Che esordio per Medvedev alle Atp Finals: è lui il vero rivale di Djokovic

Tennis
Angelo Mangiante

Angelo Mangiante

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"In punta di volée" è l'analisi tecnica dei magnifici 8 delle Atp Finals partendo da Medvedev che ha vinto 6-7 6-3 6-4 il match d'esordio contro Hurkacz. Angelo Mangiante, giornalista professionista, è stato un tennista professionista: n° 708 della classifica mondiale Atp in singolo e n°732 in doppio come best ranking, maestro Federale e International Coach, ha allenato anche la n.3 del mondo Amanda Coetzer. A Torino conduce gli studi pre e post match alle Atp Finals 

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L'esordio di Medvedev contro Hurkacz conferma la qualità di gioco altissima del n.2 del mondo. Una vittoria in tre set e due ore di gioco imponendo la maggiore completezza tecnica. Accelerazioni e imprevedibilità con uno stile molto personale: unico nel circuito. 

La forza di giocare in modo diverso da tutti gli altri

La personalizzazione della tecnica in grado di produrre i colpi più devastanti. Esecuzioni lontane dalla didattica classica, ma dotate di un'efficacia superiore come rendimento. Il servizio dando le spalle alla rete di John McEnroe è stata l'esecuzione più tagliente della storia del tennis. Il diritto con il gomito alto di Ivan Lendl ha prodotto un effetto fionda con una potenza mai vista prima. Medvedev si inserisce in questo filone di interpretazioni molto personali. Una tecnica che potrebbe fare storcere il naso a qualche purista del gesto e che invece rappresentano il valore aggiunto. 

Medvedev, il rivale più accreditato a battere Djokovic 

Per tantissimi anni il circuito ha vissuto del dominio di tre leggende (Federer, Nadal e Djokovic), con Andy Murray primo tra gli umani. Questa settimana stiamo vivendo a Torino le emozioni di vedere il n.1 Djokovic cercare il suo 6° titolo alle Atp Finals, uguagliando Federer, e proprio Medvedev ha preso il posto di Murray come primo degli umani. Ruolo che non gli ha impedita di battere Djokovic nella finale degli US Open e di presentarsi a Torino come campione in carica dopo aver vinto a Londra nel 2020. Successi assecondati da una spiccata  personalità in campo e risorse da combattente.

Un fighter dallo sguardo glaciale

Si esalta nella lotta, riuscendo ad elevare ancora di più il livello di gioco. Uno spettacolo il repertorio tecnico del russo. Mai una palla uguale all'altra. Varia peso e rotazioni. Apre angoli in top-spin usando moltissimo la leva del polso. Passando con disinvoltura anche a interpretazioni quasi piatte con cui va a trovare soluzioni vincenti dentro il campo. Una velocità di braccio pazzesca. Anche nel servizio, sopperendo con un mulinello rapidissimo ad una torsione un po' rigida della schiena. 

Questa sua capacità di ipnotizzare gli avversari deriva moltissimo dall'uso molto personale del polso, con cui maschera fino all'ultimo la direzione dell'impatto. 

Un mago. Con una mano morbidissima nelle soluzioni di tocco più delicate. 

La scuola russa

Il tennis russo ha avuto grandi interpreti in passato: da Alex Metreveli, fino ai vari KafelnikovSafin o Maria Sharapova in campo femminile. Qui a Torino la Russia è l'unica nazione ad avere due giocatori tra i magnifici otto, considerando la presenza anche di Rublev. Medvedev, 24 anni, ha tutto per diventare in campo maschile il più forte tennista russo di tutti i tempi. Uno Zar con uno stile e una tecnica diversa da tutti. Una stella da ammirare e applaudire a Torino.