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NBA, Tim Duncan è uno straordinario nerd

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Dalla passione per i videogiochi al nome della figlia preso da un personaggio de "I Guardiani della Galassia", la leggenda degli Spurs si è raccontato nel podcast di Richard Jefferson e Channing Frye

I più attenti avranno notato nel corso degli ultimi anni uno strano scheletro sulla ginocchiera che Tim Duncan indossava ogni volta che entrava in campo. Il simbolo, per i più appassionati di fumetti e film, è immediatamente riconoscibile: è quello del Punisher, personaggio storico della Marvel di cui la stella dei San Antonio Spurs era grande fan. Complice la sua naturale riservatezza, però, non abbiamo più saputo troppo sul suo conto e sulle sue passioni, almeno fino all’altro giorno quando è stato ospite dell’ormai imperdibile podcast “Road Trippin’” con Richard Jefferson e Channing Frye dei Cleveland Cavaliers e la reporter Allie Clifton. Duncan, che di solito non concede così facilmente interviste esclusive, si è prestato per 40 minuti ai due giocatori dei Cavs in onore del suo rapporto personale con entrambi: con Jefferson infatti ha giocato assieme per due anni e mezzo agli Spurs e con lui ha “vinto” il bronzo olimpico nel 2004; con Frye invece non ha mai condiviso lo spogliatoio, ma ha giocato con lui a World of Warcraft un videogioco di cui entrambi hanno raccontato l’enorme passione.

WoW — Tra battute sul loro passato in campo (Jefferson apre chiedendo a Duncan: “Secondo te Popovich odia più me o Donald Trump?”) e sul loro presente (TD occupa le sue giornate tra allenamenti individuali la mattina per rimanere in forma e pomeriggi passati in un’officina in cui ha investito insieme a degli amici), l’intervista vola via leggera e si fa interessante quando Duncan e Frye iniziano a raccontare di quando giocavano assieme a World of Warcraft, videogioco che entrambi definiscono “life-killer” per l’enorme quantità di tempo che richiedeva. Entrambi hanno rivelato che erano soliti rimanere in piedi anche fino alle 3 o alle 4 del mattino per giocare (il lungo dei Cavs ha anche rivelato il nome del suo personaggio: Dookiedrawls) come succedeva a tantissimi giocatori NBA al tempo, ma non era nulla in confronto alla passione sfrenata di Andrei Kirilenko citata da Duncan. Frye ha raccontato che, prima di una partita nello Utah in cui non sarebbe sceso in campo, era online alle 3 del mattino e ha visto passare il russo con uno dei suoi cinque personaggi al massimo livello (che avrebbe potuto vendere per 100.000 dollari l’uno, almeno secondo l’ex Sun). Quando Kirilenko lo ha riconosciuto e salutato, Frye gli ha chiesto “Ma domani non devi giocare contro di noi?”, ricevendo in risposta un semplice “Sì, probabilmente”.

Ad Atene con l’Xbox — Duncan non ha rivelato il nome del suo personaggio dell’Orda, ma ha ammesso di giocare ancora oggi a Tom Clancy’s Ghost Recon e soprattutto Call of Duty, serie di cui è fan di lunga data visto che già nel lontano 2004 si cimentava al joypad insieme a Jefferson e al resto della nazionale americana. In occasione delle sfortunate Olimpiadi di Atene, infatti, l’ala allora dei New Jersey Nets si era portata dietro l’Xbox in viaggio, passando serate e nottate insieme a Duncan e ad altri membri di quella squadra a giocare a COD. Jefferson ha anche rivelato che in una di quelle conversazioni Duncan gli ha rivelato: “Saremo fortunati a vincere una medaglia, con questo gruppo…”.

Quill — La passione della leggenda degli Spurs per i fumetti lo ha portato 10 giorni fa a dare il nome Quill alla sua terza figlia, la prima con la fidanzata Vanessa Mancias dopo i due figli avuti in un primo matrimonio. Agli appassionati non sarà sfuggita la citazione: Quill è il cognome di Peter Quill, lo Star-Lord che fa da protagonista ne “I Guardiani della Galassia”. Duncan ha ammesso però che è solo metà della storia, visto che quill in inglese vuol dire piuma, e il nome è stato scelto anche in onore del fatto che la fidanzata ha un’enorme passione per la scrittura. “The Big Fundamental” ha poi abbandonato il luogo dell’intervista su un veicolo “con meno di quattro ruote”, una delle eccezione che può permettersi ora che i suoi giorni da giocatori sono alle spalle.