La fede di Carlos Alcaraz

Sulla vittoria di Carlos Alcaraz nella finale degli US Open di tennis contro Jannik Sinner è stato scritto di tutto sotto il profilo sportivo. Da qualche giorno, però, sta emergendo, con discrezione, dal mondo dei social media un lato molto personale e intimo del giocatore spagnolo che, con questo trionfo, è tornato a essere il numero uno al mondo della classifica Atp: la sua profonda fede religiosa e, in particolare, la sua dedizione mariana. A evidenziare questo lato personale di Alcaraz, sta contribuendo un breve e inedito video pubblicato sul web e che sta spopolando tra gli appassionati; in esso si vede un sacerdote che impartisce la benedizione su Carlos. Niente di strano per lo spagnolo ma la conferma di un suo semplice atto di fede. Alla vigilia dell’ultimo Slam la squadra che allena il tennista ha, infatti, chiamato la Cattedrale di San Patrizio, principale luogo di culto cattolico di New York nei pressi del Rockefeller Center e a poca distanza dall’albergo sulla Fifth Avenue in cui alloggiava Carlos. Con questa telefonata il suo staff ha chiesto che un sacerdote che sapesse parlare la lingua spagnola potesse raggiungere Alcaraz in albergo. Detto, fatto; in albergo si è presentato velocemente Don Luigi Portarulo, sacerdote di appena 38 anni, originario di Castellaneta ma cresciuto a Bernalda un piccolo paese della Basilicata. Don Luigi è stato uno dei 25 ministranti che servirono San Giovanni Paolo II al Giubileo del 2000; rimasto in Vaticano per proseguire il cammino per la sua ordinazione ha potuto avvicinare anche Papa Benedetto XVI e Francesco. Grande tifoso dell’Inter, ha avuto anche un passato da calciatore dilettante nel ruolo di attaccante nella squadra della Santa Sede. Da due anni è stato trasferito nella Diocesi di New York per svolgere il suo servizio pastorale diventando un punto di riferimento per la comunità italiana di New York grazie a quell’approccio semplice di una “chiesa in uscita” tanto cara a Papa Bergoglio. Don Luigi non poteva lasciarsi sfuggire questa occasione irripetibile: incontrare e conversare con uno dei tennisti più forti del mondo. Con Alcaraz c’è stata subito grande empatia. I due hanno parlato, ovviamente, di tennis e della possibilità di una rivincita contro Jannik Sinner dopo l’ultima sconfitta sul prato del centrale di Wimbledon, lo scorso 13 luglio. Dopo questa bella chiacchierata, c’è stato un momento più intimo con una breve sosta in preghiera dopo la quale il sacerdote ha impartito ad Alcaraz una speciale benedizione che ha esteso anche ad altri tennisti presenti al momento come gli italiani Flavio Cobolli e Lorenzo Musetti e lo statunitense Taylor Fritz. Adesso che il video è diventato virale sul web, a coloro che hanno avvicinato Don Luigi, il sacerdote ha confessato di aver trovato in Alcaraz un vero esempio di umanità; uno sportivo che, nonostante, la popolarità e il successo raggiunti ad appena 22 anni ha saputo mantenere i piedi per terra senza perdere l’umiltà e la semplicità; ma guai a pensare che la vittoria a New York non sia giunta solo per meriti sportivi ma “dall’alto” per via della sua benedizione. Questa non sarebbe più fede ma rivelerebbe solo superstizione. La profonda fede di Alcaraz, comunque, non è una novità. La cosa è risaputa nel circuito e tra i tifosi. Pare, infatti, che lo spagnolo non si separi mai da un santino della “Vergine della Fuensanta”, patrona di Murcia, la città in cui è nato il 5 maggio 2003. A svelare questa dedizione mariana di Carlos è stato un settimanale del gruppo editoriale San Paolo; “Maria con te”. Una dedizione alla quale Alcaraz è stato sempre abituato, fin da piccolo, perché anche il nonno Manuel, originario di Siviglia e profondamente devoto a “Nuestra Senora del Rocio”, quando si traferì a Murcia fondò una confraternita dedicata a lei e che, ancora oggi, anima i festeggiamenti per la Madre Celeste a cui Carlos prende parte, assieme ai suoi cari, quando gli impegni agonistici lo permettono. Pare, però, che l’amore del tennista per Maria divenne ancora più profondo grazie a quel santino che la nonna Victoria gli donò quand’era ancora agli esordi sui campi, affinché la Vergine lo aiutasse a realizzare il suo grande sogno di diventare una leggenda del tennis. Un dono da cui Carlos non si separa mai, conservandolo gelosamente nella tasca in cui tiene una delle sue racchette all’interno del borsone con il quale scende in campo. Alcaraz testimoniò pubblicamente il proprio slancio per la Madonna anche nel lontano 2023 quando andò a pregare presso il santuario di Guadalupe, a Città del Messico. Una scelta che gli procurò un ritardo di almeno 40 minuti al TennisFest, con le migliaia di tifosi messicani ad attenderlo e che si domandavano dove fosse finito. L’enigma fu svelato dal tennista stesso, pochi istanti dopo quando, sulle pagine dei suoi social, pubblicò gli scatti della sua visita alla “Morenita”, alla quale, come fanno tutti i pellegrini, portò in dono una rosa. Carlos ha ripetuto una cosa simile anche lo scorso maggio, alla vigilia della bellissima ottantaduesima edizione degli Internazionali d’Italia a Roma che l’hanno visto vincitore in finale proprio contro Sinner. Prima della finale, infatti, Alcaraz si è recato in forma privata in Vaticano per rendere omaggio alla “Vergine della Speranza” di Malaga, che in quei giorni era esposta nella basilica papale di San Pietro. E prima o poi Carlos tornerà tra le mure vaticane ma questa volta ad attenderlo ci sarà papa Leone XIV.

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Tommaso Liguori