In una dichiarazione alla stampa, a Vinovo, il presidente bianconero ha annunciato il suo deferimento e di altri dipendenti del club da parte della Procura federale in merito all'inchiesta sui rapporti fra calcio e criminalità
Andrea Agnelli parla davanti ai giornalisti al Vinovo Media Center. Le sue dichiarazioni sono tutte incentrate sul caso biglietti e criminalità di cui si è discusso nei giorni scorsi in Commissione antimafia alla Camera. "Qualche minuto fa mi è stato notificato un deferimento della Procura federale - ha esordito il numero uno biancoero -. Tale deferimento riguarda il sottoscritto, il dottor Francesco Calvo, all’epoca nostro dirigente, il signor Alessandro D’Angelo e il signor Stefano Merulla. Questa società, i suoi dipendenti e il sottoscritto, non hanno nulla da nascondere e da temere, ed è questo il motivo per cui oggi sono qui davanti a voi". Poi ha aggiunto: "Oggi la procura federale ha emesso un deferimento in cui mi accusano di essere in collusione con persone di stato mafioso".
"Inaccettabile" - "Tutto ciò è inaccettabile ed è frutto di una lezione parziale. Mi difenderò, difenderò i miei collaboratori e difenderò il nome della Juventus che troppe volte è stato infangato da procedimenti sperimentali da parte della giustizia sportiva. Vi invito a riflettere con attenzione sul fatto che i testimoni che sono stati chiamati non hanno nulla a che fare con gli ambienti mafiosi ma sono solo parte di una società che è sulla bocca di tutti".
"Mai incontrato boss mafiosi" - "Penso sia doveroso - ha aggiunto Agnelli - rispondere alla giustizia sportiva e non a voi. Non ho mai incontrato boss mafiosi, a cadenze regolari ho incontrato tutte le categorie di tifosi e l’ho fatto sempre alla luce del sole, se alcuni di questi personaggi hanno assunto oggi una veste diversa per la giustizia penale, all’epoca non era noto. Queste persone erano libere e non avevano alcuna restrizione. La Juve così come ogni altra società collabora con lo Stato ed è stata indicata come esempio virtuoso per la sua costante collaborazione, ma non può sostituirsi alle forze dell’ordine”. Il presidente bianconero ha poi ribadito la disponibilità ad essere ascoltato dalla Commissione antimafia, e ha rigettato le voci di possibili dimissioni del management attuale della società: "Mi spiace deludervi ma questo gruppo dirigente ha intenzione di controllare a far crescere la Juventus".