Var, Ffp, Closing: quando per capire usiamo Google

Serie A

Domenico Motisi

Silvio Berlusconi durante uno dei primi incontri che hanno preceduto il closing con la nuova proprietà cinese
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Con la firma di Yonghong Li si conclude una trattativa estenuante e c’è già un lato positivo: per arricchire la bacheca di Casa Milan ci vorranno mesi, forse anni, ma nel frattempo i tifosi rossoneri (e non solo loro) hanno reso più completo il proprio vocabolario. Adesso tutti sanno cos’è un closing, in attesa del prossimo tormentone…

È arrivato, finalmente. Dopo mesi di mediazioni, caparre versate, holding che si formavano per poi sparire, nomi annunciati e successivamente smentiti, alla fine il fantomatico closing è arrivato. Tutti ne hanno parlato. Tutti. Un termine, closing, usato così frequentemente e così a lungo che non ci siamo neppure resi conto di come questa parola fosse entrata nella nostra quotidianità. Eppure, alzi la mano chi – prima della trattativa tra Silvio Berlusconi e i cinesi – sapeva dell’esistenza (e del relativo significato) del sostantivo closing che, in processo di vendita, rappresenta il momento in cui viene perfezionato il passaggio di proprietà con la girata delle azioni o quote sociali. Chi mastica un po’ di inglese, in realtà, probabilmente c’era arrivato in maniera intuitiva visto che il verbo to close è facilmente traducibile (vuol dire chiudere), ma se avete cercato su Google o sul dizionario non vi preoccupate, non è così grave. Si poteva usare “chiusura”? Forse sì, ma noi italiani, si sa, siamo più cool se utilizziamo parole in inglese.

Ffp, gol line technology, Var

In realtà, quello relativo al termine closing è soltanto l’ultimo degli anglicismi importati nel nostro linguaggio calcistico. Nel 2009, infatti, è stato introdotto l’acronimo di Ffp ovvero Financial fair play (o Fair play finanziario se vogliamo renderlo in parte italiano). Si tratta del famoso progetto promosso dal Comitato esecutivo dell'Uefa che ha come scopo quello di far estinguere i debiti delle società calcistiche in modo che possano essere in grado di autofinanziarsi senza ricorrere a massicci versamenti provenienti dal patrimonio privato dei proprietari. In parole povere: non puoi spendere più di quanto ricavi. Dopo il Ffp è arrivato il turno della gol line techology e della Var. La prima potrebbe essere semplicemente tradotta con “tecnologia di porta”, cioè un sistema tecnologico che verifica se la palla ha oltrepassato o meno la linea di porta, così da eliminare i cosiddetti gol fantasma. Se ne parlava da tempo, è stata introdotta a partire dalla scorsa stagione. Rigorosamente in inglese. Ancora più recente è invece l’acronimo Var, che sta per video assistant refree, letteralmente “arbitro assistente video”: un addizionale che con l’aiuto di un monitor segnala al direttore di gara episodi dubbi visti al replay. Concetto nuovo? Macché, non è altro che la famosa moviola in campo, usata ufficialmente per la prima volta durante il Mondiale per club lo scorso dicembre. 

L’invasione spagnola: da Tiki Taka a Triplete

Come se non bastassero termini e acronimi inglesi, la nuova moda è quella delle parole spagnole. Tutti sappiamo cos’è il tiqui taca (o tiki taka), ma in quanti, per esempio, conoscono l’origine di questo termine? La prima persona che lo pronunciò fu José Mari Maguregui detto Magu, ex giocatore e poi allenatore di svariate squadre in Spagna, come Athletic Bilbao, Siviglia, Espanyol e Recreativo Huelva. In una intervista rilasciata quando allenava l’Espanyol, Magu parlò di questa modalità di gioco, fatta di passaggi corti e di possesso palla, in maniera dispregiativa. Lui, infatti, prediligeva un gioco basato sull’agonismo e sullo scontro fisico piuttosto che sulle qualità tecniche. Maguregui si riferiva, pertanto, al Barcellona con il loro tocar y tocar la pelota (toccare e toccare la palla) che era, a suo avviso, molto noioso. Da qui il termine tiqui taca che in era moderna “Guardiolana” ha invaso anche la stampa italiana. Con Pep e il suo Barça sono arrivati anche i termini Triplete (vinto nel 2009 e replicato dall’Inter nel 2010) e Remontada (o per meglio dire, Remuntada in catalano). Spiegare o tradurre questi termini è ormai superfluo, di certo c’è che a partire da giovedì prossimo, dopo il ritorno al Camp Nou tra Barcellona e Juventus, i tifosi bianconeri vorranno senz’altro leggere o sentir parlare più di Triplete che di Remuntada e senza dover cercare su Google.