Tornano al successo i Cleveland Cavaliers che battono in casa i Brooklyn. Dopo cinque ko arriva la vittoria anche per Toronto, 102-86 contro Milwaukee. Si ferma San Antonio, rimontata e battuta dai New Orleans Pelicans che puntano decisi all'ottavo posto a Ovest. Miami non arresta la sua corsa, vincendo a Chicago contro i Bulls che lasciano in panchina a inizio gara Wade e Butler
Cleveland Cavaliers-Brooklyn Nets 124-116 – “La strada per il successo non è certo un tappetto di rose, non è mai stata così quella che ho percorso. Abbiamo avuto i nostri alti e bassi, ma questo forma il carattare”. Queste le parole di LeBron James al termine della gara vinta contro i Nets (sempre più ultimi) anche grazie ai suoi 31 punti, 11 assist e 5 rimbalzi, in quello che era l’incrocio perfetto per ripartire dopo il periodo di magra. A facilitare il compito ai campioni NBA le assenze di Brook Lopez, miglior realizzatore, e Trevor Booker, miglior rimbalzista tra le fila di Brooklyn, con gli ospiti che mandano sei giocatori in doppia cifra e che restano in parte aggrappati al match grazie al 48.5% dall’arco con 16 triple realizzate. Tante, ma non abbastanza per fronteggiare i 28 punti di Kyrie Irving, 20 dei quali arrivati nel terzo periodo. Da lì in poi, è stata una corsa inutile per i Nets.
Boston Celtics-Orlando Magic 128-98 - 25 minuti di gioco bastano e avanzano a Isaiah Thomas per confezionare la 30^ gara consecutiva con almeno 20 punti a referto. Ventuno e otto assist per il playmaker numero 4, protagonista nello straripante successo dei biancoverdi contro gli Orlando Magic, incapaci di opporre resistenza in una gara manifesto della stagione incolore che sta vivendo la squadra di coach Frank Vogel. A farla da padrone è Boston, con Jaylen Brown partito per la seconda partita consecutiva in quintetto che chiude con 20 punti, suo massimo in carriera, e 8 rimbalzi. I Celtics allungano così al terzo posto, a una vittoria di distanza da Toronto.
New Orleans Pelicans- San Antonio Spurs 119-103 - "Siamo in grado di battere chiunque, e i successi raccolti in questi ultimi 5 giorni non fanno altro che provarlo, sia con la vittoria contro i campioni NBA in carica che quella di stasera contro una squadra che avrà delle chance di vittoria quest’anno”. Sorride Alvin Gentry e ha più di un motivo per farlo, al termine della migliore settimana della stagione per i Pelicans, in grado di vincere prima contro i Cavs e poi contro San Antonio. 23 punti e 11 assist per Jrue Holiday e 16 con 22 rimbalzi, massimo in carriera eguagliato, di Anthony Davis; numeri che non rendono giustizia alla prova di forza di New Orleans, brava a recuperare in meno di un quarto lo svantaggio oltre la doppia cifra del terzo periodo per poi fare gara di testa in tutta l’ultima frazione. Gli Spurs, che ritrovano in quintetto Leonard e Parker dopo i problemi fisici, interrompono così la striscia di cinque successi consecutivi. New Orleans invece, rilancia definitivamente le sue ambizioni playoff, a due vittorie di distanza dall’ottavo posto occupato dai Nuggets di Danilo Gallinari.
Toronto Raptors- Milwaukee Bucks 102-86 – Kyle Lowry non aveva davvero nessuna voglia di incassare la sesta sconfitta consecutiva, una striscia negativa che in casa Raptors non vedono da oltre quattro anni. Ha dovuto fare gli straordinari il playmaker fresco di convocazione all’All-Star Game, restando sul parquet per 39 minuti (il giocatore più impiegato del match), in una serata da 32 punti e 6 assist. “Avevamo bisogno di interrompere questo momento negativo e tutti quanti sentivamo che questa fosse la partita adatta per farlo”, commenta Lowry al termine di un incontro in cui Milwaukee è stata sotto per quasi tutta la gara nonostante i 21 punti e 13 rimbalzi di Jabari Parker e i 19 di Giannis Antetokounmpo. Nonostante l’assenza di DeMar DeRozan per il terzo match consecutivo, i Raptors riprendono la marcia e mantengono il secondo posto a Est: “Sarà una bella lotta dal secondo al quinto posto, tutte squadre con potenziali molto simili - commenta coach Casey -, dobbiamo farci trovare pronti mentalmente e fisicamente per questa battaglia”.
Chicago Bulls-Miami Heat 88-100 – Jimmy Butler e Dwyane Wade restano seduti in panchina a inizio partita, puniti da coach Hoiberg dopo le polemiche e le dure dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni a seguito della sconfitta di Atlanta. I due migliori realizzatore dei Bulls entrano a gara in corso, con l’ex capitano degli Heat, stimolato dalla sfida contro i suoi ex compagni, che chiude come miglior realizzatore a quota 15, mentre per il numero 21 è davvero una serata in cui va tutto storto. Alla fine sono tre punti con 1/13 al tiro e -23 di plus/minus. Ne approfitta quindi Miami, che domina per tutto il secondo tempo e porta a casa il sesto successo consecutivo, la striscia di vittorie aperta più lunga dell’intera NBA. Alla sirena finale sono 26 punti e 11 assist per Goran Dragic e 20 per Willis Reed, che non fanno rimpiangere troppo l’assenza di Hassan Whiteside ancora infortunato. Dion Waiters chiude con 19 punti; per una volta il canestro decisivo nel finale non è servito.
Atlanta Hawks -Washington Wizards 86-112 – La squadra più in forma del momento a Est (e forse in tutta l’NBA) sono gli Washington Wizards, promossi a pieni voti dopo l’impegnativo esame in trasferta contro gli Atlanta Hawks, spazzati via in meno di un tempo in una gara dominata sin dalla palla a due. Gli ospiti alla fine del primo quarto sono sul +12, che diventa +20 all’intervallo lungo e +30 nel corso della terza frazione: Atlanta non passa un singolo secondo dell'incontro in vantaggio, annichilita dal quintetto dei capitolini tutto in doppia cifra e tutto a riposo nel garbage time dell’ultimo quarto. Washington avvicina così proprio il quarto posto occupato dagli Hawks, distante una sola vittoria in quella che sta diventando sempre più una corsa a quattro per le posizioni alle spalle dei Cleveland Cavaliers.
Portland Trail Blazers-Memphis Grizzlies 112-109 - Vince Portland una sfida in cui l’ultimo minuto di gioco racconta bene la partita, con i Blazers ad allungare grazie al talento di Lillard e McCollum e i Grizzlies testardamente aggrappati al match e fermati soltanto ripetutamente dal ferro. Tentativi che avrebbero significato overtime in un match che nel primo tempo sembrava già essere segnato in favore dei padroni di casa, volati sul +16 senza fare troppa fatica. Memphis però è un osso duro e i canestri di un Marc Gasol sempre più All-Star (32 punti, 8 rimbalzi, 5 assist e 4 stoppate) tengono a galla la squadra del Tennessee. Alla fine servono le maniera forte ai Blazers, con Lillard che nel quarto periodo segna 15 dei suoi 33 punti di serata, con tanto di trittico da tre punti negli ultimi minuti. Allen Crabbe ne aggiunge 23 e Mc Collum 18: l’ottavo posto occupato dai Nuggets adesso è un po' più vicino.
Indiana Pacers-Sacramento Kings 115-111 - Paul George ci teneva particolarmente a festeggiare la sua convocazione all’All-Star Game con una vittoria. Un cruccio che il +16 di vantaggio dei Sacramento Kings sembra aver incrinato, senza però aver fatto i conti con la forza di volontà del numero 13, in grado di realizzare gli ultimi sei punti che hanno regalato l’overtime a Indiana e di riportare i suoi tre volte in vantaggio durante i 5 minuti di extratime. Tanto basta ai Pacers per allungare al sesto posto, nonostante i 26 punti a testa realizzati da DeMarcus Cousins e Darren Collison, in una gara su cui i Kings dovranno rimurginare a lungo.