Come Russell Crowe, è boom di scuole per gladiatori
Altri SportSi iscrivono sempre più italiani, rapiti dalla passione per le lotte che si svolgevano durante l'Impero Romano: sono già 300 i centri specializzati dove affinare le arti del combattimento. Ecco come si fa e a chi è venuta l'idea
Tutti vogliono fare i gladiatori. Sempre più italiani, infatti, rapiti dalla passione per le lotte che si svolgevano durante l'Impero Romano, si iscrivono alla scuola che insegna a diventare gladiatore. A fare rivivere nei giorni nostri la passione per gli antichi combattimenti, Dario Battaglia, il Russel Crowe nostrano che di professione fa proprio il gladiatore.
Quasi tutto è conservato dell'antica disciplina, soltanto che l'addestramento oggi, anziché avvenire nella cosiddetta Palestra che nell'antichità era collegata al Colosseo tramite un corridoio sotteraneo, avviene nei trecento centri sparsi nel nord del Paese. Per i più meritevoli allievi poi c'è l'opportunità di esibirsi negli anfiteatri d'Europa dove Battaglia, insieme a una squadra di sessanta provetti gladiatori, dà vita all'arte della gladiatura.
"Da quindici anni - racconta Battaglia, autore anche di numerose pubblicazioni sul tema - portiamo i combattimenti negli anfiteatri di tutta Europa". Sono trecento i centri di reclutamento sparsi principalmente nel nord Italia. "In questi centri insegniamo il 'ludus gladiatorius' - spiega il gladiatore nostrano - ma si usano rigorosamente armi non appuntite perché la competizione è di natura puramente sportiva. L'unica clausola è che si deve imparare il latino per ripetere le formule proprie della disciplina".
Dopo la scuola, i novelli gladiatori, selezionati a dovere, hanno l'opportunità di potersi esibire negli anfiteatri europei. "Si tratta di rappresentazioni che facciamo per lo più per turisti e appassionati di storia", racconta Dario Battaglia. "Io sono ancora un gladiatore giovane. Per diventare veterano bisogna avere fatto almeno cento combattimenti in anfiteatro - spiega -. Nella nostra associazione se ne contano dieci". In tanti combattimenti in giro per l'Europa è stato toccato anche il Colosseo? "Ho sempre sconsigliato - afferma Battaglia - visto che lo spazio per i combattimenti è piccolo. Siamo invece stati alla villa dei Quintili sull'Appia dove c'era la villa dell'imperatore Commodo".
Gli aspiranti gladitori, intanto, stanno affilando le loro armi in preparazione dei tornei invernali di febbraio. "Gli scontri sono inoffensivi ma il combattimento, essendo basato sul contatto pieno, provoca abrasioni tipo quelle che si verificano giocando a calcio". La storia dei gladiatori è arrivata anche sul web. Dario Battaglia, infatti, ha allestito il sito arsdimicandi.net nel quale fa una vera e propria "ricostruzione empirica" dei principali duelli gladiatori attraverso le 'prolusiones', vale a dire i combattimenti attuati mediante armi di legno o di ferro senza filo e senza punta, così come avvenivano nell'antichità per le esercitazioni e le competizioni non mortali tra i gladiatori.
Quasi tutto è conservato dell'antica disciplina, soltanto che l'addestramento oggi, anziché avvenire nella cosiddetta Palestra che nell'antichità era collegata al Colosseo tramite un corridoio sotteraneo, avviene nei trecento centri sparsi nel nord del Paese. Per i più meritevoli allievi poi c'è l'opportunità di esibirsi negli anfiteatri d'Europa dove Battaglia, insieme a una squadra di sessanta provetti gladiatori, dà vita all'arte della gladiatura.
"Da quindici anni - racconta Battaglia, autore anche di numerose pubblicazioni sul tema - portiamo i combattimenti negli anfiteatri di tutta Europa". Sono trecento i centri di reclutamento sparsi principalmente nel nord Italia. "In questi centri insegniamo il 'ludus gladiatorius' - spiega il gladiatore nostrano - ma si usano rigorosamente armi non appuntite perché la competizione è di natura puramente sportiva. L'unica clausola è che si deve imparare il latino per ripetere le formule proprie della disciplina".
Dopo la scuola, i novelli gladiatori, selezionati a dovere, hanno l'opportunità di potersi esibire negli anfiteatri europei. "Si tratta di rappresentazioni che facciamo per lo più per turisti e appassionati di storia", racconta Dario Battaglia. "Io sono ancora un gladiatore giovane. Per diventare veterano bisogna avere fatto almeno cento combattimenti in anfiteatro - spiega -. Nella nostra associazione se ne contano dieci". In tanti combattimenti in giro per l'Europa è stato toccato anche il Colosseo? "Ho sempre sconsigliato - afferma Battaglia - visto che lo spazio per i combattimenti è piccolo. Siamo invece stati alla villa dei Quintili sull'Appia dove c'era la villa dell'imperatore Commodo".
Gli aspiranti gladitori, intanto, stanno affilando le loro armi in preparazione dei tornei invernali di febbraio. "Gli scontri sono inoffensivi ma il combattimento, essendo basato sul contatto pieno, provoca abrasioni tipo quelle che si verificano giocando a calcio". La storia dei gladiatori è arrivata anche sul web. Dario Battaglia, infatti, ha allestito il sito arsdimicandi.net nel quale fa una vera e propria "ricostruzione empirica" dei principali duelli gladiatori attraverso le 'prolusiones', vale a dire i combattimenti attuati mediante armi di legno o di ferro senza filo e senza punta, così come avvenivano nell'antichità per le esercitazioni e le competizioni non mortali tra i gladiatori.