La magia del Sei Nazioni tra ricordi e nuove sfide: perché è il torneo più bello del mondo

Sta per iniziare il Sei Nazioni, semplicemente il torneo più bello del mondo. Un qualcosa di straordinario, dentro e fuori dal campo. Ventimila, trentamila persone che girano intorno all’Europa per seguire e tifare la propria Nazione. Un torneo antichissimo, che nel 2000 ha visto l’ ingresso dell’Italia. Me lo ricordo bene… era il 5 febbraio, affrontavamo la Scozia al Flaminio e io ero in campo. Che partita quell’Italia-Scozia! Ci davano tutti per sconfitti, la Scozia aveva vinto il precedente Sei Nazioni e al tempo era una nazionale fortissima. E invece… abbiamo vinto noi, 34-20! Un risultato strepitoso. Sulla carta eravamo più deboli, però lo sport non è matematica. Dentro lo sport ci sono tantissime variabili psicologiche e fisiche, giocare in casa è diverso da giocare in trasferta e tanti altri fattori fanno la differenza. Ricordo che ci eravamo preparati a quella partita con grandissima attenzione. Aspettavamo di giocare al Sei Nazioni da tre anni e il giorno del match siamo… esplosi! Lo stadio era strapieno, c’erano anche tantissimi scozzesi, un’atmosfera unica. A livello personale, è stata una delle mie partite più belle. Ho segnato 29 punti, ma il merito è dei miei compagni che mi hanno trasmesso fin da subito fiducia e carica. Quel giorno è accaduto qualcosa di speciale, qualsiasi cosa provavo mi riusciva… E’ raro, ma è la magia dello sport. La cosa più importante è che con quella vittoria siamo riusciti a dare credibilità alle generazioni successive. Vincere la nostra prima partita del Sei Nazioni è stato davvero fondamentale. Dopo tutto lo sforzo fatto per ottenere il diritto a partecipare al torneo, esordire così è stato il miglior biglietto da visita possibile. Oggi vedere l’Italia al Sei Nazioni può sembrare ‘scontato’ ma un tempo non lo era. Le nuove generazioni devono ricordarselo. Entrare nel Sei Nazioni è stato difficile e bisogna continuare a lottare ogni anno per dimostrare il nostro valore. Finché vinceremo questo torneo… A proposito di vincere, per quest’anno vedo favorita la Francia. E’ la squadra più forte e più completa, basti pensare che ha lasciato a casa 23 giocatori che potrebbero giocare un altro Sei Nazioni e vincerlo. Poi vedo bene l’Irlanda, che è sempre una pretendente importantissima. L’Italia deve confermare quanto di buono fatto l’anno scorso e provare a migliorarsi. Giocheremo tre partite in casa e le possibilità per migliorarci ci sono. La squadra dovrà battersi con coraggio e provare a superare i propri limiti. Abbiamo diversi giocatori esperti che giocano in Francia e Inghilterra, dove affrontano abitualmente i giocatori più forti. Quando si arriva in Nazionale, bisogna dare tutto, senza risparmiarsi mai. In allenamento, in partita, nello spogliatoio: ogni attimo è importante, ogni dettaglio fa la differenza. Così arrivano i risultati e si scrive la storia. Per questo Sei Nazioni dall’Italia mi aspetto due cose, che a dire il vero chiediamo già da un po’ di tempo: miglioramenti nel gioco al piede e nei punti di incontro. Bisogna essere più costanti in questi due fondamentali, che nel rugby di oggi sono cruciali per portare a casa le partite. E anche perché essere solidi in questi due aspetti ti dà forza psicologica. Poi bisogna migliorare sui nostri palloni, sulle nostre touche e in mischia: dobbiamo assicurarci che rimangano nostri. Quello che vinciamo sui lanci degli avversari è tutto buono, ma sui nostri dobbiamo essere certi di vincere il possesso. In questo modo possiamo costruire qualcosa. Senza palla è difficile giocare… Ma più dell’aspetto tecnico e tattico, è fondamentale la mentalità. Nel rugby la cosa più importante è la qualità mentale. Poi viene tutto il resto. Se tu non hai la testa, puoi essere molto forte tecnicamente ma in campo non fai la differenza. La cosa più importante è la sicurezza mentale, fisica e difensiva. La difesa deve essere forte. Quando difendi e placchi devi sentirti forte e vincente. Ti deve piacere l'avanzamento della squadra, ti deve piacere quando vai a placcare e devi farlo sentire all’avversario. Anche per questo è importante non sbagliare l’approccio alla prima partita. Al di là del risultato, sarà importante fare una prestazione convincente. Contro la Scozia sarà una partita durissima ma noi dobbiamo preparare questa partita per provare a conquistare un risultato positivo. Bisogna pensare di andare lì e fare una bella partita. I pronostici si possono ribaltare, l’abbiamo visto 25 anni fa…

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