino ancora più avanti. Solo così si migliora.

Viva Quesada, il nuovo ct ha alzato il livello

21-24 il punteggio di Galles-Italia. Risicato solo per chi non ha visto la partita. Due mete gallesi nel finale sono state un po’ regalate, con la consapevolezza della vittoria acquisita (7-24 al 79'…) e qualche disattenzione. Partita mai in discussione, una sola squadra in campo, l’Italia. Totale controllo del match, una meta per tempo, Loane nel primo e Pani nel secondo, condizione fisica super, ingressi dalla panchina che fanno la differenza. Tutto azzeccato. Viva Quesada, il nuovo ct, argentino con testa anglosassone e carriera molto francese, capace di alzare il livello, correggere i difetti, stimolare il gruppo, puntare sulla sostanza e sui dettagli. Più attenzione alla difesa, e si vede, all’uso del piede, ancora da migliorare, all’essere propositivi senza esagerare ma attaccando con decisione e velocità. E poi più grinta, più attenzione, più concorrenza. Nessuno ha il posto assicurato. Parlando in italiano, fondamentale, un po’ come cantare l’inno. Quesada lo ha imparato velocemente, si è messo in discussione, per migliorare, crescere, per far arrivare i suoi messaggi meglio. Un esempio.

Gonzalo Quesada coach of Italy during warm up before the Six Nations rugby match between Italy and Scotland at Olimpico stadium in Rome, Italy, 09 March 2024. ANSA/FEDERICO PROIETTI

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Peccato sia finito il Sei Nazioni. Lo dicono un po’ tutti. Con questa squadra, questa condizione, questa crescita. Adesso ci sarà un tour estivo nelle isole del sud Pacifico, Tonga e Samoa, e in Giappone, un’occasione per mettere alla prova facce nuove, giovani, creare più alternative nei vari ruoli. L’Italia è ottava nel ranking mondiale. A novembre ci saranno i test match con Argentina, Georgia e All Blacks, in questo ordine. La Rugby World Cup, con l’Italia travolta da Nuova Zelanda e Francia, è dimenticata, anzi è servita per costruire quello che stiamo vivendo. E che nessuno pensi al palo su cui si è stampata la palla calciata da Garbisi a Lille contro la Francia, perché nel freddo conteggio numerico si starebbe ragionando di 3 vittorie consecutive. Anche quel palo servirà per crescere!

ROME, ITALY - MARCH 09: Juan Ignacio Brex of Italy celebrate after scoring a tr during the Guinness Six Nations 2024 match between Italy and Scotland at Stadio Olimpico on March 09, 2024 in Rome, Italy. (Photo by Danilo Di Giovanni/Getty Images)

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