"Ora voglio vincere a Trieste con questa maglia rosa"
Altri SportCavendish gongola: "Per me questa maglia ha un significato particolare, ma non la considero solo mia, bensì di tutta la squadra. E' grazie ai miei compagni se ho conquistato questo traguardo importante. So benissimo che mi aspettano due probabili volate"
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E' tranquillo e sereno, sicuro, fiducioso, sorridente. Mark Cavendish, prima maglia rosa nel Giro del centenario, è sostanzialmente soddisfatto. Si coccola la sua bella casacca griffata da Dolce & Gabbana, poi spiega la differenza che passa fra un trionfo allo sprint nella 100ma Milano-Samremo e una maglia rosa al Giro d'Italia.
"E' una sensazione bellissima - attacca l'inglesino, che è nato sull'Isola di Man, ma risiede a Quarrata (Pistoia) -: la Milano-Sanremo è una cosa, il Giro un'altra. Per me questa maglia ha un significato particolare, ma non la considero solo mia, bensì di tutta la squadra. E' grazie ai miei compagni se ho conquistato questo traguardo importante, che condivido con loro. Tutti e nove abbiamo meritato la maglia rosa, anche se la indosso solo io".
A chi gli fa notare che, in 100 anni di Giro d'Italia, è il primo inglese a colorarsi di rosa, Cavendish risponde secco: "La maglia non è solo mia, non è come una vittoria allo sprint. Se a Trieste, batterò tutti in volata, allora potrò dire di essere il primo inglese in rosa, ma in questo momento la maglia è del Team Columbia, non di Cavendish". L'inglesino volante, adesso, è atteso da due tappe fatte su misura per le sue gambe alla dinamite. Due sprint nei quali cerca la definitiva consacrazione. "Gareggio tranquillo, senza pressioni - ammette - so benissimo che mi aspettano due probabili volate, cercherò di fare del mio meglio, anche se la concorrenza è agguerrita. Io cercherò di tenere la maglia il più a lungo possibile".
E' tranquillo e sereno, sicuro, fiducioso, sorridente. Mark Cavendish, prima maglia rosa nel Giro del centenario, è sostanzialmente soddisfatto. Si coccola la sua bella casacca griffata da Dolce & Gabbana, poi spiega la differenza che passa fra un trionfo allo sprint nella 100ma Milano-Samremo e una maglia rosa al Giro d'Italia.
"E' una sensazione bellissima - attacca l'inglesino, che è nato sull'Isola di Man, ma risiede a Quarrata (Pistoia) -: la Milano-Sanremo è una cosa, il Giro un'altra. Per me questa maglia ha un significato particolare, ma non la considero solo mia, bensì di tutta la squadra. E' grazie ai miei compagni se ho conquistato questo traguardo importante, che condivido con loro. Tutti e nove abbiamo meritato la maglia rosa, anche se la indosso solo io".
A chi gli fa notare che, in 100 anni di Giro d'Italia, è il primo inglese a colorarsi di rosa, Cavendish risponde secco: "La maglia non è solo mia, non è come una vittoria allo sprint. Se a Trieste, batterò tutti in volata, allora potrò dire di essere il primo inglese in rosa, ma in questo momento la maglia è del Team Columbia, non di Cavendish". L'inglesino volante, adesso, è atteso da due tappe fatte su misura per le sue gambe alla dinamite. Due sprint nei quali cerca la definitiva consacrazione. "Gareggio tranquillo, senza pressioni - ammette - so benissimo che mi aspettano due probabili volate, cercherò di fare del mio meglio, anche se la concorrenza è agguerrita. Io cercherò di tenere la maglia il più a lungo possibile".