NHL, Oskar Lindblom torna in campo coi Philadelphia Flyers dopo aver sconfitto il cancro

Sport USA
Massimo Marianella

Massimo Marianella

©Getty

Gara 6 del secondo turno dei playoff Nhl tra Flyers e Islanders non verrà ricordata solo per la la vittoria al secondo overtime di Philadelphia su New York firmata da Ivan Provorov, ma anche e soprattutto per il ritorno sul ghiaccio di Oskar Lindblom, tornato a giocare una partita ufficiale dopo aver scoperto, nel novembre scorso, di essere stato colpito da una rara forma di tumore osseo

Una notte non come le altre quella di ieri sul ghiaccio della NHL. Siamo nel pieno dei playoffs, si sogna la Coppa di Lord Stanley e si gioca in due “bolle” canadesi, Vancouver e Toronto, per sollevarla. Come in tutti gli sport in questa ripartenza, un calendario serratissimo puntellato da bodycheck durissimi, gol spettacolari, grandi parate e tanto agonismo. Per una notte però una storia e un uomo sono più significativi dei risultati. A Toronto, alla ScotiaBank Arena, i Philadelphia Flyers per la decisiva gara 6 contro i New York Islanders non possono utilizzare l’infortunato Sean Couturier, uno degli attaccanti più importanti che hanno, e allora si aprono le porte per il ritorno in squadra dello svedese Oskar Lindblom. Un buon inizio di stagione il suo, anche con 11 gol e 7 assist nelle 30 partite iniziali; poi, però, a fine novembre arrivano i primi fastidi al fianco e al petto. I giocatori di hockey, nella quasi totalità, parlano pochissimo e picchiano tanto, ma certo non si fanno condizionare dal dolore. Anzi, ci convivono con orgoglio. Alma, la sua fidanzata, ha però insistito che si facesse vedere e probabilmente gli ha salvato la vita. Il verdetto dei medici è stato di quelli che lasciano di sasso. Ewing’s Sarcoma

Oskar LIndblom entra sul ghiaccio nel momento della presentazione delle squadre prima della sfida tra Flyers e Islanders - ©Getty

La lotta contro il cancro

Una rara forma di tumore osseo che lo aveva attaccato alla cassa toracica. Tanta chemioterapia e una complicata operazione per sostituire parte delle ossa del costato con del kevlar. Notti buie, ma determinazione sempre accesa. Il 2 luglio l’ultima seduta di chemio all’Abramson Cancer Center, un viaggio a casa in Svezia per rivedere la famiglia e cominciare (in palestra c’era già tornato a Philadephia) a pattinare un po’ con i vecchi compagni del Brynas IF. Tornato in America, la quarantena obbligatoria in questo periodo è stata meno di nulla; il verdetto “Cancer Free” pronunciato dai medici, tra l’altro il giorno del suo 24esimo compleanno a ferragosto, un caldo abbraccio anche per chi è abituato al freddo. “Sono felice, non posso lamentarmi – ha detto appena arrivato a Toronto – Essere nuovamente con i miei compagni e tornare sul ghiaccio mi fa sentire normale e mi dà energia. Quando a dicembre mi hanno detto della malattia mi sentivo vuoto, ma solo due giorni dopo mi sono posto l’obbiettivo di tornare a giocare”. 

Il ritorno in sul ghiaccio

Ieri, dopo 265 giorni dalla scoperta del tumore, è tornato sul ghiaccio per una partita di playoffs NHL e ha contribuito alla decisiva vittoria dei suoi. Certo il tabellino sottolinea le parate dello straordinario e talentuosissimo portiere Carter Hart, il gol al doppio supplementare del difensore Ivan Provorov, ma la copertina la merita di certo Oskar Lindblom. Lui, la sua perseveranza il coraggio e l’ispirazione che ha portato nello spogliatoio dei Flyers. Se scremiamo tutte le possibili banalità, le frasi fatte e gli scontati e un po’ stucchevoli riferimenti alle fiabe che probabilmente verranno scritte nel mondo per la nottata di ieri, la sua resta una storia incredibile. Meravigliosa per il finale. Vedere sul ghiaccio la sua maglia bianco arancio col numero 23 è un bel messaggio per tutti. Un numero, il suo, che vale molto di più nel basket che sul ghiaccio, almeno fino alla scorsa notte…