NFL, è tornata l'età dell'oro: la storia dei San Francisco 49ers

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Massimo Marianella

Massimo Marianella

©Getty
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Sono l'unica squadra ancora imbattuta in NFL dopo 9 settimane (record 8-0 dopo il 28-25 in casa dei Cardinals e il ko dei Patriots nel Monday Night di Baltimore), ma soprattutto sono una delle franchigie più iconiche. Signore e signori... i San Francisco 49ers

In Italia sono in tanti che si sono innamorati del Football Americano anche grazie ai San Francisco 49ers. Sui nostri schermi le prime partite sono arrivate nei primi 80, quelli in cui dominavano proprio gli uomini con la maglia rossa e il casco color oro.

La nascita del mito

Personaggi leggendari. Dal coach Bill Walsh al quarterback Joe Montana e il ricevitore Jerry Rice. Quattro Super Bowl vinti in quella decade, la rivalità con i Dallas Cowboys (altra squadra con tanti tifosi dalle nostre parti) e numeri da record. Un’epoca d’oro che ha lasciato poi spazio all’ovvio declino, ma tutto sommato soft. Un altro anello vinto a metà degli anni 90 con “l’avvocato” Steve Young in cabina di regia poi stagioni meno travolgenti, ma egualmente affascinanti ed agonisticamente valide con le corse di Frank Gore, le ricezioni e le follie di Terrell Owens e la personalità, poi avremmo scoperto anche fuori dal campo, di Colin Kapernick. Finita l’era Jim Harbaugh in panchina passato ad allenare la Michigan University, il baratro.

Joe Montana (a destra) e Jerry Rice

I fallimenti

Reggie Bush (RB), Torrey Smith (WR) e Alex Smith tra i tanti che non hanno reso come in altri momenti delle loro carriere, qualche scelta sbagliata come nel caso di Joshua Garnett (G) chiamato al primo giro nel 2016 e il fallimento dell’esperimento del Football tutta velocità e movimento di Chip Kelly, head coach che non ha mai ripetuto nell’NFL quanto di buono fatto nell’NCAA alla guida di Oregon. L’ultima stagione con un record vincente e l’apparizione ai playoffs datata 2013. Un tempo enorme per una franchigia con quella storia e quella tradizione.

Il vento del cambiamento

Dal 2014 pure una nuova casa che ha, anche “geograficamente”, allontanato il ricordo vincente dalla tifoseria con il vecchio Candlestick Park, che era sistemato tra la città e l’aeroporto, abbattuto per andare nel nuovo Levi’s Stadium. Il vento che, più di un abbonato, non ha mai mancato una partita dei 49ers al “The Stick” si è però portato via anche molta della magia della franchigia. A Santa Clara, sede del nuovo stadio, è arrivata una squadra diversa, tutt’altro che invincibile. In quelle 45 miglia da Downtown al Levi’s Stadium non si è persa la storia né tantomeno il ricordo dei trionfi, ma proprio questo ha aumentato i rimpianti col vento del Candlestick Park che ha soffiato via l’entusiasmo. Dall’Olimpo alla realtà di club normale.

Sopra il vecchio Candlestick Park, sotto il nuovo Levi’s Stadium

L’uomo della svolta

In quell’angolo bellissimo e particolare degli Stati Uniti non erano pronti però alla mediocrità. Bisognava cambiare e le trasformazioni radicali le ha portate John Lynch. Da giocatore una splendida carriera da linebacker con 2 maglie quelle dei Buccaneers e dei Denver Broncos. A Tampa ha vinto anche un Super Bowl da mettere in bacheca con le 9 convocazioni al Pro Bowl, i più di 1000 tackles e i 26 intercetti. Una bella storia professionale che lo ha condotto al lavoro in televisione, ma dietro alla scrivania nessuna esperienza. Fino al gennaio di 2 anni fa quando, davvero a sorpresa, gli hanno dato le chiavi dei 49ers. Da buon difensore (è stato giocatore molto duro e fisico) è entrato con decisione. Ha scelto il nuovo Head Coach Kyle Shanahan, che come lui non aveva mai ricoperto quel ruolo e firmato una trade importante con New England riuscendo ad ottenere Jimmy Garoppolo, il suo nuovo QB. Stessa storia per lui come per il GM e l’head Coach, grande attesa, sensazioni estremamente positive, ma anche lui mai stato titolare. Una vita da secondo, peraltro di Tom Brady, uno da cui si può imparare bene. I 49ers gli hanno affidato il loro futuro investendo speranze e soldi con contratto di 5 anni per $137 milioni e mezzo di dollari. 

John Lynch

Da Joe a Jimmy?

Neanche il tempo di valutare la novità che alla terza giornata Garoppolo si è rotto il crociato. Per fortuna solo una sorta di ultimo ostacolo che ha semplicemente ritardato la rinascita dei San Francisco 49ers definitivamente materializzatasi in questa stagione. Tanta difesa, corse e un ottimo Jimmy Garoppolo. Famiglia di origini abruzzesi, col papà diventato apprezzato elettricista nella zona di Chicago e lui star al College della Eastern Illinois che ha contribuito non poco alle fortune recenti della NFL. Da lì sono usciti anche Mike Shanahan (due volte vincitore del Super Bowl con i Denver Broncos nonché papà dell’attuale Head Coach dei 49ers), Sean Peyton che al college faceva il quarterback e che nei Pro ha trionfato come coach dei Saints e un altro QB di grande livello come Tony Romo. Garoppolo come titolare a San Francisco ha un record scintillante di 14 vinte con 2 perse e ad Arizona nel Thursday night è diventato il primo quarterback dei 49ers da 19 anni (Jeff Garcia v Packers) a lanciare per + di 300 yards con 4 TD pass.

Jimmy Garoppolo

D-fence

Pur con un QB così e l’arrivo una decina di giorni fa di Emanuel Sanders da Denver per rinforzare il reparto ricevitori, la forza di questa squadra è e resta una difesa che prima dei Cardinals aveva concesso solo 23 punti in 4 partite, la prima di tutta la NFL in generale, 11° contro le corse e la migliore sui passaggi. Leader di questo reparto è un Richard Sherman che sembra tornato quello dei tempi di Seattle per personalità e copertura difensiva con 3 intercetti di cui uno riportato in end zone. Con lui un gruppo fantastico, con 2 linebacker tosti Fred Warner e Kwon Alexander e 2 uomini di linea come Arik Armstead e soprattutto quel Nick Bosa, figlio (papà John con i Miami Dolphins) e fratello d’arte (Joey dei Chargers), per cui già si pronostica il titolo di Rookie dell’anno. Nelle prime 8 partite della sua carriera professionistica 21 tackles, 7 sacks (secondo rookie dal 1982 a riuscirci nelle prime 7 partite e solo Mark Anderson nel 2006 meglio con 7,5) e un intercetto. Nella week 7 il super match contro Carolina dove è diventato il primo 49ers da 37 anni a finire una partita con 3 sacks ed un intercetto. Il piano tattico di coach Shanahan e del suo staff? Molta cover 2 in difesa e in attacco ovviamente controllare la linea di scrimmage, usare molto le corse (Matt Breida, Jeff Wilson e Tevin Coleman si sono divisi 10 TD) per sfruttare la play-action. A metà della stagione sono imbattuti con 8 vittorie e le prossime tre partite da giocare tutte in casa. Il momento di sognare è certamente tornato sulla Baia

Richard Sherman (a sinistra) e Nick Bosa

Le migliori ricezioni della settimana 9

RISULTATI E CLASSIFICHE