Esportare lo sport non è sacrilegio

È finita al supplementare 16-13 per Miami, ma è un dato che conta davvero poco, compreso per i Dolphins che hanno vinto e per Washington che ha perso. Risultato quasi superfluo per due squadre che non hanno più moltissimo da chiedere in termini di risultati a questa stagione dopo un inizio negativo. Molto di più conta il weekend lungo passato a Madrid e i significati a tutti i livelli che ne sono derivati. La Spagna, considerato uno dei Paesi europei meno attratti dalla NFL, ha vissuto un fine settimana senza calcio, piovoso per colpa di Claudia , ma assolutamente eccitante. Due franchigie NFL atterrate a Barajas per legare interessi di due emisferi sportivi lontani che hanno centrato tutti gli obbiettivi. Dolphins che si sono allenati dal martedì al Metropolitano, Commanders a Valdebebas. Antoine Griezmann, che aveva festeggiato un suo gol al Mondiale con la danza del pinguino come fa per i suoi touchdown Jaylen Waddle, ha finalmente incontrato il #17 dei Dolphins per una foto e immagini social che hanno destato attenzione anche al di là dell’Oceano. Poi tanto entusiasmo in giro per la città guidato da un’ottima regia dell’NFL. Rigida, schematica, ma sempre di grande livello. Niente lasciato al caso con l’intento di sviluppare l’immagine e crescere. Plaza de Espana, sotto lo sguardo attento di Don Chisciotte e Sancho Panza, trasformata nella FanZone dei Dolphins. Clinic di flag football al Metropolitano. Dan Marino che ha bloccato la Gran Via con la sua apparizione. Appassionati arrivati da tutta Europa con maglie di quasi tutte le franchigie della lega. Quindi, il giorno della partita, sorteggio con la monetina testimoniato da Zidane, Florentino Perez seduto vicino al Commissioner Roger Goodell e cheerleaders a ballare la Macarena con, nelle interruzioni per i time-out, a tutto volume “Bamboleo” e “Vamos alla Playa” . L’NFL sbarcata al Bernabeu! Palla ovale al posto di quella rotonda. Sacrilegio o nuova frontiera? Waddle e Deebo Samuel per Vinicius e Mbappè follia o porte girevoli di star in uno dei teatri più esclusivi del pianeta? In realtà mondi che si sono incontrati bene e si sono piaciuti. Madrid è diventata la 9° città fuori dagli States ad ospitare la 62^ partita ufficiale della storia dopo la prima giocata a Wembley il 28 ottobre 2007 vinta dai NY Giants sui Dolphins 13-10 all’overtime. Per Miami quello del Bernabeu è stato l’ottavo match col passaporto in mano, tanti quanti Buffalo, con solo i Jacksonville Jaguars ad averne disputati di più . Tra tutte, per rimane nei numeri oltre dogana, la franchigia col miglior record è quella dei Minnesota Vikings con 5 vittorie ed una sola sconfitta. La partita di Madrid, tra squadre in difficoltà in questa stagione, non è stata spettacolare, ma l’insieme è stato un successo. Un Santiago Bernabeu ridisegnato levando la prima fila delle gradinate dietro le porte per allungare il campo secondo le misure regolari di un campo NFL, spogliatoi ristrutturati per ospitare un centinaio di persone ognuno e 78.610 spettatori entusiasti sugli spalti. Un nuovo capitolo per la meravigliosa storia del Bernabeu. Inaugurato il 14 dicembre del 1947 è stato lo scenario non solo di tutte le imprese del Real Madrid, ma anche di 4 Finali di Coppa dei Campioni quella della Libertadores del 2018 il Mondiale dell’82, dell’Europeo del 64 e l’Intercontinentale sempre del 64. Ora ha allargato il suo book di foto di partite prestigiose. Un match, presentato due anni fa al Super Bowl di Las Vegas da Emilio Butragueno in persona, che il Real ha fortemente voluto per aumentare non solo il prestigio, ma anche la sostenibilità di uno stadio che deve ripagare un investimento da €1,3 miliardi di euro per cui ha fatto prestiti con 3 interlocutori bancari diversi per €1,2 miliardi per portare grazie a eventi corporate, concerti e sport a guadagni previsti pari €300 milioni annui. Grazie anche a partite come la prima NFL in Spagna! Un grande club come il Real e una lega forte che hanno trovato un interesse comune. L’NFL vuol continuare ad allargare i suoi confini e il suo business e per questo mettere gli occhi su Spagna, Madrid e Bernabeu una scelta quasi troppo facile. In questi anni, pur rappresentando uno sport che di fatto si gioca solo negli States, con un lavoro straordinario, hanno ottenuto numeri strabilianti. È aumentato il numero degli appassionati nel mondo a quasi mezzo miliardo, cresciuti i dividendi distribuiti equamente tra le 32 franchigie da $8 miliardi di dollari nel 2010 ai $23 miliardi dello scorso anno ossia il doppio dell’NBA e delle MLB, il triplo della Premier League. A margine della spettacolarità delle partite, di caschi e divise scintillanti, di grandi personaggi ben esportati a livello globale col colpo di fortuna che Taylor Swift s’è fidanzata con Trevis Kelce, l’allargamento dei confini è stato fondamentale. Parte della strategia anche incentivare la pratica in Europa di quel flag football che sarà presente alle Olimpiadi di Los Angeles 2028, creare Community Events e favorire la presenza televisiva in ogni angolo del pianeta. Prossimo obiettivo il mondo degli Emirati per un match probabilmente ad Abu Dhabi con i 49ers che stanno intensificando rapporti societari. Una lega forte con potere sulle sue squadre per benefici a medio e lungo termine per tutti. Economicamente le squadre NFL per giocare queste partite di stagione regolare all’estero non guadagnano nulla, anzi ci perdono perché la Lega contribuisce solo in piccolissima parte alla trasferta. I vantaggi arrivano alla fine nella grande torta da spartire tra tutte le squadre al termine della stagione. Tutto gestito dalla NFL che prima di tante altre realtà sportive ha capito che la chiave di sviluppo era superare barriere e confini per esportare spettacolo, entusiasmo e business. Termine che purtroppo anche per i romantici dello sport non deve essere più demonizzato. Oggi il business è parte dello sport professionistico a qualsiasi livello. La competizione è basata sul talento e anche questo riporta al lato economico per poterlo mantenere persino quando si ha l’abilità di crearlo in casa, senza pensare al mercato trasferimenti. Per essere competitivi ad alto livello nazionale e internazionale bisogna offrire un prodotto di grande livello ed essere al pari della crescita economica delle squadre rivali basato sulle revenue generate dai nuovi stadi e dall’internazionalità della propria lega. Merchandise, sponsorizzazioni e contratti tv, proprio il mercato americano e, soprattutto l’NFL, insegnano che vanno a braccetto con un mercato mondiale. Assieme alla tradizione e alla passione dei tifosi per alimentarla e supportarla con una base economica che ne permetta crescita e sostenibilità a tutti i livelli. L’NFL chiede a tutte le franchigie di giocare all’estero una partita casalinga ogni 4 anni. Nessuna tifoseria s’è mai lamentata. Un esempio anche per le polemiche che di recente sono nate in Spagna e Italia attorno al tentativo di Seria A e Liga di fare scelte simili. Difficile soppesare la passione, vero, da quella parte dell’Oceano sono meno legati alle loro squadre rispetto al mondo europeo, ma comprendono la ragione e provano anche ad usarla come motivazione per una gita e vedere un mondo nuovo. Le strade di Madrid erano piene di appassionati americani ed europei e si è respirata aria di Super Bowl. Real Madrid ed NFL hanno certamente vinto anche più dei Dolphins al Santiago Bernabeu.

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Esportare lo sport non è sacrilegio

Massimo Marianella