I due anelli di Saquon Barkley

Niccolò Machiavelli, uno dei grandi artisti della storia della Firenze dei Medici del 500: diplomatico, drammaturgo, scrittore e filosofo. Alibay Barkley, giovane pugile del Bronx, aveva deciso di chiamare suo figlio così, ma sua moglie glielo impedì con tutte le forze e scelse 'Saquon'. Oggi, rivedendo la storia di quel bambino e del percorso che lo ha portato a diventare una star dello sport mondiale, forse la scelta della signora Tonya non fu delle più illuminate. Saquon Barkley non ha fatto nessuno dei lavori del grande fiorentino, ma ha dimostrato caratteristiche umane, caratteriali e sportive che in qualcosa avrebbero onorato quel nome così importante. Solo in questa stagione ha regalato spunti che aiuterebbero a scrivere nuovi libri di fiabe o trame di film a lieto fine: “Scartato dai riflettori della grande città al successo mondiale ripartendo dal teatro di periferia”, oppure anche “Dagli infortuni al Super Bowl in un percorso da record”. Protagonista di una stagione incredibile è uno degli uomini copertina, ma la strada che lo ho portato a New Orleans è quanto meno affascinante. Aveva pensato di cominciare con la boxe come tutti i figli che voglio imitare papà poi, per fortuna, ha scelto il football e uno stato, la Pennsylvania. Lì ha cominciato all’High School a Whitehall, lì a proseguito al Collage e lì, dopo le traversie newyorkesi, è diventato davvero grande con la maglie verde degli Eagles. A Penn State 3843 yard , con 43 TD, 102 passaggi ricezioni e 8 TD lo hanno reso un giocatore totale: “Essere completo è quello che ho sempre cercato di essere, compreso il lavoro sporco per aiutare i compagni e Penn State mi ha reso quel giocatore”. Un running back da sogno che i Giants hanno scelto col #2 nel draft del 2018. I riflettori di Broadway lo hanno illuminato e gli inizi sono stati secondo le attese, diventando Rookie dell’anno e venendo convocato al Pro Bowl dopo 1307 yards con 11 TD aggiungendoci pure ricezioni per 721 yards e altri 4 TD. I suoi sogni a braccetto con quelli della Grande Mela, ma qualcosa è andato subito storto sotto forma d’infortuni e rapporti. Dopo quella d’esordio non ha mai giocato una stagione completa nelle successive 5. Problemi vari a caviglie, gomito e coscia prima del disastro datato settembre 2020 nel match contro i Chicago Bears. Rottura del legato crociato e del mediale del ginocchio destro con carriera in forse. “Adesso tutte le telecamere sono davanti a me, diventi uomo copertina, una meravigliosa annata da record, ma nel percorso ho dovuto imparare nuovamente a camminare, mia figlia mi ha messo tanti cerotti... Senza quelle avversità, gli infortuni e le delusioni di New York, non sarei il giocatore che sono oggi. La gestione di quei momenti difficili mi hanno portato qui a New Orleans”. Anni tumultuosi quelli di NY, tra delusioni in campo e amarezze umane per il trattamento ricevuto a livello contrattuale dalla franchigia. I Giants con un attacco guidato da Eli Manning con lui a correre e Odell Beckham Jr. a ricevere credevano di aver costruito una squadra straordinaria e invece fu un flop clamoroso sul palcoscenico di Broadway, nonostante a livello personale Saquon avesse totalizzato 868 yard e 6 TD di media a stagione. Nonostante questo, lui ha provato in tutti i modi a restare a NY con lunghe trattative, chiedendo un franchise tag ma è stato costretto ad andar via amareggiato. Gli Eagles hanno colto immediatamente l’opportunità. Imboccata la I-95 verso sud con un contratto triennale da 37.5 milioni di dollari ha avuto da subito quelle sensazioni positive che gli mancavano da troppo tempo: “Avevo detto salutando i Giants che la prossima tappa sarebbe stata quella che mi avrebbe dato la chance di entrare tra i grandissimi della storia di questo sport perché sapevo che c’era la situazione ideale per riuscirci”. Così è stato, perché ha trovato uno staff tecnico ideale per il suo sviluppo con l’head coach Siranni e l’offensive coordinator Kellen Moore che gli hanno reso più facile trovare spazi offensivi. Da non trascurare anche una struttura medica che lo ha aiutato a trovare continuità fisica, che con il suo passato recente non era poi così scontato. Una stagione da record. Letteralmente! Contro i Rams quello di franchigia con 255 yard corse, diventata anche la 9° prestazione della storia NFL per yards totali , con le 47 in ricezione, 4° da parte di un running back. In 9 delle prime 11 partite con gli Eagles poi ha superato le 100 yard di corsa. Tra queste quelle ottenute saltando all’indietro un difensore di Jacksonville. Un gesto atletico incredibile! Una foto che resterà quella della sua carriera qualsiasi cosa accada. In totale 2005 yards in regular season lo hanno fatto diventare il 9° della storia a superare quota 2000. Il numero 1 resta sempre Eric Dickerson con le sue 2105 messe insieme nel 1984, poi Adrian Peterson, Jamal Lewis, Barry Sanders, Derrick Henry, Terrell Davis, Chris Johnson e OJ Simpson. Meno 100 yard da Dickerson nell’intera storia della Lega, ma superato anche il record di franchigia che apparteneva dal 2013 a LeSean McCoy con 1607. Record, sorrisi e prospettive da quando ha iniziato a mettere la maglia verde petrolio. Lo aveva intuito anche la piccola Jada, sua figlia, che sentita la notizia del trasferimento aveva chiesto: “Philadelphia? Questo vuol dire che vinceremo di più?” Dopo aver giocato solo 2 partite di playoff non era poi così difficile, ma così tanto non poteva augurarselo neanche la sua piccola meravigliosa tifosa. Con lei, da 4 stagioni, la stretta di mano segreta cui da qualche settimana Saquon ha aggiunto anche quella col secondogenito, prendendo spunto dal cartone 'Alla ricerca di Nemo'. Scene familiari e sportive che sintetizzano il suo concetto fondamentale di team: “Per me è la cosa più importante. La squadra e la famiglia. Credo che un giorno scriverò un libro su questo”. In attesa dell’opera letteraria ha vissuto il capitolo più importante della sua vita sportiva. Il Super Bowl vinto nel giorno del suo 28esimo compleanno. E fa nulla che non riceverà una Ferrari in regalo dall'influencer Jake Paul . “Questo è lo stage più alto di tutti, ma alla fine è sempre un pallone che deve superare la stessa linea da quando avevo 7 anni”. Ha chius con 57 yards corse su 25 portate , conquistando le 30 che mancavano da correre per prendersi l’ultimo record stagionale, quelle per superare Terrell Davis che con i Broncos nel '98 ne totalizzò in stagione 2476 . Quei Broncos vinsero il Super Bowl. Barkley ha guidato i suoi Eagles allo stesso traguardo. Lucido, freddo, sereno, determinato e consapevole. Niente superstizioni, niente playlist speciali. Solo tanta voglia della laurea agonistica. Quella scolastica l’ha presa nel 2022, quando è tornato a Penn State per conseguirla. Voleva mantenere la promessa fatta ai genitori e dare un messaggio ai figli che gli obiettivi vanno sempre centrati. Scenderà in campo al Ceasar Superdome con dei numeri complessivi nella sua carriera fantastici e una tifosa speciale in tribuna. Anna Congdon. Conosciuta a Penn State, 8 anni fidanzamento e 2 figli. “Saquon è bravino in campo, ma dovreste vederlo sulla pista da ballo”, ha detto dopo la vittoria nel Championship. Pochi giorni dopo Barkley le ha chiesto di sposarla. Un anello dato dopo la finale di Conference e uno che metterà al dito dopo la notte di New Orleans.

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