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NBA, LeBron e Cavaliers contro gli arbitri

NBA
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Dopo il rocambolesco ko subito dai campioni NBA contro Atlanta, James ha trovato i colpevoli contro cui puntare il dito: gli arbitri, che a detta sua hanno condizionato la gara 

Una sconfitta del genere non si vedeva da 15 anni. E non perché a subirla sono stati i campioni NBA in carica, ma perché soltanto due volte nella storia della lega una squadra si era fatta rimontare 26 punti nell’ultimo quarto. Gli Hawks che ieri sera hanno vestito i panni del carnefice, sono in realtà i detentori della peggior sconfitta subita nell’ultima frazione di gioco, quando nel 1977 si fecero rimontare ben 28 punti dai Milwaukee Bucks. Nel 2002 invece i Lakers ne recuperarono 27 ai Mavericks, portando a casa un incredibile successo. I losangelini da campioni in carica poi al termine di quella stagione vinsero di nuovo il titolo, ma in quel caso entrarono nella storia dalla parte giusta. Il fatto che LeBron James e compagni l’abbiano fatto invertendo il senso di marcia ha fatto imbizzarrire non poco il numero 23, sbottato a fine gara a causa delle discutibili decisioni arbitrali arrivate nel finale, costretto a uscire prima per raggiunto limite di falli: “L’ultimo fallo che mi è stato fischiato non era di certo da sanzionare”, commenta James a caldo dopo essere stato costretto a tornare in panchina a 1:52 dalla fine dell’overtime. “Sapevo benissimo di averne già commessi cinque, e sapevo che quel rimbalzo sarebbe stato lungo. Posso avere in qualche modo toccato Millsap, ma sono cose che in una partita e in un momento del genere succedono molto spesso. Non l’ho spinto né fatto qualcosa di lontanamente avvicinabile a un fallo”. È la seconda volta in stagione che James finisce la partita prima della sirena a causa del raggiunto limite di falli (la prima contro gli Wizards nella gara vinta all’overtime dai Cavs): non era mai successo nelle 13 stagioni NBA precedenti, sintomo di come le cose siano state più difficili del previsto.

Il timeout “mancato”

Una partita che sembrava vinta e che gli Hawks sono riusciti a riacciuffare grazie al canestro sulla sirena, arrivato però dopo un’altra serie di episodi a lungo contestati: “Abbiamo avuto ovviamente dei passaggi a vuoto, ma nel caso della palla contesa che ha portato poi il match all’overtime, c’erano ben due giocatori degli Hawks con i piedi sulla linea mentre  cercavano di strappare il pallone a Kyrie”, commenta LeBron. “E inoltre, mentre Irving era all’angolo accerchiato, io mi sono avvicinato agli arbitri chiedendo ripetutamente un timeout e la spiegazione che mi è stata data per il mancato fischio è una cosa che davvero non avevo mai sentito in 14 anni di carriera. Mai. Questo di certo non toglie nulla al fatto che avevamo un enorme vantaggio e ci siamo fatti rimontare, ma ogni giocata conta. Ogni decisione può essere decisiva”. LeBron ha poi raccontato la spiegazione che Jason Richardson gli ha dato riguardo al mancato fischio: “Mi ha detto che non ero autorizzato a chiamare timeout perché non sapeva chi fosse in possesso del pallone, quando in realtà ero stato io a battere la rimessa e a passarla a Kyrie. E appena ho visto il raddoppio di Millsap, mi sono lanciato verso di lui, chiamando almeno per due volte il timeout, senza che lui mi degnasse di un minimo di attenzione. E mentre si preparavano a saltare per la palla a due, mi sono avvicinato chiedendo ‘perché’, ricevendo in risposta quelle parole. Ho detto che ero stato io a battere la rimessa pochi istanti prima della mia richiesta, che non aveva alcun senso la sua giustificazione. Avendo battuto io la rimessa, ero autorizzato a chiederlo nel momento in cui ho visto Kyrie in difficoltà. Davvero non avevo mai sentito una cosa simile prima d’ora”.

“Saremo pronti per i playoff”

LeBron è un fiume in piena e trova un pretesto per lamentarsi anche riguardo al fischio contro Richard Jefferson a 18 secondi dalla fine dei regolamentari, dopo che la pressione di Atlanta aveva reso difficile la rimessa in campo del pallone entro i cinque secondi previsti dal regolamento: “È stato molto veloce nel fischiarla”, commenta allusivo il numero 23, a cui la sconfitta davvero non va giù. Tyronn Lue invece, prova a essere più diplomatico nelle sue considerazioni: “Ci è andato tutto storto nel quarto periodo, ogni singola cosa. Dalla palla contesa a quella a due nel finale dei regolamentari e poi tutto il resto. Detto questo, mi tolgo il cappello davanti alla grande prestazione fatta da Atlanta. Hanno meritato la vittoria”. Niente lamentele nelle parole dell’allenatore, a differenza di quelle pronunciate da Kyrie Irving: “Quant’è la multa per quelli che si lamentano degli arbitri? Quanto, 50.000 o 25.000 dollari? Ho avuto un paio di conversazioni animate con loro, ma non credo che riceverò ammende”, racconta ironico il playmaker autore di 45 punti. Un’esplosione offensiva quella del numero 2 e di Cleveland in generale che sembrava poter garantire un comodo successo ai Cavs. Invece le cose sono nuovamente andate storte; non il miglior viatico a pochi giorni dai playoff. “Saremo pronti appena inizierà la post-season – conclude LeBron -. Abbiamo ancora alcune cose da mettere a posto in queste due partite che mancano, ma saremo pronti”.