Io, Ivan il Redento: sognavo d'andare in fuga solitaria...

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Ivan Basso con la nuova maglia Liquigas alla conferenza stampa di Verbania
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L'INTERVISTA. Basso, il ritorno di un grande protagonista del ciclismo. Fra pochi giorni, dopo la squalifica, di nuovo in gara in Giappone. "Punto tutto su Giro, Vuelta, Mondiale. Armstrong? L'uomo da battere. Ma che bello poterci provare, finalmente"

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di LUIGI VACCARIELLO
da Baveno (Verbania)

Nel ciclismo moderno, appestato dal virus del doping, gli atleti vengono divisi in due grandi macrocategorie: "i puliti" e "i beccati". Ivan Basso vuole fondare (e dunque appartenere a) un’altra categoria. Quella che potremmo definire dei "redenti". Perché quel ragazzino che, poco più che ventenne, nel 1998 alzava le braccia al cielo sul traguardo iridato Under 23 di Valkenburg, è stato beccato, ha pagato (anche se i due anni di squalifica scadranno il prossimo 24 ottobre, ndr) e ha capito che il gioco del baro non vale la candela. Il vincitore del Giro d’Italia 2006, coccolato dal suo nuovo patron Paolo Dal Lago ("Siamo un’azienda leader nel nostro settore così come siamo una delle società leader del ciclismo mondiale Quindi non potevamo cercare che un atleta leader come Ivan"), e dal suo team manager Roberto Amadio ("Ho scoperto un grande professionista, un grande campione in senso generale") è stato presentato dalla sua nuova squadra, il team Liquigas, tra le colline accarezzate dal Lago Maggiore a Baveno (VB).

Basso sembra un ragazzino che, al cospetto di un albero di Natale circondato da tanti balocchi, non vede l’ora di iniziare a scartocciare tutto e iniziare a giocare: “E’ un momento molto importate per me. Ringrazio tutti per essere qui. Siamo quasi alla fine della squalifica e il 26 in Giappone potrò finalmente riattaccare il numero sulla schiena e salire in bici in una competizione ufficiale. Un’emozione che non provo da due anni”. L’ex Csc e Discovery Channel non si è sottratto alle domande, salvo precisare che: "Visto il mio passato, non mi sento nella condizione di poter giudicare i fatti di doping che hanno coinvolto altri atleti".

Ivan, ci siamo. Il 24 finisce la squalifica e due giorni dopo sei già in gara. Perché?
"Nasce dalla voglia di rivivere certe emozioni. Devo riambientarmi nel gruppo, riassaporare il piacere della corsa. E’ la cosa che più mi è mancata in questi due anni. Voglio gustarmi tutto. Dalla partenza in aeroporto, alla conoscenza dei nuovi compagni di squadra. Non vado in Giappone a fare una gita. La mia sarà una prestazione di alto livello".

Il Giro è il tuo grande obiettivo per il 2009. Armstrong ti ha un po’ rovinato la festa?
"Il Giro è il mio grande obiettivo. Però, innanzitutto, devo ritrovare l’emozione della corsa. E’ chiaro che Armstrong ora diventa il favorito numero 1".

Come ti avvicinerai alla corsa rosa?
"Abbiamo deciso di anticipare l’inizio della stagione 2009. Andremo in Australia. Però prima c’è la Japan Cup. A novembre mi rilasserò, poi ripartiremo con i giri d’Argentina e California, ma il primo vero test sarà la Tirreno Adriatico e poi ci sarà il Giro”

E il Tour?
"Non rientra nei piani. Dopo il Giro ci sarà un breve periodo di riposo. L’obiettivo si sposterà sulle corse di agosto e se Ballerini vorrà sul mondiale di Mendrisio che è adatto alle mie caratteristiche”.

Come sarà ritornare in gruppo al fianco di colleghi che, a differenza tua, non hanno pagato?
“E’ una cosa che non mi riguarda. Io so che ho pagato, giustamente, gli errori fatti in quell’anno e mezzo. Il senso di imbarazzo resta, ma credo che le mie colpe siano state cancellate. Non spetta a me giudicare gli altri”.

Temi più i tuoi avversari o l’eventuale disaffezione del pubblico che riempie le strade del ciclismo?
“In questo periodo mi sono allenato spesso da solo e vi assicuro che non è bello. A volte, per trovare gli stimoli, immagini di essere in fuga solitaria o di essere il leader di una grande corsa a tappe. Il ciclismo è questo: un sogno. Io non mi sono mai sentito maltrattato dalla gente. Ci sarà sicuramente gente delusa. Ma sono convinto che il tempo aiuterà a scacciar via questa sensazione. Io sono fortunato. Ho la possibilità di tornare a correre, di dimostrare che quello che ho fatto nella prima parte della mia carriera ero solo frutto di tanto lavoro. Questa è per me l’inizio di una seconda carriera. Quanto agli avversari. Ho sempre rispettato tutti. Con la consapevolezza che se ti prepari bene e sei convinto delle tue possibilità, loro, gli avversari, passano in secondo piano”.

Dopo questa vicenda, qual è il limite morale di Ivan Basso?
“Un anno fa mi sono detto: non posso tornare a correre così. C’è bisogno di un segnale forte. Ho chiesto quindi di essere controllato da diverse agenzie antidoping riconosciute da UCI e WADA. Mi sono detto: voglio lavorare nel rispetto delle regole. La gente ha bisogno di questi segnali per tornare a credere in questo sport”.

In questi due anni ti sei sentito solo e abbandonato dal tuo mondo?
“Gli effetti a me più cari sono stati sempre al mio fianco. In quell’anno e mezzo non ho fatto tutto nella maniera giusta. Ma la gente ha la possibilità di valutare i due momenti: il prima e il dopo. La Liquigas l’ha fatto”.

Ci sono stati momenti in cui hai pensato di smettere?
“Ora ne posso parlare con una certa serenità. E’ stata davvero dura. Ho vissuto diverse fasi. Tutto è iniziato ad aprile del 2007. Provavo colpa, vergogna, imbarazzo. Vivevo una situazione non reale. Una vita paradossale. Non ero abituato a ufficiali giudiziari che ti suonano al citofono per consegnarti una convocazione in Procura. La seconda fase ha visto quale grande protagonista la bicicletta. Era la compagna delle mie giornate. Mi faceva stare bene. La terza fase è iniziata nell’inverno 2007. Sono andato al centro Mapei per una visita di idoneità sportiva. Lì ho incontrato il professor Sassi. Con lui è nata l’idea di creare un piano di allenamenti che mi facesse sentire di nuovo un corridore. Da lì in avanti, le sensazioni sono migliorate di continuo e con esse fiducia e prestazioni. Non avevo ancora una squadra e ad aprile ecco la ciliegina sulla torta: avere di nuovo una squadra. Ho cominciato a fare test e i mesi sono volati. In questo senso vi annuncio una grande novità. Ho deciso di mettere online sul mio sito il mio piano d’allenamenti quotidiano. Così gli appassionati potranno vedere ciò che faccio e di conseguenza sentirsi più vicini”. Bentornato, Ivan il Redento.