Giro, tutto il percorso di un'edizione rivoluzionaria

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Ivan Basso, il corridore più atteso dopo la lunga squalifica: dovrà vedersela più con Armstriong o con Cunego?
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Via con una crono a squadre a Venezia, subito le Dolomiti, toccate le principali città (Trieste, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Napoli, Roma): 21 tappe, 3.456 km, due giorni di riposo (18 e 26 maggio). Passaggio nell'Abruzzo terremotato. I PROTAGONISTI

Per festeggiare il centenario del Giro, gli organizzatori potevano andare sul sicuro: pochi chilometri a cronometro, passaggi sulle salite che hanno fatto la storia della corsa, passerella finale a Milano. Niente di tutto questo. Quella che scatta (3.456,5 km totali) è un'edizione nuova di zecca, inedita, anomala.

Via con una crono a squadre a Venezia, subito le Dolomiti, niente Mortirolo o Zoncolan, le ascese più terribili e attese delle scorse edizioni. Verranno toccate tutte le principali città italiane (Trieste, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Napoli) prima della suggestiva sfilata contro il tempo a Roma.

L'erede di Luigi Ganna, primo vincitore del Giro nel 1909, sarà  incoronato al termine di un tracciato che promette scintille dall'inizio alla fine. Dopo la cronometro a squadre di Venezia e due traguardi per velocisti a Trieste e Valdobbiadene, i primi test importanti per gli uomini di classifica ci saranno sugli arrivi in salita di San Martino di Castrozza e dell'Alpe di Siusi.

Un altro paio di frazioni adatte alle ruote veloci (Mayrhofen, in Austria, e Chiavenna), qualche insidia in più nella tappa di Bergamo e poi lo spettacolare circuito di Milano. Dopo il giorno di riposo, sarà il turno della Cuneo-Pinerolo: 262 chilometri con Moncenisio e Sestriere per celebrare i 60 anni della mitica impresa di Fausto Coppi. Ancora velocisti in azione ad Arenzano prima della crono Sestri Levante-Riomaggiore, 60,6 chilometri vallonati che potrebbero mandare in frantumi le velleità di maglia rosa di qualche scalatore puro. Firenze è arrivo per velocisti, a Bologna e Faenza potrebbero invece avere spazio le fughe da lontano.

Gli uomini di classifica torneranno a darsi battaglia sugli arrivi in salita di Monte Petrano e, dopo il secondo giorno di riposo, sul Blockhaus. L'interlocutoria frazione di Benevento farà da apripista per l'ultimo traguardo in quota, quello del Vesuvio. Ad Anagni, invece, i finisseurs potranno andare a caccia del successo, mentre i 'big' si studieranno in attesa dei 15,5 chilometri a cronometro di Roma che chiuderanno la corsa. Nella capitale si saprà se Lance Armstrong è sempre imbattibile nonostante la lunga inattività. Se il suo compagno di squadra Levi Leipheimer ha le qualità per vincere un grande giro o se resterà un eterno piazzato. Ma si saprà anche se la squalifica per l'Operacion Puerto ha fiaccato Ivan Basso o la ha (sportivamente) incattivito. Se Damiano Cunego è definitivamente 'solo' un corridore da classiche e se Danilo Di Luca ha le energie per regalare alla martoriata terra d'Abruzzo un trionfo a cui aggrapparsi. E, infine, se Stefano Garzelli e Gilberto Simoni possiedono ancora la zampata dei tempi belli.

Ma sarà anche un Giro di volate mozzafiato con i duelli tra Alessandro Petacchi e Mark Cavendish, di spettacolo a cronometro con la potenza di Fabian Cancellara e di cacciatori di tappe come Edvald Boasson Hagen, Philippe Gilbert, Filippo Pozzato e Joaquin Rodriguez. Toccherà a tutti loro rendere unico e indimenticabile il Giro del centenario, il Giro più anomalo che si ricordi.