Piepoli: mi faccio schifo perché mi sono dopato

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Leonardo Piepoli (37 anni), dichiarato positivo all'Epo CERA durante il Tour 2008
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Lo sfogo del ciclista in un'intervista: "Ho ammazzato il ciclismo che è il mio sport e che finora è stato la mia vita. Ho calpestato la mia dignità, la mia coscienza. Ho deluso me stesso, ma ora sto risalendo"

Leonardo Piepoli non sa darsi pace. Non tanto per la richiesta dei due anni di squalifica per doping, ma proprio per l'errore che ha commesso, per esserci caduto anche lui. "Mi faccio schifo perché mi sono dopato, quel giorno, prima del Tour de France, ho ammazzato una parte di me: la migliore - è lo sfogo di Piepoli in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport -. Ho ammazzato il ciclismo che è il mio sport e che finora è stato la mia vita. Ho calpestato la mia dignità, la mia coscienza. Ho deluso me stesso, perche' io accetto le debolezze degli altri non le mie. Ma non cado in depressione. Il fondo l'ho toccato in quell'attimo di debolezza, adesso sto già risalendo".

Piepoli racconta il perché dell'errore che ha segnato la sua carriera, parla dell'incidente durante il Giro
d'Italia, della frattura di 4 costole, della richiesta di Riccò di correre con lui il Tour. "L'idea - spiega - mi
affascina, mi sento adulato. Andrei per fare il mio solito lavoro: aiutare. Mi piace farlo se posso competere e dare il massimo. Mai stato avido: certe vittorie, io le ho regalate ai miei capitani".

Piepoli racconta di "un attimo di debolezza, follia, incoscienza. In fretta, in silenzio, in colpa. Neanche il tempo di chiedere un parere. Convinto da chi ti fa credere a quello cui di solito non credi: che chi ti batte lo fa, che tanto non ti prendono. Mi giustifico: lo faccio solo per tappare il buco di preparazione". Subito dopo "momenti di normalità e altri di paura, angoscia, panico. Comincio piano, penso di andare in forma verso la fine, per l'Alpe d'Huez. Invece sottovaluto un po' la mia forma, un po' l'effetto del doping: i conti non mi tornano. All'Hautacam la combino grossa: vinco. Mi dico: "L'ho rubata". Cerco di difendermi: "Una volta nella vita. E dopo tante sfortune".