Tutte le strade della Champions maschile di volley portano all'Italia. O quasi...

Tre squadre, tre storie diverse e la stessa destinazione: la Champions League maschile riapre le porte a Perugia, Trento e Civitanova, attese di nuovo sul palcoscenico dove ogni dettaglio pesa e dove si raccontano le storie più belle del volley europeo. Un cammino che inizia dalla fase a gironi, con un obiettivo identico per tutte: chiudere al primo posto per staccare il biglietto diretto ai quarti di finale. Finire secondi significherebbe passare dai playoff, aumentando rischi e fatica in una stagione già intensa. Perugia, confermare il trionfo I campioni in carica della Sir ripartono da un’insolita curiosità: le facce sono le stesse della stagione scorsa. Inusuale nel volley moderno, dove le squadre cambiano spesso pedine e rotazioni. Non è cambiata nemmeno la guida tecnica, affidata all’allenatore che non si tira mai indietro di fronte alle scommesse. L’uomo che non ha pudore nel commuoversi in pubblico: Angelo Lorenzetti. Nel sestetto praticamente identico alla scorsa stagione, c’è sempre Simone Giannelli. Il capitano della nazionale è il simbolo del successo umbro, colui che guida nelle scelte difficili i compagni, uno dei pilastri su cui la squadra poggia la propria identità e il proprio equilibrio. La squadra riparte da questa continuità e dalla forza di un gruppo collaudato, pronto a confermare la supremazia europea. Nella Pool C troverà il primo vero test nel Berlino Recycling, avversario solido costruito per provare a contenderle il primato. Le altre due sfide, sulla carta, dovrebbero essere più morbide: i cechi della LVI Praga e gli spagnoli del Guaguas Las Palmas, squadra dal grande entusiasmo ma con un gap tecnico evidente rispetto ai campioni in carica. Perugia parte favorita e con una rotta chiara: dominare il girone per volare ai quarti con la stessa sicurezza di un anno fa. Trento, riprendere il filo della storia europea Trento prova a riprendere il filo della sua storia europea. Il club che più di tutti, nell’era moderna, ha marchiato la Champions con identità italiana si presenta con ambizioni alte ma con un nodo da sciogliere: l’infortunio di Daniele Lavia, pedina fondamentale nello scacchiere del nuovo coach argentino Marcelo Méndez. Problema ancora più pesante se rapportato alla difficoltà della Pool A, una delle più complicate dell’intera competizione. Dentro c’è soprattutto lo Ziraat Ankara, che con un organico tra i più completi è una delle candidate al titolo. Ci sono poi i francesi del TOURS, squadra di grande tradizione europea, capace nel 2005 di vincere a sorpresa la Champions a Salonicco, un’impresa rimasta una delle più inattese della storia recente del torneo. A completare il girone c’è l’ACH Lubiana, avversario più abbordabile del girone ma comunque da rispettare. Trento potrà però contare sulla sua stella più luminosa: Alessandro Michieletto, Mvp dell’ultimo Mondiale, chiamato a caricarsi sulle spalle un volume di responsabilità ancora maggiore. Sarà lui la guida non solo tecnica ma emotiva di una squadra che, nonostante le difficoltà, rimane profondamente competitiva e legata a una tradizione che in Champions pesa sempre moltissimo. Civitanova, il progetto giovani continua Civitanova entra nella Pool E con un progetto avviato già lo scorso anno: la società del patron Giulianelli punta da tempo sul talento e sulla costruzione di un nucleo giovane. Un percorso che inizialmente non si prefiggeva risultati immediati, ma che si è rivelato invece sorprendentemente vincente. Subito. Il bulgaro Alex Nikolov, il campione del mondo Mattia Bottolo e il giovane palleggiatore Mattia Boninfante rappresentano la base su cui il club intende continuare la sua crescità e consolidare il proprio futuro. Guidata da Giampaolo Medei, Civitanova affronta la Champions con la consapevolezza che ogni partita sarà un banco di prova per la maturazione del gruppo. Le avversarie europee non sono da sottovalutare: i polacchi del Projekt Varsavia, tra le squadre più forti del torneo, rappresentano un test significativo, mentre i belgi del Leuven hanno un livello tecnico più basso. Attenzione anche alla tradizione dei francesi del Montpellier VB. La Lube vuole giocarsi le sue carte anche se in Superlega sta però faticando un pochino. L’Europa può diventare la miccia giusta per accendere la stagione. E mentre le italiane cercano il loro passo, la Champions prende forma con una geografia competitiva molto chiara. Oltre a Perugia, Trento e Civitanova, e allo Ziraat Ankara, i club polacchi restano una minaccia costante. Su tutti il LUK Lublin, campione a sorpresa dell’ultima PlusLiga, che ha in Wilfredo León il suo totem tecnico. Dopo aver guidato la squadra alla vittoria dell’ultima Challenge Cup , il fenomenale schiacciatore di origini cubane sogna di tornare a sollevare la Champions come ai tempi dell’invincibile Zenit Kazan. Tre squadre, tre modi diversi di stare in Europa. Sarà un viaggio lungo, e l’Italia ha tre strade differenti per provare a lasciarci il segno.

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Stefano Locatelli