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Rugby, Sei Nazioni 2025 al via venerdì: la presentazione delle squadre

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Ricomincia il Torneo di rugby più antico del mondo: due favorite ai nastri di partenza, ma tutte le 6 formazioni hanno i loro punti di forza e le loro incognite

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Del Sei Nazioni, il Torneo di rugby più antico del mondo, sorprende sempre la sua meravigliosa ciclicità, che ogni anno consegna ai libri di storia l’edizione precedente e rimette tutti nelle stesse condizioni in quella successiva. Come ogni anno si riparte da zero, con due squadre (Irlanda e Francia) che paiono un passo avanti rispetto al resto del gruppo. Dietro c’è la Scozia, che vuole finalmente mettere le mani su un Torneo che – da quando è a 6 squadre – non ha ancora mai vinto, e poi ci sono 3 incognite: l’Inghilterra può sbloccarsi dopo un’impressionante serie di sconfitte di misura? L’Italia può confermarsi dopo il miglior Sei Nazioni della sua storia? Il Galles può rinascere dalle sue ceneri? La prima giornata darà già un po’ di verdetti, con Francia-Galles ad aprire il Sei Nazioni venerdì 31 gennaio. Il giorno dopo spazio prima a Scozia-Italia, poi a Irlanda-Inghilterra. Sabato sera, probabilmente, tutti avranno le idee un po’ più chiare.

Italia: tra conferme e aspettative

Cosa chiedere all’Italia in questo Sei Nazioni? Gonzalo Quesada è stato chiaro: le aspettative ci sono, gli occhi addosso del mondo pure, ma scendere in campo pensando a replicare pedissequamente i risultati dello scorso anno sarebbe un errore. Ciò che devono fare gli Azzurri è continuare il percorso che dopo cocenti delusioni li ha portati ad essere competitivi con tutti, compresi gli All Blacks. Le aspettative, infatti, possono inorgoglire oppure diventare un peso difficile da sostenere, soprattutto considerando che il Sei Nazioni dell’Italia sarà verosimilmente indirizzato in salita o in discesa già dalle prime due partite: prima la Scozia, in cerca di rivincita e che ogni anno parte per vincere il Torneo, e poi il Galles nella partita da tutti considerata "da vincere". Sulla data dell’8 febbraio c’è un circoletto rosso che spesso all’Italia ha fatto più male che bene: lì starà l’esame di maturità. Uno è stato già superato, con difficoltà, contro la Georgia, adesso ne arriva uno ancora più difficile. Per il resto, l’Italia deve porsi lo stesso obiettivo dell’anno scorso: essere competitiva con tutti, badare alla prestazione e tirare le somme a fine partita.

L’Irlanda per il tris

Due vittorie consecutive, di cui una col Grande Slam, in mezzo un Mondiale finito ai quarti con una delusione tremenda e alle porte un Sei Nazioni particolare, che l’Irlanda giocherà senza il suo capo allenatore: Andy Farrell sarà infatti impegnato nella preparazione del tour dei British&Irish Lions, al suo posto il vice Simon Easterby. L’Irlanda è alla ricerca del tris, ma dopo la vittoria dello scorso Sei Nazioni e il pareggio nella serie contro il Sudafrica (ringraziando la doppia magia di Ciaran Frawley) la squadra vista alle Autumn Nations Series – seppur sempre fortissima – è parsa un po’ spenta dopo l’altalena di emozioni dei 12 mesi precedenti. Fatto sta che per portare a casa il terzo titolo di fila l’Irlanda dovrà fare gli straordinari, non solo perché – per quanto possa sembrare banale – giocare con o senza il proprio capo allenatore qualcosina la cambia, ma anche perché alle porte del torneo si presenta una Francia ben più in palla rispetto allo scorso anno.

Una Francia aggressiva

L’altra grande favorita del Sei Nazioni 2025. A differenza dell’Irlanda, che ha reagito di furore e rabbia alla cocente eliminazione mondiale, la Francia ha patito tantissimo quella delusione e viene da un anno particolarmente tribolato. I Bleus hanno salvato il salvabile nell’ultimo Sei Nazioni grazie a un paio di colpi di fortuna, dalla meta annullata allo scadere alla Scozia al palo di Paolo Garbisi nel match pareggiato con l’Italia, poi il tour estivo è stato praticamente ingiudicabile per via delle note vicende extrarugbistiche. A novembre però si è vista la differenza tra questa squadra e quelle del passato: quando la Francia entra in questo loop autodistruttivo solitamente è molto difficile che ne esca in breve tempo, invece alle Autumn Nations Series i Bleus hanno fatto piazza pulita, con 3 vittorie su 3, tra cui quella con gli All Blacks che ha ridato ai ragazzi di Galthié la consapevolezza di poter essere tra i migliori al mondo. Tutto può accadere, ma questo può essere il Sei Nazioni della Francia.

Inghilterra: la grande incognita

Negli ultimi anni l’Inghilterra è sempre stata un’incognita, e il 2025 non fa eccezione. Contro le Tier 1 la squadra di Borthwick viene da un’impressionante serie di sconfitte di misura: ha giocato alla pari con tutte, non ha battuto nessuno. Tre volte beffata dagli All Blacks, superata al photofinish dalla rediviva Australia di Joe Schmidt e poi vicina all’impresa – ma ancora una volta sconfitta – contro il Sudafrica. La vittoria col Giappone non può e non deve bastare, perché a questo punto ogni partita del Sei Nazioni rischia di seguire lo stesso copione. Come se non bastasse, nelle settimane precedenti all’inizio del torneo l’Inghilterra ha perso 5 giocatori per infortunio: il capitano Jamie George (gradi che passano a Itoje), Alex Coles, Jack Van Poortvliet, Alex Dombrandt e Alex Mitchell. Considerando che l’esordio è il peggiore possibile – a Dublino con l’Irlanda – la squadra di Borthwick dovrà sbloccarsi al più presto: se ci riuscirà, a quel punto avrà tutte le carte in regola per giocarsi il trofeo, altrimenti questo Sei Nazioni potrebbe invece diventare un incubo.

Scozia: ci risiamo?

Come ogni anno, la Scozia parte con l’obiettivo dichiarato di fare il definitivo salto di qualità e vincere il Sei Nazioni. E in questo senso, l’Italia non è di certo fortunata a trovarla in calendario a Edimburgo e soprattutto alla prima giornata, il momento peggiore in cui affrontare la squadra di Townsend che verosimilmente partirà col doppio obiettivo di rispondere alla sconfitta dell’Olimpico e soprattutto di mettere in chiaro le cose per quanto riguarda la cosa al successo finale. La Scozia ci crede, anche se le assenze di giocatori chiave come il capitano Tuipulotu, Cummings e Steyn (e c’è ancora in dubbio Van der Merwe) rischiano di minare l’equilibrio costruito con precisione certosina da Townsend, che dà sempre ha per le mani una squadra fortissima ma tremendamente umorale. La Scozia può tutto, nel bene e nel male, e sarà il campo a dare la risposta definitiva.

Galles per rinascere

Nel 2024 del Galles non c’è stato nulla da salvare: 11 sconfitte su 11. E ciò che preoccupa di più è il tappeto rosso che la squadra di Gatland ha steso agli avversari nelle partite in casa, quando fino a un paio di anni fa il Millennium (o Principality) sembrava un fortino inespugnabile: dominati dalla Scozia e dall’Italia al Sei Nazioni, poi battuti dalle Fiji, poi umiliati dall’Australia, e del Sudafrica neanche a parlarne. Guai, però, a dare il Galles per morto: lo insegna la storia. Quest’anno si parte subito con un match proibitivo, a Parigi con la Francia, poi però il Galles avrà subito la prova della verità: all’Olimpico contro l’Italia non può sbagliare, e da quella partita si deciderà probabilmente il destino del suo Sei Nazioni, e pure quello degli Azzurri.

 

A cura di OnRugby.it

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