Confederations Cup, non chiamatela Germania sperimentale

Calcio

Riccardo Gentile

L'esultanza di Sandro Wagner, autore di una tripletta contro San Marino (Getty)

Le assenze di Neuer, Mueller, Hummels, Boateng, Ozil, Khedira e Kroos cambiano radicalmente la Nazionale di Loew, che però si presenta al torneo con giovani dal potenziale micidiale e un bagaglio di esperienza non indifferente

Manuel Neuer ha detto sì. Non a Jochim Loew, ma a sua moglie Nina. Matrimonio a parte, con il piede sinistro rotto e le stampelle sarebbe stato comunque impossibile vederlo in Confederations Cup. Non è il solo Campione del Mondo ad essere rimasto a casa , con lui Mueller, Hummels, Boateng, Ozil, Khedira, Kroos e tanti altri.

Germania sperimentale? Chiamatela pure come volete, di sicuro solo il Portogallo Campione d’Europa e con un Cristiano Ronaldo tirato a lucido ha più chance di vincere il torneo. Già perché, piaccia o no, in porta ci sarà il titolare del Barcellona Ter Stegen o all’occorrenza Leno, seguito dal Napoli.

Ruediger ormai non è più un oggetto misterioso, come quando arrivò a Roma dallo Stoccarda. Hector e quel rigore a Euro 2016 che difficilmente riusciremo a dimenticare. Mustafi, pagato la scorsa estate dall’Arsenal quasi 40 milioni. Joshua Kimmich, 22 anni, erede naturale di Philipp Lahm, nonché pupillo di Guardiola.

A centrocampo Julian Brandt, classe '96, del Bayer Leverkusen. Piace a molti e in particolare all’Inter. Il capitano sarà Julian Draxler, ancora giovane ma ha già un’esperienza da veterano. Uno che esordì in Champions nel 2011 a poco più di 17 anni. Da gennaio al Psg e un biglietto da visita che dice 10 gol tra Ligue 1 e Coppe. Per non parlare poi Emre Can, titolare nel Liverpool di Kloop e autore di uno dei gol più belli di tutta la stagione in Premier, quello in rovesciata al Watford di Mazzarri.

Occhio anche a Diego Demme, nato in Germania da padre calabrese e rivelazione nel Lipsia di Hasenhüttl. Un po' come Kerem Demirbay dell’Hoffenheim.
A proposito della squadra del prodigio Nagelsmann. Contro San Marino, nell’ultima gara di qualificazione al Mondiale, per la prima volta un giocatore dell’Hoffenhaim ha segnato in Nazionale.

Sandro Wagner
, in realtà, ha deciso di esagerare, realizzando una tripletta alla sua seconda presenza in carriera con la Germania. Non è più un ragazzino, ha 29 anni, e convincere Loew a giocare con un centravanti vero non è impresa facile. Sarà questo il suo obiettivo in Russia.
Stessa missione per Timo Werner che, dalla sua, ha anche il vantaggio di essere nato nel 1996. 21 anni, così come 21 sono i gol realizzati nell’ultima stagione a Lipsia.
Poi c’è Stindl, giustiziere della Fiorentina in Europa League e Younes, dell’Ajax, che si è arreso solo nella finale di Stoccolma contro il Manchester United. E per finire, potenzialmente il più forte di tutti, Leroy Sanè.
Comunque vada sarà un bell’esperimento.