Luciano Darderi può diventare ancora più forte

Luciano Darderi si sta godendo qualche giorno di riposo forzato per l’infortunio alla caviglia al Croazia Open che lo ha costretto a saltare Toronto. Ma lo rivedremo presto, a Cincinnati. La doppietta Bastad-Umago lo ha rilanciato, dopo un periodo con poche vittorie. Adesso sono quattro i titoli in bacheca, tutti conquistati sulla terra battuta. Ne ha fatta di strada da quando la nonna gli regalò la sua prima racchetta quando era un bambino e iniziò a giocare a tennis contro il muro di casa in Argentina. La nonna che porta sempre con sé, nel cuore e in un tatuaggio sul braccio che bacia nei momenti importanti. Grazie a lei e al suo appoggio economico, il piccolo Darderi ha potuto inseguire il suo sogno di diventare un tennista professionista. Cresciuto ammirando gli idoli Juan Martin Del Potro e Roger Federer. Ha poi fatto la sua strada, non facile, anzi. Ma ha trovato tante persone che negli anni lo hanno aiutato, come gli amici del papà quando si sono trasferiti in Italia - il nonno paterno è orinario di Fano - per giocare a tennis. Papà Gino, ex tennista, è un’altra figura fondamentale nella vita di Luciano, da sempre è il suo allenatore. Un’esperienza che è un tesoro anche per il fratellino Vito, grande promessa del tennis azzurro. Il più promettente dei due fratelli si dice. Intanto Luciano si sta avvicinando al best ranking di numero 32, attualmente è numero 35. È uno dei 9 italiani presenti nella top 100. Una delle tante risorse a disposizione di capitan Volandri per la squadra Coppa Davis, campione in carica da due anni. La qualità più grande di Darderi non è tecnica, ma mentale. La famosa garra, la grinta che gli ha permesso di vincere anche partite che sembravano compromesse. Un tratto del suo carattere che sta ancora imparando a gestire perché la pressione che si auto impone può rischiare di trasformarsi in un boomerang con scatti d’ira che di solito sfoga contro il papà, o perdita di concentrazione. Il suo colpo preferito è il diritto e ha grandi doti atletiche. Ha ancora tanti margini di miglioramento. D’altronde, anche i più grandi campioni hanno dimostrato di saper migliorare anche ad età avanzata. E a 23 anni si può dire che Luciano è solo all’inizio. Nelle ultime partite però si sono visti miglioramenti al servizio e con il rovescio. Colpi che insieme a una maggior confidenza nel gioco a rete, gli permetterebbero di fare il salto anche sul cemento, superficie dove si gioca di più e dove serve avere continuità di risultati se si aspira a una carriera da protagonista. Servirà quindi un cambio di programmazione, sacrificando qualche torneo sulla terra a favore di quelli sul duro. Darderi dovrà cercare di approfittare del momento di fiducia per aggredire subito con personalità il cemento americano. Da Cincinnati, dove ha giocato solo due partite, allo US Open dove cerca ancora la sua prima vittoria. Davanti a sé ha percorso di crescita da affrontare, come ha sempre fatto, con la fame di chi è partito da lontano e vuole arrivare lontano.

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Luciano Darderi può diventare ancora più forte

Barbara Grassi