Parigi-Roubaix, quando il ciclismo diventa leggenda
Altri SportLa Pasqua fiamminga si celebra con l'edizione numero 107 della classica del nord. Il percorso è quello classico da Compiegne al velodromo di Roubaix: 259 chilometri, dei quali 52,9 di pavé distribuiti in 27 settori. Favoriti Boonen e Cancellara
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Il percorso è quello classico da Compiegne al velodromo di Roubaix: 259 chilometri, dei quali 52,9 di pavé distribuiti in 27 settori. I più famosi ed insidiosi sono quelli della Foresta di Arenberg, di Mons-en-Pevele e del Carrefour de l'Arbre. Le previsioni meteo assicurano una Pasqua senza pioggia ma chi se ne intende avverte che il vento fa sempre in tempo a cambiare direzione, dando così il via libera a pioggia e freddo. La Pasqua fiamminga si celebra con la Parigi-Roubaix numero 107, la classica del pavé che nel ciclismo è un po' come Wimbledon nel tennis, e cioè una prova a parte, che non ha eguali.
Ecco perché vincerla equivale ad entrare nella leggenda, dove già alloggia Tom Boonen, che ne ha messe in bacheca due, quella del 2005 e del 2008, o Fabian Cancellara, l'olimpionico a cronometro che nel velodromo entrò a braccia alzate nel 2006. I bookmakers non hanno dubbi: è Tornado Tom il grande favorito della vigilia, anche perché qualche stecca di troppo ed una grande squadra (la Quick Step) gli assicurano motivazioni sopra la media. E' ovvio che non sarà una passeggiata nemmeno per l'iridato del 2005, visto che i rivali abbondano. Oltre a Cancellara, ambiscono a coronare un sogno il suo connazionale e compagno di squadra Stijn Devolder, il trionfatore del Giro delle Fiandre, il più 'belga' tra gli spagnoli, Juan Antonio Flecha, che fu secondo nel 2007 alle spalle dell'australiano Stuart O'Grady e terzo nel 2005, e l'esperto americano George Hincapie, secondo nel 2005.
Alla pattuglia italiana manca Alessandro Ballan, che seguirà la corsa da telecronista: il campione del mondo in carica finì due volte terzo, nel 2008 e 2006. Inutile dire che le speranze azzurre sono riposte nel vicentino Filippo Pozzato, in gran forma ma non sempre freddo e cinico nelle occasioni che contano, e nel bolzanino Manuel Quinziato, sempre più convinto di poter recitare un ruolo da protagonista in una gara, la Roubaix, in cui è più facile cadere e farsi male che fare il vuoto sui tratti più pericolosi del pavé.
Il percorso è quello classico da Compiegne al velodromo di Roubaix: 259 chilometri, dei quali 52,9 di pavé distribuiti in 27 settori. I più famosi ed insidiosi sono quelli della Foresta di Arenberg, di Mons-en-Pevele e del Carrefour de l'Arbre. Le previsioni meteo assicurano una Pasqua senza pioggia ma chi se ne intende avverte che il vento fa sempre in tempo a cambiare direzione, dando così il via libera a pioggia e freddo. La Pasqua fiamminga si celebra con la Parigi-Roubaix numero 107, la classica del pavé che nel ciclismo è un po' come Wimbledon nel tennis, e cioè una prova a parte, che non ha eguali.
Ecco perché vincerla equivale ad entrare nella leggenda, dove già alloggia Tom Boonen, che ne ha messe in bacheca due, quella del 2005 e del 2008, o Fabian Cancellara, l'olimpionico a cronometro che nel velodromo entrò a braccia alzate nel 2006. I bookmakers non hanno dubbi: è Tornado Tom il grande favorito della vigilia, anche perché qualche stecca di troppo ed una grande squadra (la Quick Step) gli assicurano motivazioni sopra la media. E' ovvio che non sarà una passeggiata nemmeno per l'iridato del 2005, visto che i rivali abbondano. Oltre a Cancellara, ambiscono a coronare un sogno il suo connazionale e compagno di squadra Stijn Devolder, il trionfatore del Giro delle Fiandre, il più 'belga' tra gli spagnoli, Juan Antonio Flecha, che fu secondo nel 2007 alle spalle dell'australiano Stuart O'Grady e terzo nel 2005, e l'esperto americano George Hincapie, secondo nel 2005.
Alla pattuglia italiana manca Alessandro Ballan, che seguirà la corsa da telecronista: il campione del mondo in carica finì due volte terzo, nel 2008 e 2006. Inutile dire che le speranze azzurre sono riposte nel vicentino Filippo Pozzato, in gran forma ma non sempre freddo e cinico nelle occasioni che contano, e nel bolzanino Manuel Quinziato, sempre più convinto di poter recitare un ruolo da protagonista in una gara, la Roubaix, in cui è più facile cadere e farsi male che fare il vuoto sui tratti più pericolosi del pavé.