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NBA, i risultati della notte: volano gli Heat

NBA

Miami vince in casa contro Atlanta e allunga a nove la striscia di successi consecutivi. I Cavaliers giocano una delle loro migliori partite dell'anno e asfaltano nel secondo tempo Minnesota. I Bulls battono largamente OKC a domicilio

Cleveland Cavaliers-Minnesota Timberwolves 125-97 – Serviva una risposta, l’ennesima dopo un gennaio difficile, ed è arrivata. Mentre i casting per selezionare l’ormai famigerata point guard di riserva proseguono senza sosta, i Cleveland Cavaliers battono un colpo e dominano il secondo tempo contro Minnesota, giocando una delle migliori partite della stagione.  Alla fine sono 37 assist su 48 canestri, 14 dei quali portano la firma di Kyrie Irving, al suo massimo in carriera (e il massimo di sempre per un compagno di LeBron). Dal canto suo James di partite da 27-8-12 ne ha giocate un bel po’, ma sa che la perfetta circolazione di palla di questa notte non potrà essere sempre replicabile: “È soltanto una partita – commenta a fine gara -, ma dobbiamo continuare su questa strada. Anche perché non saranno sempre serate da 37 assist…”. Kevin Love è ancora fuori causa infortunio, ma la sua assenza non pesa sull’andamento del match. Minnesota resta aggrappata alla gara per tre quarti, senza mai riuscire a mettere il naso avanti nonostante i 26+12 di Karl-Anthony Towns e i 23 di Andrew Wiggins. 

Orlando Magic-Indiana Pacers 88-98 – Nella partita in cui Frank Vogel ritrova i suoi ex Indiana Pacers, sono proprio gli ospiti ad avere la meglio contro la squadra della Florida, in una gara dal basso punteggio così come dal punto di vista emozionale. Dal 4-3 in favore di Orlando dopo meno di due minuti di gioco, Indiana resta letteralmente sempre avanti, senza mai dilagare ma tanto basta per portare a casa una vittoria che significa sesto posto a Est sempre più in solitaria. Sei i giocatori in doppia cifra per i Pacers, ma nessuno oltre quota 16, mentre 20 sono i punti realizzati da Serge Ibaka dall’altra parte, utili molto più come vetrina per il mercato che non ai fini del risultato.

Brooklyn Nets-New York Knicks 90-95 – Nonostante un Carmelo Anthony in serata no (6/22 al tiro e -15 di plus/minus) tenuto per scelta in panchina nel finale di gara, i New York Knicks vincono in rimonta il derby dopo essere stati a lungo ben oltre la doppia cifra di svantaggio. Assieme a un Kristaps Porzingis da 19 punti e 12 rimbalzi, ci pensano due giocatori che chiudono in doppia cifra uscendo dalla panchina: Sasha Vujacic (il fatto che possa in qualche modo incidere in maniera positiva su una gara NBA nel 2017 è a tratti sconvolgente), autore di 12 punti e di due giochi da quattro punti decisivi nel riportare in vantaggio i Knicks; Willy Hernangomes, che chiude con 16 punti e 16 rimbalzi. Si allunga così la striscia di sconfitte dei Brooklyn Nets, battuti in 23 delle ultime 25 partite, incapaci di fare risultato nonostante i cinque giocatori in doppia cifra. A punire i padroni di casa la pessima serata nel tiro da tre (5/25), in una partita in cui le palle perse (20) sono state più degli assist (17).

Miami Heat-Atlanta Hawks 116-93 – Non possono spiegarlo. E non sembrano molto interessati a farlo, se è per questo. A Miami nessuno sa spiegare le ragioni profonde di questo improvviso cambiamento, ma si godono il momento migliore della stagione (se non del post LeBron James), vincendo anche contro gli Atlanta Hawks e allungando a nove il numero di successi consecutivi. “Grande rispetto per il lavoro fatto da Miami, meritano questa striscia di vittorie – commenta lo sconfitto Mike Budenholzer -; sono efficaci su entrambi i lati del campo con la loro forza, la loro aggressività e la loro voglia”. Una partita dominata dagli Heat per oltre tre quarti, in cui ad accendere la scintilla a partita ormai conclusa ci ha pensato il flagrant foul di Taurean Prince che ha pensato bene di scaraventare a terra Hassan Whiteside nella lotta a rimbalzo. James Johnson ha pensato di farsi giustizia da sé, ricevendo in cambio soltanto un invito a prendere la strada degli spogliatoi in anticipo. Poco importa in casa Miami, visto il punteggio finale coinciso con l’ennesimo passo falso degli Hornets. La zona playoff adesso dista soltanto tre partite: impossibile non farci un pensierino. 

Dallas Mavericks-Philadelphia 76ers 113-95 — Nella sfida tra due delle squadre più in forma della NBA, sono i padroni di casa a uscirne vincitori grazie a due protagonisti solitamente lontani dalle luci dei riflettori. Sono infatti il sempre più sorprendente Seth Curry (22 punti con 8/14 al tiro) e Salah Mejri (massimi in carriera con 16 punti e 17 rimbalzi) a guidare i Mavs contro i Sixers ancora privi di Joel Embiid (che salterà anche le prossime due) e di Robert Covington. I due hanno deciso la partita nei due parziali decisivi: la guardia segnando 13 punti insieme a Harrison Barnes all’interno di un 26-8 nel secondo quarto, il centro con 10 dei 12 punti di squadra a inizio ultimo quarto, quando Dallas ha trasformato un distacco di quattro punti in una voragine di 19. Il migliore per gli ospiti è stato Jahlil Okafor con 16 punti, responsabile però dell’esplosione di Mejri e dell’enorme disavanzo sotto i tabelloni (51-39) contro la peggior squadra a rimbalzo della lega.

Utah Jazz-Milwaukee Bucks 104-88 — Dopo aver concesso 27 punti nel primo quarto, ai Jazz è bastato girare un paio di viti della loro eccellente difesa per avere facilmente ragione dei Milwaukee Bucks, che nei due quarti centrali hanno segnato solamente 34 punti andando all’intervallo sul -14. A guidare Utah ancora una volta la coppia formata da Gordon Hayward (27 punti) e Rudy Gobert (26+15), arrivato alla 33^ doppia doppia in stagione; dall’altra parte Jabari Parker ha chiuso con 17 mentre per la seconda volta in stagione Giannis Antetokounmpo non ha raggiunto la doppia cifra, chiudendo con 9 punti (nella prima aveva giocato meno di 10 minuti per influenza). 

Phoenix Suns-L.A. Clippers 114-124 — Dopo l’umiliante sconfitta di 46 punti contro i Golden State Warriors, i Clippers avevano bisogno di ritrovare un po’ di fiducia con una vittoria prima di affrontarli di nuovo domani notte. “In questo momento lottiamo con le unghie per ogni vittoria. Abbiamo giocato senza Blake, abbiamo giocato senza lui e Chris, ora lo abbiamo ritrovato, ma ci vuole tempo. Siamo in modalità sopravvivenza ora come ora”, ha commentato coach Doc Rivers, che si è aggrappato ai 29 punti della sua stella per battere i Suns nel finale. Anche perché DeAndre Jordan è stato espulso nel terzo quarto per un flagrant-2 su Marquese Chriss, decisione che però Jordan ha contestato nel post-gara: “Non sono per niente d’accordo, sono andato per cercare la palla. Sono 2.13 per 127 chili: se facessi un fallo fragrant di tipo 2 su qualcuno, probabilmente non riuscirebbe a rialzarsi”. Eric Bledsoe ha pareggiato di nuovo il suo massimo in carriera con 41 punti (terzo quarantello nelle ultime 6 partite), ma nemmeno i 20 di Devin Booker sono riusciti a impedire la quinta sconfitta consecutiva di Phoenix, sempre più ultima nella Western Conference.

Oklahoma City Thunder-Chicago Bulls 100-128 — Nella strana stagione dei Chicago Bulls, può anche capitare di andare a vincere di 28 punti a Oklahoma City, la seconda peggior sconfitta stagionale per i Thunder. Ventotto è un po’ il numero della gara: sono infatti 28 i punti di Jimmy Butler e altrettanti sono quelli di Russell Westbrook, che ha chiuso con 8 assist ma non ha avuto un singolo compagno in grado di raggiungere la doppia cifra fino all’ultimo quarto, in cui ha disputato solamente un minuto prima di andare a sedersi definitivamente. I buoi — anzi, i tori — erano già ampiamente scappati dalla stalla, visto il 17-4 di parziale dei Bulls per aprire il secondo tempo che ha permesso loro di costruire un vantaggio di 21 punti mai messo in discussione. Con questa vittoria Chicago torna al 50% di vittorie mettendo due partite e mezza di distanza dal nono posto occupato dai Pistons.

Detroit Pistons-New Orleans Pelicans 118-98 - I 31 punti e 12 rimbalzi di Anthony Davis non bastano ai Pelicans (sì, è una frase ormai scritta decine di volte quest'anno) nella sconfitta in trasferta contro i Pistons. Detroit allunga nel quarto periodo e vince con facilità nel finale, dopo che i padroni di casa erano stati sotto anche di otto lunghezze nel terzo periodo. 38 punti e massimo in carriera per Kentavious Caldwell-Pope, che tira 8/11 dall'arco in una serata in cui tutti i suoi compagni messi insieme fanno 2/15 dalla lunga distanza. Basta lui per ottenere un successo che riporta i Pistons a mezza partita di distanza dalla zona playoff.