Val d'Isere, allarme sicurezza: sono piste killer

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Peter Fill, il vicecampione mondiale di SuperG, lancia l'allarme sicurezza piste
epa01623780 Italy's Peter Fill in action during the Men's Super G competition at the Alpine Skiing World Championships in Val d'Isere, France, 04 February 2009.  Fill placed second.  EPA/CHRISTOPHE KARABA

MONDIALI SCI. L'azzurro Fill portavoce della protesta: "La prova odierna di discesa non si doveva fare: troppo pericolosa, ma si pensa più all'organizzazione che alla sicurezza". "Herminator" Maier è malato e potrebbe non correre la libera di sabato

"La prova odierna di discesa non si doveva fare: troppo pericolosa con cielo coperto e visibilità scarsa oltre a raffiche di vento. Ma si pensa più all'organizzazione che alla sicurezza degli atleti": Peter Fill, velocista che non ha paura di niente e fresco vicecampione mondiale di Supergigante, protesta per i troppi rischi che gli uomini e le donne jet starebbero correndo in Val d'Isere.

Che sarebbe stata dura per i velocisti lo si sapeva però da  tempo. Le due montagne su cui si gareggia piombano a valle l'una  di fronte all'altra con pendenze vertiginose: a destra la  Bellevarde degli uomini, con un tracciato di discesa di 2.988  metri, 959 di dislivello e pendenza massima del 70%. A sinistra il monte Solaise delle donne, con 2.227 metri di lunghezza, 691 di dislivello e pendenza massima del 53%. Montagne ripide e piste veloci, dove inevitabilmente gli organizzatori hanno dovuto inserire porte per far girare il tracciato, costringendo  così gli atleti a frenare per non prendere velocità pazzesche. Ma, se il fondo è ghiacciato come quello di questo periodo e se  la visibilità è scarsa perché il cielo è coperto e non si distinguono le asperità del terreno, allora tutto si complica, tutto diventa più rischioso. Se in più, come oggi, soffiano anche forti raffiche di vento, la vita diventa durissima per i velocisti mondiali.

Un giornale locale ha parlato di "sopravvissuti" per gli atleti arrivati in fondo senza farsi male. Ne sa qualcosa la svedese Jessica Lindell-Vikarby: legamenti di un ginocchio rotti e stagione finita. Ne sa qualcosa il tedesco Andreas Strobl, già ripartito per la Germania dopo una gran botta a un ginocchio. Hanno rischiato grosso, assieme a tanti altri, anche  la tedesca Maria Riesch, caduta ieri in prova; e Nadia Fanchini, finita oggi nelle reti. E ha rischiato grosso anche l'americano  Ted Ligety, scivolato per 300 metri dopo aver perso uno sci lungo il micidiale muro della Bellevarde. Si, il pericolo è il  mestiere dei velocisti, ma a volte rischiano davvero troppo.

Oggi, nella prima prova cronometrata di discesa uomini, oltre  alle pendenze, al ghiaccio e alla scarsa visibilità c'era pure un vento forte. Ci sono state diverse interruzioni e gli atleti sono venuti giù prudenti facendo non una prova cronometrata, ma una ispezione quasi turistica del tracciato. Gli organizzatori hanno acceso i grandi fari posti nella parte finale della Bellevarde per tentare di migliorare la situazione: è servito a poco. Così non resta che aspettare e sperare che tutto vada per il meglio: in calendario ci sono ancora quattro gare veloci: le  due discese uomini e donne e le due discese di combinata uomini  e donne. Non bastasse, per sabato prossimo è previsto brutto  tempo: è il giorno della discesa uomini.

E' intanto a rischio la partecipazione del supercampione austriaco Hermann Maier alla discesa mondiale di sabato. Herminator, nonostante un forte raffreddore, ieri ha partecipato al supergigante ma è arrivato soltanto 18° nella disciplina in cui è considerato il più grande interprete ed in cui ha ottenuto in carriera titoli mondiali e olimpici oltre al record di 24 vittorie in Coppa del mondo. Lo stesso Maier pare non avere intenzione di gareggiare, rischiando di fare una brutta figura.