World Series, stanotte gara 1 fra Houston e Philadelphia
mlb ©GettyGli Astros partono favoriti contro i Phillies grazie ai loro formidabili lanciatori e ad un gruppo storico vincente. Il manager Baker cerca il primo titolo da allenatore a 73 anni. Diretta su Sky Sport Uno dall'1.30
La solita Houston. Gli Astros sono dei frequentatori abituali della postseason e dopo aver giocato per 6 anni consecutivi la finale della American League, ora giocheranno la quarta World Series dal 2017. Non ci sono dubbi sul fatto che siano loro i dominatori di questa era recente del baseball. Nonostante li insegua ancora il risentimento di buona parte degli USA per lo scandalo dei segnali rubati che ha condizionato il loro unico titolo conquistato, quello del 2017 contro i Dodgers. Il problema dei segnali tra ricevitore e lanciatore, che molte squadre, non solo gli Astros, hanno sempre cercato di cogliere con mezzi più o meno leciti, è stato superato ormai da un sistema elettronico che permette ai giocatori della difesa di comunicare e non svelare le loro intenzioni agli avversari. Gli Astros sono arrivati in finale lo scorso anno, sconfitti dai Braves, e si sono ripetuti in questa stagione. Non è per i segnali che arrivano i risultati. Sono tremendamente forti. Hanno condotto una regular season trionfale con disarmante semplicità, chiusa con 106 vittorie. Le altre squadre che hanno vinto più di 100 partite sono clamorosamente naufragate nelle acque insicure della postseason. Houston ha vinto in 3 partite contro Seattle e in 4 partite contro i New York Yankees. Totale 7-0, nessuna sconfitta finora.
Arrivare in finale e non vincere inizia a pesare
Ora avrà tutta la pressione del mondo e questo è l’avversario forse più duro da battere. Non solo perché contro Philadelphia è chiaramente favorita, ma anche perché la finale è stata spesso in questi anni una storia a se. Le ultime due, Houston le ha perse: in gara 7 nel 2019 contro Washington e lo scorso anno contro Atlanta. Arrivare in finale e non vincere comincia a pesare un po’. Vediamo se i Phillies saranno bravi a caricare un peso maggiore su questa bilancia emotiva. Se rimaniamo all’interno del diamante, gli Astros sono davvero una squadra formidabile. Ogni anno perdono pezzi importanti per il mercato dei free agent e ogni anno ne escono più competitivi che mai. Springer, Correa, Cole sono andati a rinforzare altre squadre, ma la continuità di risultati è stata garantita dal nucleo storico che resiste con i vari Altuve, Bregman e Gurriel. E in questa stagione anche con Justin Verlander, lanciatore che era mancato per infortunio nelle ultime stagioni e che a 39 anni ha prodotto prestazioni che gli faranno vincere ancora il Cy Young Award della American League, il premio per il miglior lanciatore. Il monte di lancio è in assoluto il reparto che permette agli Astros di fare la differenza. Non solo con Verlander, che sarà il partente di gara 1. Gli altri della rotazione come Valdez o McCullers e Javier sono formidabili e in caso di necessità ce ne sarebbero un paio altrettanto buoni che finora sono rimasti a guardare…perché non servono e nella postseason non possono giocare tutti. Anche i rilievi, cioè i lanciatori che entrano a partita in corso, sono i migliori a disposizione. Le statistiche della postseason sono irreali: 33 inning lanciati, media ERA 0.82 (cioè concedono meno di un punto a partita agli avversari), 42 strike out (più di 1 a inning quindi) e media concessa ai battitori avversari di 127. Nessuno come loro.
Philadelphia ha un grande attacco e sarà una bella sfida vedere se Schwarber, Hoskins e soprattutto Harper sapranno incrinare la sicurezza, verrebbe da dire la perfezione, dei lanciatori Astros. Un titolo dal sapore speciale lo cerca anche il manager (cioè allenatore) Dusty Baker. Una delle conseguenze più penalizzanti dello scandalo segnali rubati poteva essere l’azzeramento dello staff che con A.J. Hinch aveva costruito la squadra e l’aveva portata vincere. Invece il mitico Dusty Baker, 73 anni, ha subito ridato fiducia al gruppo e inserito alla perfezione nuovi giocatori come Alvarez e il rookie Peña. Baker ha avuto una grande carriera, da giocatore e poi da manager, allenando Giants, Cubs, Reds e Nationals prima degli Astros. E’ stato tre volte allenatore dell’anno nella National League. Ha vinto una World Series nel 1981 con i Dodgers, da giocatore. Non ha mai vinto da allenatore in 29 anni. Nel mondo del baseball è uno dei personaggi più amati e con maggiore empatia. Non c’è dubbio che molti tiferanno per una sua vittoria. Sarà una bella storia da raccontare e sarà un bel confronto con quella altrettanto intrigante di Rob Thomson, allenatore di Philadelphia, alla prima stagione della carriera come manager a 59 anni. Due storie agli antipodi. Ma tutta questa World Series tra Houston e Philadelphia è un confronto di opposti.
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La World Series su Sky Sport
Tutte le partite della World Series 2022, la finale del campionato di baseball MLB, sono su Sky Sport Uno e Sky Sport Action. Gara 1 è in programma nella notte tra venerdì e sabato all’1.30 con prima mezzora dedicata alla presentazione delle squadre. Gara 2 nella notte tra sabato e domenica alle 2.00. Si gioca a Houston, prima di spostarsi per 3 partite a Philadelphia.