Lance: l'antidoping in ritardo? Sconosciuti alla porta...

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A chiarire l'episodio del ritardo con cui Armstrong si sottopose al controllo il 17 marzo sono arrivate le parole del direttore sportivo Astana, Bruyneel: ragioni di sicurezza, qualche giorno prima c'erano delle persone che si aggiravano attorno a casa

Un'attesa di 20 minuti per fare entrare in casa il medico incaricato di effettuare il controllo antidoping a sorpresa. Sarebbe questa la motivazione del rapporto per "comportamento inatteso" da parte di Lance Armstrong in occasione del test antidoping effettuato il 17 marzo a Saint-Jean-Cap-Ferrat. Il caso è stato sollevato ieri dal presidente dell'agenzia antidoping francese, Pierre Bordry, il primo a parlare del rapporto del medico che solleva dubbi sul comportamento del corridore texano nell'occasione.

Oggi, a chiarire l'episodio, sono arrivate le parole del direttore sportivo dell'Astana Johan Bruyneel, che ha affidato la sua versione dei fatti a L'Equipe. Bruyneel si trovava nell'occasione insieme ad Armstrong e ha spiegato di aver fatto aspettare 20 minuti il medico fuori dalla porta di casa per ragioni di sicurezza.

"Gli ho chiesto di pazientare per verificare che tutto fosse in regola - ha spiegato al quotidiano francese - perché qualche giorno prima c'erano delle persone che si aggiravano attorno alla casa. Mi sembra normale che uno prenda delle precauzioni prima di far entrare qualcuno. Allora ho chiamato McQuaid (il presidente dell'Uci, ndr) che mi ha passato Anne Gripper (la responsabile dell'antidoping, ndr). Lei mi ha detto che tutto era ok. Allora sono tornato dal medico e gli ho detto che tutto era a posto. Lui è entrato, ha effettuato il suo controllo e tutto si è svolto regolarmente, in maniera molto cordiale. Sembra - ha aggiunto infine Bruyneel - che sia imperativo che ci sia sempre qualcosa attorno a Lance Armstrong".